Nel 2024, il panorama dei progetti 5G MPN (Mobile Private Network) ha mostrato una crescita contenuta dopo una forte crescita nel 2023.
In termini di reti installate, la situazione è molto simile in Europa, Nord America e Asia. Per lo sviluppo di progetti 5G MPN, l’Italia è allineata con gli altri principali paesi europei, eccezion fatta per la Germania che guida il mercato con il 23% dei casi. Nonostante il numero medio di progetti sia ancora limitato, l’interesse verso l’adozione delle reti private 5G è in aumento e dimostra un’apertura incoraggiante delle imprese verso queste soluzioni. Infatti, alcuni studi[1] indicano che le prospettive per il 2025 sono più rosee, e prevedono un incremento della spesa per soluzioni di connettività private.
Ostacoli allo sviluppo delle reti private 5G
Tuttavia, è innegabile come permangano diversi ostacoli allo sviluppo di questo tipo di infrastrutture di rete. Tra questi, i più importanti sono relativi:
- alla mancanza di device industriali 5G-ready (device che sono progettati per supportare le connessioni 5G senza necessità di integrazioni con moduli esterni),
- agli alti costi infrastrutturali che portano a considerare altre soluzioni di connettività (ad esempio il Wi-Fi),
- al mancato sviluppo di applicazioni abilitate solo dal 5G (ad esempio AGV, robotica, applicazioni sanitarie avanzate) che rimangono una nicchia di mercato,
- alla mancanza di un’armonizzazione nella gestione dello spettro.
Spettro radio e scalabilità delle soluzioni
Quest’ultimo aspetto limita la possibilità di scalare a livello globale una soluzione 5G MPN per aziende che operano in più paesi con criteri di assegnazione dello spettro molto diversificati. La differenza principale, oltre ai range di frequenze differenti, riguarda la disponibilità o meno di spettro per uso locale che può essere richiesto e allocato alle aziende senza sovrapposizioni con quello usato dagli operatori nella rete pubblica. Alcuni paesi hanno riservato porzioni di spettro anche piuttosto ampie per uso locale; invece, altri hanno assegnato le frequenze 5G solo agli operatori telco, che si fanno promotori di offerte di reti private 5G gestendo la compatibilità con la rete pubblica.
I casi di Germania e Stati Uniti
I casi più interessanti sono quello della Germania che ha dedicato alle reti private 100 MHz nella banda 3.7-3.8 GHz e gli Stati Uniti che con il CBRS 2.0[2] hanno recentemente modificato le regole di accesso a 150 MHz di banda nel range 3.55 – 3.7 MHz per garantire l’accesso ad utenti, anche industriali, ad uno spettro condiviso in modo più efficiente rispetto alla versione precedente.
Per usufruire di questo spettro condiviso, non è più necessario interfacciarsi con un operatore telco, ma ci si interfaccia con un amministratore di sistema di accesso allo spettro (Amministratore SAS), che in America sono: Google, CommScope, Federated Wireless, Sony e Amdocs.
La strategia della Cina
In Cina, la situazione sembra essere piuttosto diversa: grazie agli ingenti investimenti degli operatori nella rete pubblica 5G, spesso sussidiati dallo stato, la capillarità e qualità della rete è tale da non fare emerge una reale necessità di sviluppo di reti private 5G per supportare applicazioni avanzate (il numero di stazioni radio base per 100.000 abitanti in Cina è più che doppio di quello in Europa e oltre quattro volte quello negli Stati Uniti[3]). Coerentemente con questa strategia, la Cina non ha destinato alcuna porzione di spettro all’uso privato locale, e ha puntato sulla pervasività della rete pubblica e la possibilità di investimento in ulteriore sviluppo dell’infrastruttura quando necessario.
La situazione internazionale per lo sviluppo di reti private 5G
Guardando più in dettaglio lo sviluppo dei progetti di reti private 5G, l’Europa è in posizione leggermente più avanzata rispetto alle altre grandi aree mondiali (USA e Cina).
I progetti attivi in Europa
In particolare, dei circa 1400 progetti attivi a livello mondiale[4], circa 500 sono censiti nel nostro continente, mentre Stati Uniti e la zona APAC (Asia Pacifica) contano circa 350 casi l’uno. Non tutti questi progetti sono stati resi noti con annunci pubblici, e i dati stimati sono stati ottenuti anche tramite informazioni confidenziali fornite dagli operatori telco o dai principali vendor del mercato (il 60-70% dei casi complessivi è confidenziale).
Per comprendere meglio tali dinamiche, è importante considerare che in USA il CBRS 1.0 non ha favorito la l’implementazione delle reti private 5G come ci si aspettava a causa di problemi procedurali e di garanzia di accesso allo spettro nel tempo. A questo si somma la presenza del Wi-Fi 6, competitor per eccellenza del 5G, che con uno spettro di più di 1 GHz su tutta la banda a 6 GHz, ha portato molte aziende a adottare questa tecnologia, più economica e flessibile nell’implementazione, rispetto al 5G. In Cina, invece, molte reti aziendali 5G sono di fatto “reti virtuali” su infrastruttura di rete pubblica grazie alla tecnologia di “network slicing” che consente di creare una “fetta” di rete con qualità del servizio garantita, e quindi non vengono conteggiate nelle stime globali delle “reti private”.
Figura 1 – Censimento casi Europei di reti 5G MPN, Osservatorio 5G & Connected Digital Industry, Politecnico di Milano
Facendo un focus sull’Europa, l’Osservatorio 5G & Connected Digital Industry del Politecnico di Milano ha censito 198 casi pubblici (tra i circa 500 complessivi), con un incremento del 21% rispetto al 2023. Il 34% di questi riguarda l’industria manifatturiera, il 28% la logistica e i trasporti, e il 14% le Università e i Centri di Innovazione.
I casi in Italia
L’Italia conta, invece, 31 casi rilevati tramite fonti sia pubbliche che confidenziali, ossia circa il 7% del totale europeo. Anche il quadro settoriale appare leggermente diverso: il settore manifatturiero resta in testa con il 26%, seguito da Università e Centri di Innovazione al 23%, mentre logistica e trasporti si collocano al terzo posto con il 13%.
I casi d’uso 5G più interessanti
L’analisi condotta sui progetti di cui sono disponibili pubblicamente i dettagli ha consentito di identificare i casi d’uso del 5G più interessanti.
La rete privata 5G per le operations dell’azienda coreana CJ Logistics
Tra questi rientra l’implementazione di una rete privata 5G per ottimizzare le operations nei magazzini da parte dell’azienda CJ Logistics[5]. Questa è una delle principali aziende di logistica della Corea del Sud (Paese in cui c’è la possibilità di acquistare una porzione di spettro per uso locale) che sta adottando un approccio innovativo per soddisfare le crescenti richieste di consegne rapide e di analisi in tempo reale. CJ Logistics opera in 36 paesi e gestisce 249 hub logistici. Nel 2023 è partito il progetto per la realizzazione di una rete privata 5G, con l’acquisto di spettro per uso locale, grazie alla tecnologia di Ericsson.
I problemi che hanno spinto l’azienda a cambiare da una connettività basata su Wi-Fi ad una basata su 5G privato erano relativi principalmente ai numerosi fermi causati da una copertura non sempre stabile, da una copertura del segnale inadeguata con alcune zone morte, e dall’elevata latenza e poca versatilità della tecnologia attuale. Inoltre, l’infrastruttura di rete contava 300 access point Wi-Fi. Con la soluzione di 5G privato, invece, l’infrastruttura di rete è molto più snella e garantisce una maggiore copertura evitando zone morte; infatti, si è passati da 300 access point Wi-Fi a sole 6 unità radio integrate e 22 small cells. Questo ha consentito all’azienda di ridurre il costo di investimento in una nuova infrastruttura del 15% e di aumentare del 20% la produttività grazie alla minor latenza garantita dal 5G. Inoltre, la versatilità di questa nuova infrastruttura di rete ha permesso lo sviluppo di alcuni use case come la comunicazione real-time tra dispositivi, l’automazione dei sistemi di trasporto aumentando la sicurezza per gli operatori e riducendo i fermi macchina, e lo sviluppo di una flotta di 200 AGV (Autonomous Guided Vehicle) e AMR (Autonomous Mobile Robot). Inoltre, CJ Logistics prevede anche lo sviluppo di nuovi use case abilitati solo dal 5G, come il controllo qualità real-time tramite algoritmi di AI e il controllo da remoto dei macchinari.
La Gigafactory di Tesla a Berlino
Tornando in Europa, uno dei casi più importanti realizzati quest’anno è quello della Gigafactory di Tesla a Berlino[6]. L’azienda californiana ha avviato questo progetto con l’obiettivo di ridurre i costi e aumentare l’automazione all’interno dello stabilimento. Infatti, tra i vari use case implementati c’è la comunicazione real-time Machine-2-Machine e l’automazione della gestione del magazzino. Inoltre, per tutta la parte outdoor dello stabilimento, è bastato installare una sola antenna per permettere a tutte le auto parcheggiate e pronte per la spedizione di scaricare aggiornamenti continui wireless. Tesla ha anche dichiarato che questo è solo il primo passo all’interno del mondo delle reti private 5G e che prevedono di espandere questa soluzione a livello globale.
I progetti di di SNAM e Solvay in Italia
In Italia, l’implementazione di reti private 5G sta continuando, con progetti significativi come quelli di SNAM e Solvay, entrambi partiti l’anno scorso, che dimostrano il potenziale trasformativo di questa tecnologia nei settori energetico e manifatturiero. SNAM, leader europeo nella distribuzione di gas naturale, sta costruendo la prima e più grande rete privata ibrida 5G nel settore energetico europeo, coprendo 23 siti in tutta Italia e abilitando innovazioni cruciali come la sensoristica di campo per monitoraggio e manutenzione, nonché soluzioni avanzate di realtà aumentata e virtuale per l’assistenza e la formazione tecnica. La rete, progettata per alta affidabilità e sicurezza, risponde alla necessità di superare i limiti infrastrutturali della fibra ottica e supporta applicazioni innovative come il monitoraggio autonomo tramite droni, accelerando così la transizione energetica e digitale.
Parallelamente, Solvay, multinazionale chimica belga, ha implementato una rete privata 5G nel suo stabilimento di Spinetta Marengo, uno dei più avanzati al mondo. Questa rete permette il pieno sfruttamento dell’Industrial IoT per raccogliere dati in tempo reale, ottimizzando i processi produttivi e la manutenzione attraverso piattaforme applicative. Inoltre, la maggiore larghezza di banda e bassa latenza abilitano robotica automatizzata e soluzioni di realtà aumentata e virtuale per interventi da remoto. Il sito italiano si configura come un pilota per replicare la tecnologia in altri stabilimenti, posizionandosi come modello per l’adozione del 5G nell’industria chimica globale.
Inoltre, come già menzionato in precedenza, in Italia esistono anche svariati progetti di reti 5G private in ambito universitario e di ricerca. Quest’anno l’Università di Roma Tor Vergata ha installato una rete 5GSA (Stand-Alone) per scopi scientifici, in collaborazione con OpNet, nell’ambito del progetto Restart[7]. Tale rete fornirà copertura 5G sia indoor che outdoor nell’area della Facoltà di Ingegneria, permettendo a studenti, ricercatori e docenti di condurre test, misurazioni e analisi del segnale 5G. Il Politecnico di Milano ha invece pianificato lo sviluppo di un’ampia rete 5G privata ibrida che coprirà i due campus milanesi di Bovisa e Leonardo, grazie al progetto Europeo CEF[8] (Connect Europe Facilities) denominato 5G-CRESCA e che consentirà lo sviluppo di caso d’uso per studenti e personale universitario in collaborazione con Vodafone.
Un bilancio per il futuro
Le reti private 5G stanno guadagnando terreno, seppur con piccoli passi, come dimostrano i dati sui casi censiti e il livello di innovazione dei progetti presentati. Queste reti rappresentano un’importante leva per rivoluzionare i processi aziendali interni e per abilitare applicazioni che sarebbero difficilmente realizzabili con altre tecnologie di connettività. Il tutto si inserisce in un panorama dove la richiesta di connettività performante è in costante crescita. Tuttavia, molte aziende mostrano ancora reticenza ad adottare questa nuova tecnologia, non solo a causa dei costi, ma anche per il timore di perdere il know-how accumulato su tecnologie consolidate, come il Wi-Fi.
Affinché le reti private 5G e le soluzioni di connettività possano crescere significativamente, è necessario cambiare prospettiva: non vanno considerate come semplici strumenti tattici o commodity, ma elementi chiave di una strategia digitale integrata. Un parallelo utile può essere fatto con il Cloud: i benefici della sua adozione non sono sempre immediati o facilmente quantificabili, ma includono vantaggi significativi in termini di flessibilità, innovazione e capacità di affrontare le sfide future, difficilmente raggiungibili con un approccio tradizionale on-premise.
Allo stesso modo, le soluzioni di connettività non dovrebbero essere viste esclusivamente come strumenti per ottimizzare processi interni nel breve termine, ma come decisioni strategiche in grado di trasformare i processi aziendali e il modello di business nel suo complesso. Questo cambio di mentalità richiede uno sforzo congiunto da parte delle aziende della domanda, dei fornitori e delle istituzioni. Lo sottolineano anche diversi report pubblicati recentemente (tra cui i report Draghi, Letta, Breton e il whitepaper di Restart[9]), che invitano a una decisa svolta strategica per l’intero settore.
Adottare questa visione più ampia significa prepararsi a un futuro in cui la connettività diventa il cuore pulsante di ogni innovazione digitale.
Sitografia
https://www.fondazione-restart.it/2024/04/15/first-restart-whitepaper-presented-at-5gco/ ↑
https://www.delloro.com/the-state-of-enterprise-network-market-in-2024-the-great-reset-before-a-2025-rebound/ ↑
https://ongoalliance.org/news/ongo-alliance-unveils-cbrs-2-0-substantially-bolstering-reliability-and-performance-of-cbrs-networks/ ↑
https://5gobservatory.eu/observatory-overview/interactive-5g-scoreboard/ ↑
Fonte: Rielaborazione su dati GSA 2024 ↑
https://www.ericsson.com/en/cases/2023/transforming-warehouse-operations ↑
https://www.fierce-network.com/wireless/tesla-goes-private-5g-its-factory-berlin ↑
https://www.fondazione-restart.it/it/home-italiano/ ↑
https://commission.europa.eu/funding-tenders/find-funding/eu-funding-programmes/connecting-europe-facility_en ↑