Lo scenario

Reti ultraveloci, le regole Agcom per l’accesso wholesale: cosa cambia

L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha emanato un’integrazione per le reti 5G delle linee guida per l’accesso wholesale alle reti a banda ultra larga destinatarie dei contributi pubblici: vediamo di cosa si tratta

Pubblicato il 21 Mar 2022

bando 5G

Nella stagione dei grandi bandi pubblici per la realizzazione delle reti ad altissima capacità, l’AGCom – Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha emanato un’integrazione per le reti 5G delle linee guida per l’accesso wholesale alle reti a banda ultra larga destinatarie dei contributi pubblici.

A maggior ragione in un contesto che privilegia l’utilizzo del modello di intervento indiretto (finanziamento di progetti privati) rispetto a quello diretto (costruzione di un’infrastruttura pubblica eventualmente affidata ad un concessionario), le modalità e condizioni di accesso alle nuove reti diventano un tema di particolare rilevanza per garantire il mantenimento delle condizioni concorrenziali, sia sul mercato all’ingrosso che, soprattutto, su quello al dettaglio.

Inoltre, a differenza dal passato, le nuove linee guida si applicano sia alle reti fisse che a quelle mobili, coerentemente con l’evoluzione degli orientamenti della Commissione europea. Di fatto, per la prima volta gli aiuti di Stato intervengono a supporto della realizzazione delle reti mobili altissima capacità (Very High Capacity Network), con prestazioni di almeno 150 Mbit/s in downlink e 50 Mbit/s in uplink per singolo utente e nel periodo di massima intensità del traffico.

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Neutralità tecnologica e non discriminazione

La decisione rispecchia i principi chiave negli orientamenti comunitari in materia di aiuti di Stato relativi allo sviluppo delle reti a banda larga del 2013 e in particolare quelli relativi alla neutralità tecnologica e alla non discriminazione. La politica comunitaria richiede espressamente che, nel caso della promozione delle reti a banda ultra larga, vengano previste condizioni di accesso in capo ai beneficiari più stringenti rispetto a quelle previste per le reti a banda larga tradizionali, attraverso il ricorso sia a servizi passivi che attivi e per un’adeguata durata temporale.

Una particolare attenzione viene, inoltre, rivolta alla garanzia di non discriminazione, specie nei casi in cui l’operatore sussidiato sia verticalmente integrato (vale a dire presente sia sul mercato all’ingrosso che al dettaglio), come sarà il caso nei bandi pubblicati o in via di pubblicazione. Il motivo è semplice, visto che un operatore presente su entrambi i mercati potrebbe adottare delle strategie discriminatorie finalizzate a massimizzare i profitti sull’insieme dei mercati di riferimento a scapito della remunerazione e apertura dell’infrastrutturazione finanziata.

La massima disaggregazione dei servizi di accesso

Come ricordano gli orientamenti, in linea di principio i soggetti beneficiari sono tenuti a fornire una gamma di servizi di accesso wholesale più ampia rispetto a quella fornita dall’operatore con significativo potere di mercato, che, in Italia è tuttora TIM per i servizi di accesso di rete fissa, tra l’altro con una serie di obblighi che sono tra i più stringenti in Europa.

Nel caso del mobile il riferimento è quello dei servizi offerti alle proprie divisioni commerciali e visto che l’intervento pubblico riguarderà sia i rilegamenti di backhauling che i nuovi siti viene richiesto di garantire l’accesso ai servizi passivi (infrastrutture e fibra, sia di nuova realizzazione che eventualmente riusi), ai servizi attivi (bitstream), ma anche alla condivisione delle infrastrutture per i nuovi siti (passive sharing), nonché un servizio di accesso di connettività mobile di tipo attivo(active sharing), inclusivo del roaming dati. In linea con le attuali indicazioni dell’AGCom, i servizi all’ingrosso dovranno essere resi disponibili 6 mesi prima della commercializzazione dei servizi al dettaglio e l’apertura dei servizi all’ingrosso nei singoli comuni dovrà essere comunicata con 3 mesi di anticipo.

Anche nel caso dei servizi di rete mobili vale l’eccezione dell’offerta dei servizi nelle aree più marginali a condizione di una domanda “ragionevole”, legata all’esistenza di un coerente piano aziendale e all’assenza di prodotti comparabili rispetto a quelli delle zone più densamente popolate. Infine, l’accesso ai servizi dovrà essere garantito per almeno 7 anni.

Il nodo dei prezzi

Per garantire l’accesso a condizioni eque e non discriminatorie le condizioni economiche rappresentano ovviamente uno snodo chiave. Premesso che l’obiettivo ultimo dell’intervento pubblico è di creare anche nelle aree più svantaggiate condizioni simili a quelle delle altre aree del Paese, senza alterare l’assetto concorrenziale, i prezzi sono quelli definiti nell’offerta di riferimento dell’operatore con significativo potere di mercato, ovvero prezzi commerciali in assenza di condizioni regolamentari già approvate. A salvaguardia del rischio di sovra compensazione, il meccanismo di claw-back porterà all’eventuale rimborso che potrà essere reinvestito in altre aree.

E’, inoltre, chiaro come l’efficacia delle valutazioni e dei controlli necessiti di una separazione contabile dei servizi oggetto dei contributi. Per facilitare l’accesso ai servizi è poi richiesta la disponibilità di una modalità di pagamento in Pay Per Use, alternativa al tradizionale IRU (Indefeasible Right of Use). Tra i prezzi di riferimento riportati vale la pena di ricordare i 7,11 €/metro/minitubo e 1,61 €/metro/coppie fibre per le reti di backhauling, il canone di 139,07 €/mese/m2 per lo spazio outdoor di site-sharing, nonché l’1,25 €/GB per il roaming dati, con un successivo glide path.

L’evoluzione temporale

Innanzitutto, i prezzi indicati sono naturalmente dei prezzi massimi e nei bandi verrà introdotta una premialità per l’abbassamento di tali condizioni economiche, così come per il miglioramento dei livelli di servizio. D’altra parte, il listino verrà progressivamente integrato con nuovi prodotti di accesso, le cui condizioni economiche verranno sottoposte al vaglio dell’Autorità.

Il primo listino pubblicato rimarrà valido per almeno due anni e potrà essere successivamente rivisto su richiesta della Stazione appaltante (a differenza di quanto previsto per la prima generazione dei bandi BUL) in caso di variazioni significative delle condizioni di mercato.

Il monitoraggio e l’attesa del bando 5G

In particolare, nel caso di aggiudicazione dei bandi agli operatori verticalmente integrati è anche opportuno verificare e monitorare l’assenza di forme di discriminazione interna-esterna rispetto alle proprie divisioni commerciali. L’impianto di monitoraggio che viene preso in considerazione è di fatto quello in vigore per la rete fissa e applicato all’operatore con significativo potere di mercato TIM. Il paniere degli indicatori di performance riguarda i diversi processi, dal delivery all’assurance e ai sistemi di gestione. Altrettanto importante è l’adeguamento dei servizi all’ingrosso per consentire di replicare eventuali nuove offerte al dettaglio dei beneficiari del contributo pubblico.

A contorno, sono infine previste le necessarie condizioni di trasparenza informativa per garantire al mercato un’adeguata conoscenza dei piani di realizzazione delle reti realizzate con i contributi pubblici. Tutto è pronto, in attesa della pubblicazione del bando 5G.

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