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Ritardi sul piano banda ultra larga, è il momento di una governance migliore

Non centreremo obiettivo 2020 fibra ottica all’85% della popolazione. I lavori sono in ritardo. E ci sono pochi fondi per la fase due; non è nemmeno partita la notifica a Bruxelles. Per sbloccare serve una catena di comando più corta e un vero impegno del governo

Pubblicato il 10 Ott 2019

Francesco Sacco

docente di management consulting all'Università Bocconi di Milano

crisi telco

I ritardi sulla copertura fibra ottica, già noti agli addetti ai lavori, ora sono conclamati. Il nuovo ministro al Mise Patuanelli ha detto alla Camera che su un totale di 5554 comuni nelle aree bianche sono stati avviati sono 1663 cantieri, 273 sono stati completati e in 50 sono avviate le procedure di collaudo. Patuanelli ha ammesso che “bisogna fare di più e meglio”, perché certo non centreremo l’obiettivo di copertura, dell’agenda digitale, dell’85 per cento della popolazione entro il 2020.

Una governance migliore

Che fare? Serve una governance più forte e un impegno diretto del Governo sul progetto banda ultra larga. Serve una catena più corta tra la gestione del progetto e delle priorità industriali: è un progetto strategico del Paese nel complesso, non è una infrastruttura come le altre. Ci sono gli spazi per fare un salto, grazie a una stretta collaborazione tra Patuanelli, la nuova ministra all’innovazione, le Regioni e il Cobul.

La fase due a 1 Gigabit

Bisogna cominciare subito per fare al più presto il processo di notifica a Bruxeless sulla fase due del piano banda ultra larga, quello che prevede portare la fibra nelle case e uffici nelle aree grigie, dove finora c’è solo fttc, inadeguata alle esigenze del Paese. Patuanelli ha anche detto che ci sono solo 3,1 miliardi disponibili, su un fabbisogno di 5,1 miliardi. Ne deriva che quindi la questione va affrontata in modo più deciso.

La rete unica (laddove ora ci sono quelle Tim-Fastweb e Openfiber) è una delle soluzioni esplorabili: ha più senso oggi di ieri, perché avere fibra in modo denso, capillare è necessario per sostenere la diffusione del 5G ovunque.

Incentivare la domanda e i servizi

In questo periodo sto facendo una ricerca sull’adozione della fibra nelle case e ho rilevato che non appena arriva viene adottata in modo più veloce rispetto alla pseudo-fibra fttc.

Grosso problema anche il ritardo sui voucher, che sono importanti per sostenere il mercato e gli operatori; e così avere i numeri necessari per sostenere l’impresa.

Insomma, il primo tema su cui accelerare è quello della fibra, che guida tutto: 5G, servizi, contenuti. E poi bisogna lavorare su questi punti, per rendere l’innovazione la vita quotidiana degli italiani.

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