Sì, ora sono già solide e avanzate le tre priorità dell’Agenda digitale. Quello che manca è tutto il resto. Le tre priorità sono tre pilastri. Ma da tre pilastri possono nascere infinite costruzioni, che ora appaiono come stanze vuote, sulla carta del grande progetto dell’Agenda digitale italiana.
Quindi da tre priorità bisogna passare a 30. E lo possiamo fare con una strategia pragmatica, partendo da cose che portano rapidamenti risultati al cittadino: come la Scuola, che sul fronte digitale è stato un fattore d’incertezza durante lo scorso Governo. Invece deve essere un fattore di spinta, di “infezione digitale”, come un virus che dagli insegnanti passa agli studenti e da questi agli adulti. Le statistiche parlano chiaro, infatti: dal Nord al Sud, le famgilie che hanno un nativo digitale sono più “informatiche” della media.
Dobbiamo quindi perseguire altre priorità, scegliendole tra quelle efficaci e fattibili in poco tempo. I Comuni possono essere strumenti fondamentali per portare al cittadino l’esperienza del digitale. Si rivelerà importante la loro mediazione, quindi, rispetto alle idee partorite dalla Presidenza del Consiglio, per affermare l’Agenda digitale in tutto e per tutto nel 2014-2015.