L’emergenza sanitaria in corso nel nostro paese, sebbene in uno scenario tragico, sta mettendo in luce quanto le telecomunicazioni e quindi Internet, un insieme formato da una moltitudine di reti indipendenti, diversificate ma interconnesse fra loro, siano importanti per la nazione – per i cittadini, per le imprese e per lo stesso Stato. Un ruolo, quello di internet, che AIIP – Associazione Italiana Internet Provider – ha sempre rivendicato.
Boom del traffico internet
Dal 10 marzo, giorno dell’estensione all’intero territorio nazionale delle misure contenitive contro la COVID-19, tutti gli operatori italiani hanno riscontrato incrementi del traffico circolante avvenuti con un volume mai verificatosi prima nella storia dell’internet del nostro paese.
Sappiamo ora che questo potrebbe accadere nuovamente in qualsiasi scenario di emergenza.
I principali internet exchange point italiani, il MIX – di cui AIIP è uno dei soci fondatori, il Namex ed il Topix, nonché moltissime reti di operatori associati ad AIIP unitamente a reti di altri operatori, hanno gestito il traffico in eccesso garantendo agli utenti finali l’accesso ai servizi, grazie ad una storia di adeguate pianificazioni delle rispettive infrastrutture e dei relativi piani di emergenza.
Operatori al lavoro per tutelare la rete e decreto Cura Italia
Gli associati AIIP, con grande senso di responsabilità, si sono attivati prontamente al fine di poter presidiare le infrastrutture in caso di possibili guasti e di poter gestire tramite telelavoro – a tutela della salute dei propri dipendenti e di possibili visitatori – le richieste dei clienti, nonché chiedendo tramite un tempestivo comunicato stampa “la salvaguardia delle aziende che offrono prestazioni di interesse pubblico e generale destinate alla collettività quali le aziende fornitrici di servizi pubblici di telecomunicazioni”, questo al fine di garantire la continuità operativa e quindi l’erogazione dei servizi ai cittadini ed alle imprese che venivano invitate dal Governo all’uso spinto dello smart-working.
L’art. 79 del provvedimento approvato dal Governo per fronteggiare l’emergenza coronavirus, Cura Italia, sposa pienamente le istanze sollevate da AIIP, con scelte coraggiose che hanno come obiettivo primario la tutela del diritto del cittadino a comunicare e di avere l’effettiva possibilità di lavorare da casa o informarsi anche in caso di permanenza prolungata presso la propria abitazione, ipotizzando, se necessari, interventi regolamentari. E mai come ora questa possibilità è fondamentale per il tessuto produttivo italiano.
Il decreto
“Al fine di far fronte alla crescita dei consumi dei servizi e del traffico sulle reti di comunicazioni elettroniche le imprese che svolgono attività di fornitura di reti e servizi di comunicazioni elettroniche intraprendono misure e svolgono ogni utile iniziativa atta a potenziare le infrastrutture e a garantire il funzionamento delle reti e l’operatività e continuità dei servizi”, si legge al comma 2. Gli operatori “adottano tutte le misure necessarie per potenziare e garantire l’accesso ininterrotto ai servizi di emergenza”. Le aziende del settore “soddisfano qualsiasi richiesta ragionevole di miglioramento della capacità di rete e della qualità del servizio da parte degli utenti, dando priorità alle richieste provenienti dalle strutture e dai settori ritenuti “prioritari” dall’unità di emergenza della PdC o dalle unità di crisi regionali”.
In definitiva, l’art. 79 sembra centrare in pieno proprio le richieste di AIIP quando ribadisce che le imprese fornitrici di reti e servizi di comunicazione elettroniche accessibili al pubblico sono imprese di pubblica utilità ed hanno quindi il diritto di effettuare interventi di potenziamento e manutenzione delle proprie reti, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie, anche in situazione di emergenza.
Questo può suonare anche come uno sprone all’ampliamento delle nuove reti banda ultralarga, contro i ritardi causati da burocrazia e permessi.
Il digital divide
Tuttavia, nonostante molte delle criticità di alcune aree del paese, le cosiddette aree a fallimento di mercato, siano state già superate con coperture importanti di tipo FTTH, FTTC e FWA grazie all’intervento di vari operatori regionali, di cui molti associati ad AIIP, va ricordato che esistono zone in cui l’accesso alla rete è ancora difficoltoso e dove l’intervento BUL non ha ancora avuto completamento e dove gli interventi richiederanno necessariamente del tempo.
Per dare ulteriore stimolo al mercato e ottenere una pronta ripartenza economica dopo l’emergenza sanitaria, serviranno azioni forti che, in linea con l’art. 79, eventualmente con una moratoria degli adempimenti che soffocano le imprese di telecomunicazioni, nonché con la messa a disposizione di tutti gli operatori di ulteriori risorse frequenziali di libero uso, possano supportare i fornitori di servizi di telecomunicazioni nel realizzare le reti ma anche nel promuovere e stimolare la domanda di servizi a banda ultralarga, ancora troppo carente.
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Urgente sbloccare i voucher banda ultra larga
Ma non solo. Eventuali azioni non possono prescindere dallo strumento del voucher, i famosi incentivi alla banda larga,pari a 1,3 miliardi di euro di risorse assegnate da tre anni e ancora bloccate nelle more dell’interlocuzione tra l’Italia e Bruxelles.
Unitamente al potenziamento delle reti in fibra ottica esistenti (vedi piano banda ultra larga in ritardo) i voucher non possono attendere oltre e sono lo strumento principe per incentivare efficacemente e con rapidità la domanda di banda ultralarga da parte di cittadini e imprese collocate in ampie aree del paese e che aspettano da troppo tempo servizi ormai fondamentali.
Naturalmente qualsiasi azione, per essere efficace, dovrà essere intrapresa nella piena garanzia delle regole dalla concorrenza sia all’ingrosso che nella fornitura dei servizi ai consumatori e, proprio in linea con l’art. 79 del decreto del 16 marzo 2020 fondamentale il ruolo dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, potendo modificare e integrare il quadro regolamentare vigente.
Portare tutti i cittadini sulla banda ultra larga, incentivare lo sviluppo di infrastrutture e soluzioni digitali italiane, permettere alle imprese di sviluppare reti resilienti deve essere una priorità, perché ne deriva la competitività del paese.
Gli operatori associati ad AIIP e gli altri operatori italiani sono, sono stati, e saranno sempre pronti a dare il loro contributo di esperienza.