“L’Italia come noto sul digitale deve accelerare. Il ritardo si è accumulato nel tempo. All’attuale Esecutivo va comunque dato il merito di aver ripreso l’iniziativa in un contesto economico e politico tutt’altro che semplice ed è apprezzabile l’impegno che in diversi ambiti viene dedicato al digitale. Diversi filoni, pur con qualche rinvio, procedono: anagrafe unica, identità digitale, fatturazione e pagamenti elettronici della PA. Sono anche partiti i primi progetti abilitanti sui quali il sistema delle imprese confindustriale sta dando il suo contributo. Altre cose apprezzabili riguardano le proposte come la Buona Scuola e il Patto per la Salute, che fanno coincidere l’impegno verso il digitale con un impegno politico”. È un immagine in chiaroscuro quella che Agostino Santoni, presidente di Assinform disegna per fare il punto sul primo anno di governo Renzi.
Seppure da un lato il presidente dell’associazione di Confindustria ritenga “improprio” fare un bilancio sull’attuale esecutivo, considerata la pesante eredità in termini di gap infrastrutturale e di servizi accumulato con gli altri Paesi nel corso degli anni, dall’altro loda le iniziative portate avanti e gli sforzi fatti per sostenerle. E se è vero che la governance, almeno quella dell’Agid, è stata fatta, l’ipotesi di costituire un dipartimento ad hoc in seno alla Presidenza del Consiglio dei ministri viene accolta favorevolmente. “Se l’idea è che al progresso sul fronte ‘tecnico’”, in capo all’Agid, si aggiunga anche un progresso sul fronte dell’engagement politico, è buon segno”, dice Santoni. “Vuol dire che le linee politiche dell’Agenda Digitale saranno espresse ai massimi livelli, e che chi è chiamato a trasformarle in orientamenti operativi avrà un più forte commitment.
Importante è comunque che ci sia un Tavolo di confronto con il settore e le categorie, per un proficuo lavoro di co-progettazione pubblico-privato. Abbiamo sempre sostenuto la necessità di questo dialogo perché alle scelte politiche devono corrispondere le migliori realizzazioni tecniche e le imprese del settore sono quelle che posseggono il know-how e possono mettere la loro esperienza e la loro progettualità al sevizio delle istituzioni”. Secondo Santoni sul cammino italiano dell’Agenda digitale resta una importante criticità, “quella di ricondurre le varie e spesso eccellenti iniziative, anche a livello regionale, ad un quadro nazionale unitario”. Di qui la “necessità di un coordinamento”. Altro impegno, è far sì che le politiche di sviluppo dei servizi siano allineate con lo sviluppo delle infrastrutture, “anche se in questo caso il termine criticità andrebbe preso nell’accezione anglosassone, e cioè non di dramma, ma di massima attenzione”, puntualizza Santoni. “E lo stesso va detto a riguardo della digitalizzazione della PA: se non va avanti non va avanti neanche l’Agenda Digitale del Paese. Diverso è semmai il caso della spinta al digitale delle Pmi, che ha certamente bisogno di maggior carburante e sensibilità. Le Pmi sono sempre state il nostro fiore all’occhiello e devono poterlo essere anche oggi dove la competitività internazionale si gioca molto sull’innovazione”.
Digitalizzazione della PA e quindi non solo del back office ma soprattutto nei servizi di front office, digitalizzazione delle Pmi che, nella nuova economia devono diventare start up di se stesse e formazione e cultura digitale diffusa sono le tre priorità da portare avanti secondo il presidente di Assinform. “Sono convinto che una maggiore familiarizzazione con l’Ict, a livello diffuso, possa dare una spinta molto forte e se riusciamo a creare una consapevolezza ed una sensibilità maggiore a tutti i livelli, gli altri progetti di digitalizzazione potranno essere realizzati con più facilità”. E ciò può innescare il circolo virtuoso anche per le aziende del comparto: “Anche se non ancora conformate da dati certi, le nostre aspettative sono per una crescita della domanda nel prossimo biennio, trainata soprattutto dagli ambiti più innovativi. Ci aspettiamo ancora una spinta dai progetti come la fatturazione elettronica per la PA, con la progressiva estensione alle amministrazioni più piccole e poi ancora dallo Spid, dall’Anagrafe unica. Anche perché sono interventi “abilitanti”, destinati a dare impulso ad altri ambiti applicativi, supportati anche da dispositivi della legge di Stabilità dai quali possono derivare importanti passi avanti a seguito anche della revisione del Codice degli Appalti e del Codice dell’Amministrazione Digitale”.
Da parte sua Assinform si impegna a “continuare l’azione propositiva di stimolo che abbiamo sempre portato avanti” e per questa ragione sta lavorando alla messa a punto di un “Manifesto politico” da condividere, nei principi e nelle realizzazioni, con il Governo. Il presidente di Assinform evidenzia la necessità di concentrare gli sforzi sugli stimoli alla domanda sia essa pubblica che privata. “Non chiediamo soldi per noi, ma soldi per le imprese che devono essere messe in condizioni per innovare con il digitale, e per chi fa infrastrutture. Chiediamo che vengano destinate risorse per realizzare i progetti di innovazione della scuola, della sanità, della giustizia. È così che si crea un circolo virtuoso per l’economia e per un settore come l’Ict, che in Italia è strategico anche perché produce e occupa moltissimo dando lavoro a risorse di grande qualità”.