Le società di consulenza operanti in tutto il mondo si sfidano nel tracciare l’andamento che caratterizzerà il mercato della smart home in un futuro non molto lontano.
I numeri in certi casi e le percentuali d’adozione di queste tecnologie sono da capogiro e non sorprende come facciano aumentare in modo esponenziale l’appetito alle aziende che vorrebbero accaparrarsi le quote di questo mercato.
Anche in Italia c’è fermento, come dimostra l’uscita di Amazon Alexa il 30 ottobre.
Ma fare delle previsioni oggi, per il mercato IoT che evolve con una velocità inquietante, è rischioso e di conseguenza non privo di un margine d’errore. Bisogna pertanto agire con cautela. Uno, perché, come noto, l’Internet of Things rimane un fenomeno ancora tutto da scoprire; due, perché le innovazioni che l’IoT propone non sono prive di problematiche collegate alla privacy e sicurezza virtuale dei nostri dati. Come ogni stima, anche queste relative al potenziale successo della smart home in diversi paesi, potrebbe non rispecchiare necessariamente i numeri che vedremo negli anni a venire. Ed è proprio lì, in quel differenziale tra il dato che vedremo realmente e la sua stima, che la smart home si giocherà la sua partita.
Questa introduzione non vuole sembrare catastrofica né tantomeno dubitare delle potenzialità della smart home. Anzi, l’obiettivo è quello di comprendere se le stime che gli operatori hanno a disposizione siano sufficienti per poter sopravvivere sul mercato e proporre una user experience soddisfacente.
Smart Home, cosa dicono le previsioni e i numeri reali
Ripercorriamo alcune delle statistiche sulle stime di vendita e adozione della smart home in diverse parti del mondo.
Il mercato globale raggiungerà 100 miliardi di dollari entro il 2018 (Strategy Analytics, 2014). La stessa Strategy Analytics nel 2014 prevedeva che il 38% delle famiglie negli Stati Uniti, 27% in UK e 12% a livello globale entro il 2018 avrebbe adottato la smart home. Il valore del mercato globale della smart home sarà pari a 137,91 miliardi di dollari entro il 2023 (Markets and Markets, 2017). Secondo il report di Zion Market Research del 2017, il mercato globale della smart home dovrebbe raggiungere 53,45 miliardi di dollari entro il 2022.
Secondo Statista.com più di 45 milioni dei diversi smart home devices sarebbero installati nelle case americane costituendo il 22% del totale di famiglie entro 2018. Le ricerche di mercato mostrano invece che la percentuale d’adozione della smart home si aggiri intorno 12-16% negli Stati Uniti (Forbes, 2018). 147 milioni di case in Europa e Nord America saranno intelligenti entro il 2022 (Berg Insights, 2018). In particolare, alla fine del 2017 il 9,9 % delle case europee era smart contro 15,9% delle case americane. Ciò, basandosi sempre sul report della Berg Insights, corrisponderebbe a 82,7 milioni delle case smart sul territorio nordamericano e 22,5 milioni in Europa.
Secondo Forbes 2018 la smart home sarà presente nel 30% delle case entro la fine del 2018 e nello 80% delle case negli Stati Uniti entro 2020. In Europa, secondo Berg Insights, il potenziale è tale da poter realizzare la penetrazione pari al 35% nei prossimi cinque anni.
Il mercato statunitense mantiene il primato dal punto di vista del revenue, che stima di chiudere l’anno 2018 intorno a 20,529 milioni di dollari. In Europa, Statista prevede che la penetrazione di mercato smart home sarà pari al 9,4% nel 2018 ed è destinata a crescere al 21,7% entro 2022. Le vendite potrebbero essere così strutturate: termostati intelligenti 70 milioni, sicurezza (allarmistica) 60 milioni, Home assistant devices 35 milioni.
Il mercato smart home in Italia
Nel 2017, secondo l’indagine realizzata da Doxa il 45% della popolazione non sapeva cosa fosse la smart home. Potrebbe forse apparire incoraggiante quanto emerge dalla ricerca dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano secondo cui il 38% degli italiani possiede almeno un oggetto smart a casa (Osservatorio Internet of Things, 2018). Inoltre, secondo il portale assinews.it le vendite di dispositivi per la smart home sono cresciute sia in termini di quantità (5%) che di valore (9%) nel primo semestre 2018 rispetto all’anno precedente. Una crescita che è stata guidata principalmente dagli acquisti di grandi elettrodomestici e dei dispositivi per la domotica e la sicurezza, seguita da piccoli elettrodomestici e l’home entertainment.
Il mercato della smart home che vada oltre i dispositivi della domotica e che sfrutti appieno il potenziale dell’IoT in Italia è in lenta crescita. Le ricerche di mercato nel Bel Paese sul tema sono molto ristrette e non permettono di avere un quadro completo di riferimento. Ciò è dovuto probabilmente alla limitata conoscenza del fenomeno che a sua volta richiede degli sforzi notevoli da parte del business per avvicinare i due mondi.
In Italia il mercato della smart home è trainato prevalentemente da sicurezza (sensori apri/chiudi porta, videocitofoni e così via), da termostati connessi per ottimizzare il riscaldamento e da lavatrici connesse (Osservatorio Internet of Things, 2018). Quello americano invece, stando ai dati di Statista.com, si basa sulle smart Tv e sicurezza. Ovum, nel 2016 supponeva che proprio l’aspetto collegato alla sicurezza sarebbe stato il primo contatto che il mercato di massa potrebbe avere con le tecnologie smart home. Vista la numerosa customer base (cresciuta da 1,000 nel 2014 a 36,000 clienti serviti da Verisure nel 2017), forse questa proiezione si sta realizzando. Pertanto, le aziende che intendono proporre la smart home sfruttando tutto il suo potenziale, dovranno impegnarsi affinché un solo aspetto di sicurezza, seppur rilevante, non divenga l’unico.
Smart Home, ma che cos’è?
Potrebbe sembrare esagerato cercare ancora una risposta a questa domanda. Nulla di più errato. Ritornare alle origini, in questo caso, potrebbe far risparmiare tempo e i soldi alle aziende e meglio interpretare le richieste dei potenziali consumatori. La letteratura, in prevalenza internazionale, non trova d’accordo la comunità scientifica sulla definizione. Come scrivono Gram-Hanssen e Darby in un loro recente articolo (2018) pubblicato in Energy Research & Social Science: “there is no fixed definition of a smart home, but an understanding that smart homes incorporate digital sensing and communication devices”.
In parte il mancato consenso può essere ricondotto alla natura e alle origini dell’oggetto analizzato; in parte la conoscenza del fenomeno e delle nuove tecnologie è probabilmente carente. Le aziende, di converso, spesso si trovano in difficoltà nel disegno di modello di business da sviluppare. Di conseguenza la rivoluzione che doveva realizzarsi con arrivo della smart home stenta a portare i frutti sperati. La casa intelligente che costituisce un’evoluzione della domotica viene chiamata in letteratura scientifica e nelle riviste di settore in tanti modi alternativi: smart house, home automation, domotique, intelligent home, adaptive home, digital home, aware house, networked homes, ubiquitous homes, and interactive home (Ehrenhard et al., 2014; Alam et al., 2012).
Generalmente, la smart home ha come obiettivo principale quello di migliorare la qualità della nostra vita. L’idea sviluppata da Sutherland nel 1966, Electronic Computing Home Operator (Echo IV) non è stata mai commercializzata ma ha servito come input per lo sviluppo di una casa intelligente. Qualche anno più tardi, nel 1975, è apparso il primo protocollo che ha reso possibile la comunicazione tra home connected devices-X10. Secondo Dan Ding (et al., 2011), la smart home è una casa dotata di tecnologia che osserva gli abitanti e offre dei servizi proattivamente. Una descrizione più dettagliata e frequentemente citata in letteratura è quella che vede la casa intelligente dotata di una rete di comunicazione, dispositivi domestici di alta tecnologia, elettrodomestici e sensori che sono accessibili, monitorati e controllati da remoto e che forniscono dei servizi corrispondenti alle esigenze degli abitanti (Yang et al., 2017; Balta-Ozkan et al., 2013; Reinisch et al., 2011). La smart home è quindi un insieme di servizi e prodotti che impatta positivamente sull’efficienza domestica e tecnologia.
I casi applicativi della smart home
Le definizioni della Smart Home qui riportate rappresentano certamente solo una minima parte di ciò che propone la letteratura, considerando che l’interesse per la casa connessa da parte della comunità scientifica ha subito un’accelerazione dagli anni Ottanta in poi. Si può notare che la maggior parte di esse pone l’attenzione agli aspetti tecnologici richiamando più volte i concetti come la comunicazione, sensoristica, il network, l’ubiquità e il monitoring. Fino a qualche anno fa quindi la smart home veniva definita in modo sintetico, senza un maggiore approfondimento delle possibili applicazioni.
Un crescente focus sugli aspetti ambientali imposto dalle scelte politiche, ha contributo allo sviluppo di soluzioni per la casa (per esempio del termostato intelligente) che permettono di ottimizzare l’uso delle risorse energetiche. Infatti, Wilson (et al. 2017) vede la smart home come una “priority area of strategic energy planning and national policy”. La destinazione d’uso della smart home orientata all’ottimizzazione energetica e quindi al risparmio economico pur essendo supportata anche dagli interessi pubblici non esaurisce il potenziale ivi esistente. Smart home nella sua visione idealistica viene guidata da una serie di drivers. La smart home, e in particolare gli assistenti vocali o “maggiordomi o governanti” dell’abitazione come li chiama Mattia Schieppati nel suo articolo (2018), sono in grado di soddisfare molteplici interessi. Di seguito viene proposta una panoramica sugli svariati casi applicativi della smart home, scomponendo ciò che la Smart Home rappresenta nel suo complesso.
Componente della smart home | Impatto | Obiettivo realizzato | Esempi |
Sicurezza | Aumento della percezione di tranquillità | Peace of mind | servizio di vigilanza e di antifurto |
Monitoring | Aumento della percezione di controllo | Peace of mind | Rilevatori di fumo, di acqua, gas ecc.; monitoring dei bambini, pet monitoring. |
Device management | Controllo da remoto | Comodità | Frigorifero, lavatrice, asciugatrice intelligenti. (Samsung, Bosch Home Connect, LG ThinQ) |
Entertainment | Intrattenimento, comfort | Status symbol | Smart Tv |
Energy&efficiency | Convenienza economica, miglioramento dell’impatto ambientale, comfort | Stile di vita, incentivi economici | Smart metering, termostati intelligenti, Nest, Honeywell Lyric, Philips Hue, Tado, |
Salute | Assistenza alle persone anziane e disabili | Invecchiamento della popolazione | Telemedicina, e-health |
Benessere | Cultura dello sport, status symbol | Wearable (Fit bit, Apple watch) |
Fonte: Elaborazione propria
Smart home, gli oggetti al servizio nostro e della nostra salute
Secondo le Nazioni Unite (2015) la popolazione mondiale continuerà ad invecchiare per arrivare nel 2050 ad avere il 20 % degli over sessanta. In questo contesto, dove non solo stiamo invecchiando perché calano le nascite ma dove la nostra vita si allunga, la smart home potrà assumere dei tratti para assistenziali. Stiamo sempre più attenti al nostro benessere fisico e poniamo una maggiore attenzione a voler apparire belli e attraenti più a lungo possibile. Apple ha registrato un aumento di domanda per lo smart watch di 30% nel secondo trimestre di quest’anno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Smart tv rappresenta un’estensione delle infinite possibilità che ha l’IoT attraverso la possibilità di collegare tutto in rete con lo scopo prevalentemente ludico. Ciò che lega tante soluzioni IoT è anche lo status symbol; avere un frigorifero di ultima generazione vuol dire poter permettersi di spendere un paio di mille di euro per un oggetto che alla fine è chiuso dentro casa.
Ma poter avere un frigo che gestisce le scadenze, ci permette di guardare dentro e ci aiuta a fare la lista della spesa questa sì che è una rivoluzione. Attraverso le sue innovative funzioni, il frigo o lavatrice che sia, diventa quasi un membro della famiglia con cui dialogare e interagire. L’idea di avere degli oggetti a nostro servizio è senz’altro stuzzicante. Il nostro stile di vita che ci porta spesso a stare fuori casa impone ragionevolmente di ottimizzare i consumi di energia, elettricità e riscaldamento, in particolare adoperando gli ultimi al nostro arrivo o poco prima. In questo modo noi diventiamo più green risparmiando. Le implicazioni della smart home sono pressoché infinite in quanto non c’è un limite alla creatività di chi i nostri bisogni li conosce e soddisfa prima che noi ne sentiamo la necessità. Sentirsi al centro ed avere a propria disposizione una casa che ci “conosce” è senz’altro piacevole. Ci vuole però un giusto equilibrio per essere sempre certi che siamo noi a servirsi della tecnologia e non al contrario.
Il futuro della smart home
Verosimilmente, la smart home in Italia stenta a costituire un must have, semmai siamo vicini all’interpretazione della smart home come un buzzword. Si, è vero, tanti parlano dell’IoT, del machine learning e della smart home ma visto l’output di alcune ricerche sul mercato italiano, la comprensione del fenomeno rimane in mano agli addetti ai lavori.
Il futuro della smart home è incerto ma sarà presumibilmente modellato dalla liberalizzazione del mercato energetico a partire dal 2019. Innegabilmente, i tempi per la smart home sono favorevoli dal punto di vista delle tecnologie e degli strumenti che ognuno di noi possiede.
Lo smartphone che permette il controllo e gestione dei diversi device da remoto è un elemento chiave ma non unico per il successo della smart home. L’importante è poter interpellare i componenti del sistema dallo smartphone, dal tablet e dal pc. Indubbiamente la smart home è un fenomeno polivalente, cioè aperto a molteplici possibilità di formazione della value proposition, e configurato in funzione di gruppi di clienti.
Il compito più arduo sul lato business rimane la sua promozione per favorirne la conoscenza e accrescerne dimestichezza. La smart home diventerà probabilmente un must have quando gli utenti riscopriranno i benefici derivanti da queste tecnologie e quando questi supereranno di gran lunga i costi da “sopportare”; auspicabilmente il nuovo GDPR potrà salvaguardare l’utilizzo dei dati personali a favore degli utenti.
Bibliografia essenziale
Alam, M. R., Reaz, M. B. I., & Ali, M. A. M. (2012). A review of smart homes—Past, present, and future. IEEE Transactions on Systems, Man, and Cybernetics, Part C (Applications and Reviews), 42(6), 1190-1203.
Ding, D., Cooper, R. A., Pasquina, P. F., & Fici-Pasquina, L. (2011). Sensor technology for smart homes. Maturitas, 69(2), 131-136.
Ehrenhard, M., Kijl, B., & Nieuwenhuis, L. (2014). Market adoption barriers of multi-stakeholder technology: Smart homes for the aging population. Technological forecasting and social change, 89, 306-315.
Ricerca sulla Smart Home dell’Osservatorio Internet Of Things della School of Management del Politecnico di Milano presentata convegno “Non manca (quasi) più nessuno: la Smart Home apre i battenti”.
Gram-Hanssen, K & Darby, SSJ 2018, ‘“Home is where the smart is”? Evaluating smart home research and approaches against the concept of home‘ Energy Research and Social Science, vol. 37, pp. 94-101.
“La smart home italiana? Parte dal maggiordomo digitale”, Schieppati M., 2018
Ovum “Best practices in Consumer IoT”, Radicati F., 2016
“The Impact Of The Digital Revolution On The Smart Home Industry”, Caccavale M., 2018 Forbes
“Redefining the smart home”, Jurgens B., 2018 Forbes
Berg Insights, “Smart Homes and Home Automation”, 2018
www.assisnews.it
www.statista.com
www.un.org
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