Le recenti notizie di Enel che vuole costruire una rete in fibra per smart grid e banda ultra larga dimostrano che siamo entrati in una fase di grande cambiamento per le utility. Ma pochi sanno che le novità non riguardano solo l’energia elettrica ma anche il gas. L’Autorità per l’Energia Elettrica, il Gas e il Sistema Idrico (Aeegsi) ha infatti stanziato finanziamenti per sei sperimentazioni che secondo mandato includono – oltre allo Smart Metering multi-utility – diversi ambiti della Smart City (Illuminazione intelligente e Raccolta rifiuti in primis) in ottica multiservizio.
Nonostante non vi sia una piena sovrapposizione tra il concetto di Smart City e il paradigma dell’Internet of Things (IoT), quest’ultimo sta acquisendo sempre più chiaramente il ruolo di tecnologia abilitante della città intelligente, migliorandone la gestione, rendendola più vivibile e fornendo slancio alle attività economiche. Nonostante le numerose iniziative avviate nel corso degli ultimi anni, poche sono riuscite a superare lo stadio di sperimentazione e nel complesso lo scenario italiano rimane ancora a macchia di leopardo.
Dai risultati della Ricerca dell’Osservatorio Internet of Things emerge che la principale barriera nel realizzare progetti IoT per la Smart City sia – secondo i comuni stessi – la disponibilità di risorse economiche, seguita a breve distanza dalla mancanza di competenze interne. Per trasformare le tante “belle idee” che hanno permeato le iniziative progettuali finora avviate in applicazioni concrete e durature, in grado di portare valore alla Pubblica Amministrazione, alle aziende e ai cittadini è essenziale lavorare su entrambi questi fronti, cercando di ridurre i costi degli investimenti, definendo opportuni modelli di finanziamento (che non passino solo da fondi MIUR) e al contempo creando nella Pubblica Amministrazione le competenze adeguate per selezionare e gestire i progetti.
In questo percorso perché parlare di Smart Metering gas? Essenzialmente per due motivi: il primo è che entro il 2018 almeno il 60% dei contatori gas presenti nelle nostre case dovranno obbligatoriamente essere connessi, in modo da abilitare la telelettura e consentire di emettere le fatture sulla base dei consumi effettivi (e non più delle previsioni di consumo). Il secondo motivo risiede nella possibilità di condividere l’infrastruttura di comunicazione – inizialmente prevista per la sola rete gas – non solo in logica multi-servizio (elettricità, gas, acqua) ma anche multi-applicazione in chiave Smart City (ad esempio per applicazioni di illuminazione pubblica intelligente o di supporto alla mobilità). È in quest’ultimo scenario che un ruolo fondamentale è giocato dall’AEEGSI (Autorità per l’Energia Elettrica, il Gas e il Sistema Idrico): se infatti nel 2013 l’Ente regolatore aveva mostrato una prima apertura in tale direzione, consentendo di condividere l’infrastruttura di comunicazione con altre utility e con applicazioni Smart City, nel 2014 l’adesione a questo principio è divenuta palese. L’AEEGSI ha infatti stanziato finanziamenti per sei sperimentazioni che secondo mandato includono – oltre allo Smart Metering multi-utility – diversi ambiti della Smart City (Illuminazione intelligente e Raccolta rifiuti in primis) in ottica multiservizio.
Per favorire ancora di più lo sviluppo di una infrastruttura urbana condivisa, all’interno dell’Osservatorio è stato sviluppato il concetto della Smart Urban Infrastructure (SUI), ovvero una infrastruttura di comunicazione su scala urbana nativamente condivisa tra più applicazioni, in cui i nodi capillari non possano (per ragioni energetiche o funzionali) appoggiarsi a reti di comunicazione esistenti. All’interno della Ricerca si è dimostrato che la creazione di una SUI volta a offrire ad esempio tre servizi (Smart Metering gas, Illuminazione intelligente, Raccolta rifiuti) in una città di medie dimensioni consente, rispetto a una realizzazione non coordinata di questi stessi tre servizi, un risparmio del 25%÷50% dei costi di investimento e del 50%÷70% dei costi operativi. Per venire incontro alle limitate capacità di spesa della PA e al contempo agevolare l’azione di aziende che possano impegnarsi nello sviluppo di questa infrastruttura è importante la cooperazione pubblico-privato. La Municipalità infatti potrebbe concedere l’utilizzo dei propri asset in forma agevolata al soggetto privato che investe e gestisce la SUI, il quale in cambio può riconoscere alla Municipalità delle tariffe favorevoli per la connessione dei propri oggetti intelligenti per la Smart City. Una opportuna negoziazione di questi parametri può portare a un punto di equilibrio vantaggioso per entrambi, con un evidente effetto positivo sulle possibilità di realizzazione di una tale infrastruttura, che poi resta disponibile (e dimensionata) anche per altre applicazioni “to Business” – B2b (Smart Metering Gas in primis) e “to Consumer” – B2c.