E-AGENDE REGIONALI

Sostenibilità digitale e neutralità tecnologica i principi guida dell’Agenda dell’Umbria

L’assessore Bartolini: “Basta con le norme inapplicabili. Sulla nuova legislazione serve una verifica a priori. E bisogna spingere sulla standardizzazione”. L’iniziativa strategica per eccellenza? “Lo sviluppo delle competenze digitali e del talento”

Pubblicato il 21 Ott 2015

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Infrastrutture tecnologiche digitali, cittadinanza e diritti con il digitale, competenze digitali ed e-inclusion, competitività e sviluppo, qualità della vita e salute: sono queste le cinque “missioni” dell’Agenda digitale della Regione Umbria messe nero su bianco nella nuova programmazione 2014-2020 e nate a seguito di un confronto pubblico con i focus group creati nel 2015. Nella nuova programmazione sono previsti circa 75 milioni di euro specificatamente sul digitale. “Siamo partiti alla fine del 2012 quando è stata avviata una consultazione pubblica e partecipata per raccogliere esigenze, stimoli, idee e suggerimenti. Quest’anno abbiamo avuto un primo momento di controllo pubblico con i focus group ed i risultati ottenuti sono serviti a definire in modo partecipato e condiviso le cinque missioni dell’Agenda Digitale”, racconta l’assessore regionale all’Innovazione, Antonio Bartolini.

Neutralità tecnologica e sostenibilità digitale i due principi guida per spingere la diffusione delle tecnologie nell’operatività quotidiana delle PA. “È questa la leva per semplificare processi e procedure. La “clonazione” digitale di processi analogici è uno dei problemi sui quali occorre riflettere, credo che sia necessaria una forte opera di semplificazione normativa, amministrativa ed organizzativa per procedere con efficacia all’erogazione dei servizi digitali e non, effettivamente usabili ed utili per i cittadini ed imprese”, sottolinea Bartolini.

Se la neutralità tecnologica, “garantisce che il processo, qualunque esso sia, possa essere implementato attraverso piattaforme standardizzate e trasversali così da poter generalizzare la gestione di tutte le procedure con lo stesso strumento”, la sostenibilità digitale “al pari di quella economica, rappresenta la verifica a priori che in fase di produzione legislativa e regolamentare deve essere fatta per evitare che una norma sia inapplicabile o insostenibile”.

Determinante anche il ruolo della banda larga: la Regione sta completando l’attivazione degli interventi per la copertura di tutto il territorio e ha fissato al 2016 la chiusura dei “cantieri”: “Entro giugno del prossimo anno – annuncia l’assessore – avremo completato gli interventi e le piattaforme che consentiranno a tutti gli enti della Regione di erogare servizi digitali all’utenza. Mi riferisco alle reti, al data center regionale unitario, all’identità digitale, ai pagamenti elettronici, alla fatturazione elettronica, agli open data, al fascicolo sanitario, alla scrivania digitale, alla cooperazione applicativa. Tutti progetti che consentiranno non solo alla PA, ma soprattutto alle imprese ed ai cittadini di accelerare i processi amministrativi”.

Per “snellire” la macchina burocratica “l’iniziativa strategica per eccellenza è lo sviluppo delle competenze digitali e del talento che è dentro alle amministrazioni”, dice Bartolini. L’altra chiave è la trasparenza e l’attivazione di percorsi di partecipazione attiva degli stakeholder, anche attraverso gli strumenti digitali. “In gran parte il mondo dei social media, saper gestire una community, analizzare i dati, saper costruire delle esperienze, curare la propria reputazione online, sono ancora campi quasi inesplorati per le PA. Ecco perché servono competenze nuove”.

Particolare attenzione inoltre sarà posta allo sviluppo di apposite app che consentono un accesso ai servizi offerti più rapido e immediato. “È innegabile che ormai la maggior parte della popolazione possiede uno smartphone, la creazione di app dedicate ai servizi che la PA decide di mettere a disposizione rappresenta il modo più pratico e veloce per poter accedere a tali servizi. Ma non basta fare una app: bisogna cambiare i processi e ripensare gli stessi servizi pubblici. Il digitale è lo strumento, ma prima di tutto bisogna avviare un importante processo di semplificazione”. Per avere successo – ne è convinto l’assessore – la sfida più che tecnologica è di “apertura” della PA. “Per questo nella nostra legge 9/2014 si punta sul concetto di “openness” a tutti i livelli, nel pubblico e nel privato”.

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