L’AgID, l’Agenzia per l’Italia Digitale, ha presentato lo scorso 24 giugno la Circolare N. 2, con la quale definisce le modalità di acquisizione di beni e servizi in ambito ICT nella pubblica amministrazione. La Circolare è stata inviata alle amministrazioni pubbliche e a tutte le società inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione con lo scopo di programmare le spese ICT in coerenza con gli obiettivi dell’Agenda Digitale.
La Circolare, che prevede una serie di disposizioni applicabili alla pubblica amministrazione per l’anno 2016, è stata emanata dall’AgID sulla base delle previsioni della Legge di stabilità 2016 (L. 28 dicembre 2015 n. 208), che individua, all’art. 1, commi 512-517, un obiettivo di risparmio della spesa annuale della pubblica amministrazione in ambito ICT. Il risparmio di spesa nel settore dei beni e servizi informatici e di connettività, come previsto al comma 515, dovrà essere raggiunto alla fine del triennio 2016-2018 e dovrà essere pari al 50% della spesa annuale media per la gestione corrente del solo settore informatico, relativa al triennio 2013-2015.
L’AgID, pertanto, ha come obiettivo quello di delineare un percorso di “convergenza”, che accompagni le pubbliche amministrazioni a predisporre fin dall’anno 2016 il contenimento delle spese alla luce di quanto previsto dalla Legge di stabilità, in attesa di un Piano Triennale, che sarà predisposto da AgID dal 2017.
Il contenimento delle spese informatiche per la pubblica amministrazione, in linea con i processi di spending review in atto, è dunque il principale obiettivo della recente Legge di stabilità, che ha incentivato l’acquisizione centralizzata di beni e servizi in materia informatica e di connettività. Le Amministrazioni pubbliche e le società inserite nel conto consolidato individuate dall’ISTAT sono tenute, pertanto, a provvedere ai propri approvvigionamenti nel settore esclusivamente tramite Consip S.p.A. o i soggetti aggregatori, ivi comprese, le centrali di committenza regionali.
Nel testo della Legge di stabilità 2016 sono indicati i modi operativi attraverso i quali la pubblica amministrazione è tenuta a perseguire il risparmio di spesa, prevedendo:
· la redazione di un Piano Triennale per l’informatica nella pubblica amministrazione, all’interno del quale sarà inserito un elenco dei beni e servizi informatici e di connettività e dei relativi costi, suddivisi in spese da sostenere per innovazione e spese per la gestione corrente;
· la programmazione degli acquisti di beni e servizi per l’informatica da parte di Consip o del soggetto aggregatore interessato;
· il raggiungimento dell’obiettivo fissato dalla legge in ordine al risparmio di spesa annuale.
Il Piano Triennale, che andrà a regime nel 2017, è lo strumento con cui saranno raggiunti gli obiettivi indicati dalla Legge di stabilità e con il quale l’Agenda digitale potrà essere attuata. E’ infatti il documento di programmazione delle spese ICT per le pubbliche amministrazioni, ma anche lo strumento per definire il percorso di attuazione del “Modello Strategico di evoluzione del sistema informativo della PA”. Pertanto, attraverso il Piano Triennale, si perseguirà l’obiettivo di innovare i servizi e razionalizzare la spesa ICT nella pubblica amministrazione e la roadmap definitiva per raggiungere tali traguardi è stata articolata dall’AgID in tre livelli: Infrastrutture materiali; Infrastrutture immateriali ed Ecosistemi. Nel Piano Triennale, per ognuno di questi tre livelli, saranno definiti gli obiettivi strategici, le linee guida per le nuove realizzazioni, i costi e gli obiettivi di risparmio, così da definire nel dettaglio le modalità di acquisto e la strategia che le pubbliche amministrazioni dovranno seguire nel settore ICT. Per Infrastrutture materiali si intendono le infrastrutture fisiche con le quali sono erogati i servizi applicativi delle pubbliche amministrazioni, come ad esempio i data center, i servizi di connettività, il disaster recovery, il business continuity, la cybersecurity, e il Piano Triennale prevedrà una razionalizzazione delle infrastrutture in base ai servizi applicativi erogati e ai dati gestiti. Per Infrastrutture immateriali, invece, si intendono le piattaforme applicative nazionali, che offrono servizi condivisi e che dunque ottimizzano la spesa complessiva, come ad esempio Spid (il Sistema pubblico di identità digitale), PagoPA (la piattaforma per la gestione elettronica dei pagamenti della pubblica amministrazione) o anche ComproPA (il sistema delle piattaforme negoziali per gli acquisti delle pubbliche amministrazioni). Infine gli Ecosistemi, da intendersi i “domini applicativi verticali”, tra i quali vanno evidenziati la Sanità digitale, la Scuola digitale, la Giustizia digitale, il Turismo digitale ecc., oltre a quelli che completano gli ambiti applicativi verticali, come ad esempio il public procurement, il fisco e tributi, i servizi alle imprese ecc.
La realizzazione del Piano Triennale necessita però di una serie di azioni preventive, alle quali la pubblica amministrazione dovrà sottostare per non pregiudicare la piena attuazione del Piano nel 2017.
L’AgID, pertanto, ha previsto che le pubbliche amministrazioni:
a. redigeranno e trasmetteranno ad AgID il piano di integrazione alle infrastrutture immateriali, che preveda l’utilizzo di tutte le infrastrutture disponibili, ma non ancora utilizzate, entro dicembre 2017, così da raggiungere gli obiettivi di riduzione della spesa nell’anno 2018;
b. non potranno effettuare acquisti di beni e servizi informatici, anche se per innovazione, nel caso in cui tali acquisti siano in contrasto con i principi generali del Piano Triennale (ad esempio non potranno essere effettuate spese per la costituzione di nuovi data center o per adeguare piattaforme applicative facenti parte delle infrastrutture immateriali);
c. per poter acquistare beni e servizi informatici e di connettività, devono preliminarmente verificare l’esistenza di obblighi di acquisizione centralizzata. In particolar modo dovranno verificare: la sussistenza dell’obbligo di ricorso alle convenzioni Consip, al MEPA (Mercato elettronico della pubblica amministrazione), agli accordi quadro, a strumenti di acquisto e negoziazione telematici messi a disposizione da Consip o dalle centrali di committenza regionali di riferimento;
d. nel caso in cui non sussistano obblighi di acquisto centralizzato, le amministrazioni devono ricorrere esclusivamente agli strumenti di acquisto e di negoziazione presso Consip e i soggetti aggregatori, per i beni e i servizi disponibili presso di essi;
e. potranno acquistare beni e servizi informatici in maniera autonoma soltanto dopo aver verificato che non esistono “strumenti di aggregazione”, attraverso la consultazione di pagine web apposite. In tal caso e soltanto se il bene/servizio è indisponibile o inidoneo al soddisfacimento del fabbisogno o in caso di necessità e urgenza, le amministrazioni possono procedere ad acquisti autonomi, previa autorizzazione motivata dell’organo di vertice amministrativo.
Dunque, l’AgID ha provveduto a definire i prossimi step in ambito di acquisti ICT per le pubbliche amministrazioni, in attesa dell’approvazione del Piano Triennale da parte del Presidente del Consiglio dei ministri o da un Ministro delegato, come previsto dalla Legge di stabilità 2016. Fino a quel momento, infatti, le pubbliche amministrazioni sono tenute a rispettare le condizioni specificate nella Circolare dell’AgID, per poter avviare il processo di riduzione della spesa in campo ICT entro il 2018.