il servizio direct to cell

Starlink sul nostro cellulare? Che c’è dietro la mossa di Musk



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Starlink entra nel mercato della telefonia con “direct to cell”, sfidando gli operatori tradizionali nonostante limitazioni tecniche. Mentre la FCC americana approva, l’Europa è cauta. Il servizio appare complementare piuttosto che sostitutivo delle infrastrutture terrestri

Pubblicato il 3 mar 2025

Sergio Boccadutri

esperto di pagamenti elettronici, Direttore generale della Fondazione Luigi Einaudi



stralink entra nella telefonia mobile (1)

Nel panorama delle telecomunicazioni globali, Starlink di SpaceX sta emergendo come un attore sempre più aggressivo. Dopo aver fornito una risposta all’accesso a Internet nelle aree remote, la costellazione satellitare di Elon Musk sta ora entrando nel mercato della telefonia mobile con il servizio “direct to cell”, che rischia di generare uno tsunami nel settore.

La flotta satellitare di Starlink conta già 7.000 unità in orbita bassa, con piani di espansione a 12.000 entro fine 2025 e un obiettivo finale di 43.000 satelliti. Questa infrastruttura spaziale senza precedenti fino ad ora ha mirato a fornire servizi di connettività nelle aree dove le infrastrutture terrestri tradizionali sono carenti o assenti.

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Ma dal 9 febbraio 2025 il servizio “direct to cell”, sviluppato in partnership con T-Mobile, è entrato in fase beta negli Stati Uniti, dopo aver ricevuto l’approvazione della Federal Communications Commission (FCC). La caratteristica distintiva di questa tecnologia è la capacità di connettere direttamente i dispositivi mobili standard 4G senza utilizzare hardware aggiuntivo, differenziandosi così dalle comunicazioni satellitari tradizionali che richiedono terminali specializzati.

Attualmente, il servizio consente solo lo scambio di SMS nelle zone prive di copertura cellulare, mentre le future generazioni di satelliti potranno consentire anche chiamate vocali e connessione dati.

Un aspetto cruciale, spesso trascurato nel dibattito pubblico, riguarda i limiti tecnici intrinseci di questa tecnologia. La banda disponibile per connessioni dirette ai dispositivi comporta una velocità di trasmissione significativamente inferiore rispetto ai servizi cellulari tradizionali. Questo posiziona il servizio come soluzione complementare per aree remote piuttosto che come alternativa nelle zone con una buona copertura mobile.

T-Mobile ha comunque lanciato una massiccia campagna pubblicitaria durante il Super Bowl, raggiungendo oltre 130 milioni di telespettatori americani, segnalando l’importanza strategica attribuita a questa funzionalità, non solo per gli utenti in zone remote, come grandi parchi, deserti e zone di montagna (che negli USA coprono circa 1,3 milioni di km², quasi due volte l’area del Texas), ma come caratteristica che potenzialmente aumenta la sicurezza degli utenti ovunque.

La reazione dell’industria cellulare globale è stata ostile. La Cellular Telecommunications Industry Association (CTIA), l’associazione industriale delle telco Usa, ha contestato l’autorizzazione concessa a Starlink di utilizzare lo spettro terrestre senza le previste procedure, sostenendo che questo approccio minaccia il modello di business dell’industria e solleva gravi preoccupazioni normative.

Gli operatori tradizionali evidenziano le limitazioni tecniche: qualità del segnale irregolare e latenza (tempo impiegato dal segnale per raggiungere il satellite e tornare) significativamente più elevata rispetto alle reti terrestri. In Francia, Jérôme Berger di Orange, ha affermato che non ha senso immaginare che le soluzioni satellitari sostituiranno le tecnologie mobili esistenti, sottolineando che in Francia la copertura mobile riguarda quasi il 99% della popolazione.

Divergenze normative tra Stati Uniti ed Europa

Un elemento distintivo emerso dalle analisi di settore riguarda le differenze nell’approccio regolamentare tra Stati Uniti ed Europa. Mentre la FCC ha già autorizzato SpaceX a offrire il servizio “direct to cell” in collaborazione con T-Mobile, i regolatori europei stanno adottando un approccio molto più cauto.

Le autorità europee richiedono processi tecnici e normativi più rigorosi prima di approvare servizi analoghi, complicando l’espansione di Starlink nel continente. A differenza degli Stati Uniti che ha un quadro normativo unificato, l’Europa richiederà negoziazioni con multiple autorità nazionali, un processo che potrebbe rallentare significativamente la diffusione del servizio.

I sei principali gruppi di telefonia mobile globale, tra cui Orange, Vodafone e Telefonica, hanno inviato una comunicazione alla FCC avvertendo che consentire a Starlink di utilizzare frequenze per le quali gli operatori hanno pagato costose licenze potrebbe costituire la base per future richieste di risarcimento danni.

Starlink non è l’unico attore in questo nascente mercato. Concorrenti come AST SpaceMobile e Lynk Global stanno sviluppando tecnologie simili di connettività satellite-smartphone, affrontando analoghe sfide normative e resistenza del settore.

Apple, in collaborazione con Globalstar, offre già ai possessori di iPhone 14 e modelli successivi la possibilità di inviare messaggi di emergenza via satellite in assenza di rete mobile. Nel novembre 2024, Apple ha acquisito il 20% di Globalstar, investendo 1 miliardo di dollari per sviluppare ulteriormente questa tecnologia.

Anche Amazon si prepara a entrare nel mercato con la sua costellazione satellitare prevista per il 2025, mentre altre aziende come la cinese GeeSpace (filiale della casa automobilistica Geely) stanno sviluppando soluzioni analoghe.

L’Europa sta sviluppando le proprie iniziative: la Commissione Europea ha annunciato una costellazione per il 2030, mentre Eutelsat, operatore satellitare partecipato al 13,6% dallo stato francese tramite Bpifrance (la banca pubblica d’investimenti francese), sta sviluppando la costellazione OneWeb in orbita bassa. A febbraio 2024, Eutelsat ha annunciato il successo di un test condotto con Airbus Defence and Space e il produttore taiwanese MediaTek.

Nonostante la retorica dirompente che spesso accompagna le iniziative di Musk, l’industria satellitare nel complesso considera il servizio “direct to device” più come complementare che sostitutivo delle reti terrestri. L’obiettivo primario resta la copertura in aree remote dove la costruzione di infrastrutture cellulari non è economicamente sostenibile.

Alcuni analisti hanno stimato che il servizio “direct to cell” potrebbe conquistare tra il 5% e il 10% del mercato globale della telefonia mobile, rappresentando potenzialmente centinaia di miliardi di dollari di fatturato. L’Africa, dove Starlink è già presente con i suoi servizi Internet, costituisce un mercato particolarmente promettente per la limitata infrastruttura terrestre di telecomunicazione in molte ed estese aree.

Evoluzione dei quadri normativi globali

I quadri normativi per queste nuove tecnologie sono ancora in fase di sviluppo a livello mondiale. Organismi internazionali come l’International Telecommunication Union (ITU) stanno considerando regolamentazioni specifiche per le comunicazioni satellite-dispositivo, cercando di bilanciare innovazione e protezione degli investimenti esistenti.

La messa sul mercato, prevista per il 2027, di licenze satellitari “in banda S” da parte della Commissione Europea rappresenterà un test cruciale per valutare le intenzioni di Musk e la capacità di reazione delle autorità e degli operatori tradizionali.

Una questione fondamentale riguarda la strategia a lungo termine di Starlink: continuerà a dipendere dagli operatori tradizionali o cercherà autonomia operativa? Uno scenario possibile vede Musk acquisire frequenze proprie in futuro, facendo leva sul suo crescente potere politico per navigare le complesse regolamentazioni del settore.

Un altro sviluppo potenziale potrebbe coinvolgere Tesla, con l’integrazione della connettività Starlink nei veicoli elettrici dell’azienda, creando un ecosistema chiuso che apporterebbe milioni di clienti potenziali alla rete satellitare.

Conclusione: una convergenza complessa

La fusione tra industrie satellitari e cellulari presenta ancora notevoli sfide. Le tensioni normative, i limiti tecnologici e la resistenza del settore mobile tradizionale costituiscono ostacoli significativi alla visione di Musk di una connettività globale senza soluzione di continuità.

Mentre Starlink prosegue la sua rapida espansione, il settore delle telecomunicazioni si trova a un punto di svolta strategico. La capacità degli operatori tradizionali di adattarsi a questa nuova realtà e delle autorità di regolamentazione di trovare un equilibrio che favorisca l’innovazione mantenendo la concorrenza leale determinerà il futuro dell’ecosistema globale delle comunicazioni.

Il “direct to cell” di Starlink rappresenta non solo un’innovazione tecnologica, ma un potenziale cambiamento paradigmatico nel modo di concepire la comunicazione mobile, sfumando i confini tra connettività terrestre e spaziale in un mondo sempre più interconnesso. Tuttavia, il percorso dall’ambizione alla realizzazione potrebbe rivelarsi più lungo e complesso di quanto inizialmente previsto.

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