Aspettando la ripresa, i principali protagonisti delle comunicazioni elettroniche italiane si sono ritrovati a Capri per fare il punto sulle trasformazioni in atto e le prospettive per tornare a crescere all’interno di un comparto che continua a scontare la contraddizione tra l’esplosione dei consumi (in particolare di banda e servizi associati) e la riduzione dei ricavi. Molti i temi all’ordine del giorno, che rappresentano altrettante tessere di un mosaico che si andrà configurando per costruire il nuovo assetto delle comunicazioni elettroniche di domani.
Partnership Pubblico Privato. Il Sotto Segretario di Stato alle Comunicazioni ha ribadito l’impegno del Governo per l’attuazione della strategia in materia di banda ultra larga, che prevede una dotazione finanziaria senza uguali. 2,2 miliardi sono stati sbloccati in agosto, ma la posta in palio è molto più ampia, per dare concretezza al piano che consentirà all’Italia di recupera il gap e di porsi all’avanguardia in Europa. Leadership italiana.
Roma chiama Bruxelles. Nella sua attuale configurazione, il piano governativo necessita di alcuni chiarimenti riguardo alla tematica degli Aiuti di Stato, in particolare per quanto attiene al salto di qualità nelle aree già infrastrutturate o in corso di infrastrutturazione (le cosiddette aree “nere”). Nel frattempo, il Governo ha completato la valutazione di impatto richiesta dalla Commissione per quanto riguardo la misura approvata nel 2012. Tale analisi è alla base della prosecuzione degli interventi dell’approccio già sperimentato, ma rivisto e corretto secondo le indicazioni della commissione e le nuove componenti della strategia. Bruxelles guarda con interesse a Roma.
Pax regolatoria. Evocata da Telecom Italia, la “litigiosità” tra operatori e nei confronti dei regolatori viene richiamata spesso anche dal Presidente dell’Autorità di settore. Sanzioni e cause rimangono di attualità, ma aumenta la consapevolezza che, da un lato, serve un nuovo modello di equivalence che consenta una competizione sempre più “fair” e, dall’altro, il confronto competitivo si sposterà sui territori limitrofi. Saranno sempre di più gli ambiti che troveranno gli operatori di telecomunicazioni su posizioni comuni a negoziare nuove regole per competere nell’arena dell’economia digitale. Co-opetition.
Tra reti e servizi. Passata l’era della diversificazione delle aziende multiservizi nelle telecomunicazioni e quella degli operatori di telecomunicazioni che ambiscono a trasformarsi in media company, telecomunicazioni, energia e televisione ritornano a frequentarsi con rinnovato interesse. Da un lato, lo stimolo proviene dal Governo e dalla necessità di portare le nuove reti in modo capillare sul territorio, anche laddove le economie di densità non sono tali da consentire la realizzazione di costose infrastrutture civili (ben venga, quindi, l’utilizzo delle palificazioni elettriche). Dall’altro, la banda ultra larga si alimenta e alimenta contenuti bandivori e il video, in ogni sua forma, rimane l’oggetto del desiderio per eccellenza (nelle sue varie forme di pay per use). Content is king, but distribution is queen.
Tre sembra il numero magico. Il consolidamento degli operatori è una realtà anche in Italia, a cominciare dal mobile e dall’integrazione tanto attesa tra Tre e Wind, che porterà ad un oligopolio concorrenziale, sulla falsariga di quanto avviene anche all’estero. L’impatto sullo sviluppo dell’innovazione nelle reti e nei servizi è sicuramente da verificare, ma si creano le basi per l’apertura di una nuova fase concorrenziale, che potrà avere ripercussioni anche sul mercato dei servizi di rete fissa. Innovazione e concorrenza.
Oltre le comunicazioni elettroniche. Nuove alleanze, ma anche nuovi mercati. Mentre ci godiamo il successo del 4G, a conferma del paradigma che è l’offerta a creare la propria domanda, si è messo in moto il processo di standardizzazione che ci porterà verso le reti mobili di quinta generazione, definitiva frontiera per la realizzazioni e di reti e servizi veramente ubiqui. Ubiquità, la parola d’ordine.
Confini in movimento.