La Svezia è nei primi posti in tutti i principali ranking internazionali sull’area dell’innovazione e del digitale. Solo per ricordarne alcuni:
* è al primo posto (su 81 Paesi) nel “Web Index”, che misura l’impatto del World Wide Web sulla società, e si focalizza sulle aree dell’accesso universale alla rete, sulla libertà e l’apertura, sulla rilevanza dei contenuti digitali e sull’empowerment nei diversi settori della società;
* è al primo posto nell’Innovation European Scoreboard, che misura le prestazioni dei Paesi Europei nell’area dell’innovazione secondo più dimensioni (risorse umane, ricerca, finanza, presenza di innovatori, investimenti delle imprese, impatti economici, asset intellettuali);
* è al secondo posto (su 157 Paesi) nell’ICT Development Index, che misura le performance digitali di un Paese sulla base dell’accesso alle tecnologie e alla rete, del loro uso e delle competenze che sono presenti;
* è al terzo posto (nel 2012 era prima) dietro Finlandia e Singapore (su 144 Paesi) per il Networked Readiness Index, che misura la presenza delle condizioni essenziali per lo sviluppo pieno delle potenzialità della rete.
Inoltre, in tutti i parametri dell’Agenda Digitale Europea riporta valori al di sopra della media ed è costantemente tra i Paesi più virtuosi.
L’Agenda Digitale svedese: la visione, le iniziative, i risultati
La responsabilità delle politiche del digitale è assegnata ad Anna-Karin Hatt, Ministro per l’Information Technology e l’Energia (Ministero dell’Impresa, dell’Energia e delle Comunicazioni), che ha seguito lo sviluppo dell’Agenda ed è adesso anche impegnata nella promozione della Svezia nei paesi asiatici proprio grazie alle performance eccellenti della Svezia sul fronte dell’innovazione.
Secondo la Ministra, “la Svezia deve essere una nazione leader nell’IT, dove la tecnologia è al servizio della popolazione. La Svezia assumerà la responsabilità di risolvere la crisi climatica convertendosi verso un sistema di energia sostenibile in grado di dare ai consumatori e alle imprese svedesi accesso all’energia a un prezzo ragionevole. La Svezia guiderà lo sviluppo di tecnologie per l’ambiente che risolvono i problemi globali ambientali, creano lavoro, crescita e nuovo business nel nostro Paese”.
Sul digitale le strategie sono state definite nell’”Agenda Digitale per la Svezia”, che copre tutte le aree delle politiche del digitale, come l’uso dell’ICT nelle scuole e il lavoro per i diritti umani, sulla base degli aspetti tecnici significativi, come la banda larga e la comunicazione su tecnologia mobile. L’Agenda Digitale svedese è stata approvata nell’ottobre del 2011, e la sua definizione è avvenuta dopo un percorso partecipativo che ha visto svilupparsi incontri tematici con i diversi stakeholder privati e pubblici per tutto il 2011.
La visione riportata nell’Agenda è quella della Svezia come “il miglior Paese nel mondo nel beneficiare delle opportunità date dal digitale”, una visione ambiziosa ma definita in correlazione stretta con gli stakeholder e quindi con le esigenze e le possibilità reali di concretizzare un tale disegno. Perché una delle chiavi del successo è nel coinvolgimento di tutti gli stakeholder. Chi è stato coinvolto nel processo di definizione? “Chiunque voleva contribuire al processo”, nelle parole della Ministra, con incontri trasmessi in streaming sui diversi temi “IT nelle scuole e nell’insegnamento”, “IT e ambiente”, “IT e competenze digitali”, “ IT e innovazioni digitali”, con l’uso dei social media, ma anche con la costituzione del “Consiglio per la Digitalizzazione” che ha visto la partecipazione dei maggiori esperti svedesi.
Come si può riscontrare dal sito del governo svedese l’impegno sul fronte delle politiche ICT rimane elevato e nel 2013 il budget dedicato all’area IT è stato di 0,5 bilioni di corone svedesi (circa 56 miliardi di euro), che si sommano ai 2 bilioni di corone svedesi investiti ogni anno dall’Agenzia per l’Innovazione VINNOVA.
L’Agenda Digitale svedese si articola su quattro aree strategiche:
- ICT “facile e sicuro da usare”, in quanto tutti gli svedesi devono avere la possibilità di usare l’ICT indipendentemente dall’età, dall’istruzione, dalla posizione geografica e da fattori socio-economici. Usare l’ICT e internet, però, in modo informato e consapevole, caratterizzato da consapevolezza sulla sicurezza e con un alto livello di trust, di fiducia. Oggi il 90% degli svedesi utilizza regolarmente Internet;
- “servizi che generano benefici”, poiché l’indirizzo è che i servizi online pubblici e privati si focalizzino sui benefici che forniscono ai cittadini e al business, all’economia in generale. Solo così le persone li utilizzano e contribuiscono all’evoluzione dei servizi. Oggi il 75% degli svedesi utilizza l’internet banking per i pagamenti. Per far sì che questo sviluppo continui, e che i benefici siano sempre maggiori in tutti i settori, viene posto un focus specifico sull’uso dell’ICT nell’education e nel settore sanitario;
- “necessità di infrastrutture”, poiché si identifica come condizione base indispensabile poter disporre di una robusta rete in banda larga. Così è stata anche definita una strategia nazionale per la banda larga. Sulla base di questa strategia e degli investimenti conseguenti, oggi il 53% della popolazione ha accesso alla banda a 100Mbps (target europeo per il 2020) e l’obiettivo è di raggiungere il 90% nel 2020. Anche dal punto di vista della rete mobile sono stati fatti investimenti significativi, passando dal 48% di svedesi con accesso al 4G nel 2012 al 93% del 2013.
- “il ruolo dell’ICT nello sviluppo sociale”, poiché l’idea di fondo è che lo sviluppo del digitale rivoluziona la società e tutte le aree dell’economia, ma che un ruolo fondamentale l’ICT deve svolgerlo per affrontare le sfide globali più impegnative, come il cambiamento climatico e la riduzione della povertà. Sul fronte del cambiamento climatico il focus è sulle smart grid, che è anche un modo per responsabilizzare i consumatori, legando il consumo di energia al prezzo energetico e premiando i comportamenti virtuosi.
Queste aree strategiche sono state articolate in 160 obiettivi specifici, che vengono monitorati da una “Commissione per la Digitalizzazione”, che ha quindi anche il compito di analizzare gli andamenti e definire le azioni da attuare per raggiungere gli obiettivi.
A presiedere la Commissione, che è un organismo indipendente dal governo, è Jan Gulliksen, rettore della Scuola di Computer Science e Comunicazioni al Royal Institute of Technology, a Stoccolma, nominato di conseguenza Digital Champion per la Svezia.
Lo sviluppo dell’Agenda Digitale svedese ha previsto la definizione delle agende digitali da parte delle regioni, completata nel 2013, che hanno proceduto anch’esse secondo un percorso partecipativo e di coinvolgimento degli stakeholder territoriali, in modo da assicurare una forte collaborazione anche in fase di implementazione e da consentire una condivisione delle buone pratiche tra le diverse regioni. Un coinvolgimento che ha portato, nelle parole della Ministra Hatt, ad un “committment di massa impossibile da ottenere con un approccio top-down”.
Problemi e aree di miglioramento
Anche per la Svezia, però, la sfida della rivoluzione digitale è ancora molto da giocare, e le preoccupazioni sono legate soprattutto alla capacità di fronteggiare alcune situazioni in evoluzione:
- dal punto delle infrastrutture digitali, la sfida è nel passare dalla logica dell’accesso da casa all’accesso mobile, l’Internet ubiquo. Come ha stigmatizzato il Broadband Forum, una comunità di interesse svedese, manca ancora una strategia svedese su questa evoluzione e di conseguenza anche nelle città mancano piani specifici per lo sviluppo dell’infrastruttura in banda larga wireless per permettere ai cittadini l’accesso alla rete in mobilità;
- la preparazione degli studenti svedesi sta peggiorando costantemente negli anni, e il rapporto PISA dell’OCSE sulle competenze degli studenti ha rilevato valori sia nelle aree umanistiche che in quelle scientifiche al di sotto della media OCSE e omogenee nella popolazione, quindi non spiegabili con difficoltà regionali, etniche, o socio-economiche. Non è un caso che Gulliksen abbia rilevato l’importanza anche in Svezia del problema evidenziato dalla Commissione Europea relativo alla necessità di professionalità ICT (rischiano di mancare a livello europeo 900mila professionisti ICT nel 2015);
- il divario tra il livello di istruzione degli immigrati e quello dei nativi svedesi è, secondo la rilevazione OCSE PIAAC sulle competenze degli adulti (che vede la Svezia tra le nazioni a più alta performance), il più elevato tra i Paesi analizzati. Gli immigrati adulti svedesi riportano valori poco superiori a quelli ad esempio riscontrati tra gli immigrati in Italia, nonostante l’Italia sia nelle ultime posizioni e ben sotto la media OCSE;
- la percentuale di svedesi che non può essere considerata “digitalmente attiva”, non usa Internet regolarmente, è uguale a circa il 10%. La preoccupazione espressa anche da Gulliksan è che questa popolazione di 1,2 milioni di svedesi non si è ridotta in modo significativo negli ultimi anni e il 67% di loro dichiara che la motivazione principale è data dall’assenza percepita di vantaggi nell’utilizzo della rete. D’altra parte, poiché i servizi inevitabilmente si spostano online, questa popolazione rischia di rimanere esclusa e nell’impossibilità di esercitare appieno i propri diritti.
Sfide importanti che la Svezia si appresta ad affrontare soprattutto facendo pervadere ancora di più le politiche del digitale dalla logica della cooperazione, della sostenibilità, della condivisione. La sfida si gioca, infatti, soprattutto sul cambiamento sociale, sull’integrazione e sulla cultura dei giovani. Con un ruolo fondamentale giocato dalla scuola, per realizzare il principio espresso dal Digital Champion Gulliksan “l’alfabetizzazione digitale dovrebbe essere considerata importante quanto il saper leggere e scrivere”.