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FDI: “Crisi delle telco, un problema per il Paese: ecco le nostre priorità”

Il preoccupante calo dei ricavi nel settore delle telecomunicazioni richiede azioni urgenti di natura tecnica, economica e di politica industriale. La crisi non riguarda soltanto le aziende di settore, ma mette a rischio lo sviluppo delle reti ultrabroadband, fondamentali per la ripresa e la competitività del sistema paese

Pubblicato il 12 Set 2022

Alessio Butti

Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega all’innovazione

telco e ott

Preoccupa il calo dei ricavi nel comparto delle telecomunicazioni in Italia, che in Italia si attesta, tra il 2010 e il 2020, al 32% a un livello superiore rispetto a quello degli altri principali Paesi europei. Una situazione che non potrà non avere impatto sull’infrastrutturazione digitale del Paese, pure considerata fondamentale nel contesto della ripresa e della competitività.

Ecco perché Fratelli d’Italia considera centrale la questione nel suo programma di Governo, qui compreso il tema rete unica.

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La contrazione dei ricavi e gli interventi di natura economia richiesti dalle telco

La contrazione dei ricavi è legata alla dinamica dei prezzi che ha visto una corsa al ribasso favorita da una estrema competitività del comparto dei servizi (oltre i livelli di sostenibilità di lungo termine) che ha finito per penalizzare la capacità di investimento del settore industriale. Ovviamente, questo ha un impatto sulla infrastrutturazione delle reti ultrabroadband, sia fisse che mobili, per motivi che meritano un più esteso approfondimento.

Gli operatori sollecitano – oltre all’armonizzazione dei limiti di esposizione ai campi elettromagnetici ai valori europei (sul punto FDI, pur comprendendo la natura della richiesta non intende assumere, ora, decisioni avventate) – vari interventi di natura economica, che FDI ha sostenuto in tempi non sospetti, quali la rimodulazione finanziaria degli oneri per i diritti d’uso delle frequenze del 5G, l’applicazione dell’aliquota ridotta al 5% per l’acquisto di servizi di comunicazione elettronica, l’individuazione di politiche attive per favorire up-skilling e re-skilling digitale dei lavoratori e nuove assunzioni di manodopera nei cantieri infrastrutturali.

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Fondamentale per FDI un ribilanciamento dei rapporti tra Tech Company (OTT) e telco europee, con le prime che dovrebbero contribuire agli ingenti investimenti cui gli operatori di telecomunicazioni sono chiamati nella realizzazione delle infrastrutture per il 5G.

La situazione dell’incumbent e gli effetti sul Piano Italia 5G

L’operatore proprietario della principale infrastruttura fissa versa in profondissima crisi economica, finanziaria e occupazionale determinata anche e soprattutto da precedenti politiche di privatizzazione fallimentari e ogni tentativo di rilancio, anche attraverso operazioni strutturali quali la rete unica, si è finora rivelato completamente inconcludente.

Questa situazione di difficoltà ha condotto al ridimensionamento dell’intervento previsto dal Piano Italia 5G del PNRR perché il primo bando, nonostante offrisse incentivi fino al 90% degli investimenti, non incideva sugli Opex che sarebbero rimasti in carico agli operatori in zone non remunerative. Il secondo bando è stato aggiudicato a una Tower Company (Inwit) e non a un operatore, a conferma dello spostamento dei precedenti equilibri economici.

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Interventi di natura tecnica per migliorare l’efficienza del settore

A fronte dei possibili interventi di natura economica, non mancano le azioni di natura prevalentemente tecnica che possono contribuire a migliorare l’efficienza del comparto.

Rendere più competitivo il ricorso all’accesso via radio per favorire la diffusione delle reti ultrabroadband

La diffusione delle reti a banda ultralarga può essere favorita rendendo maggiormente competitivo il ricorso all’accesso via radio, attraverso una serie di azioni.

  • Accelerazione dell’assegnazione al 5G di tutte le bande di frequenza già previste a livello internazionale, con particolare attenzione alle onde millimetriche, non con meccanismi d’asta puri ma con procedure competitive che premino la qualità dei progetti di infrastrutturazione
  • Semplificazione delle procedure di autorizzazione e armonizzazione dei limiti di compatibilità elettromagnetica sugli standard europei.
  • Maggiore efficienza nell’uso dello spettro radioelettrico potenziando la condivisione della stessa banda fra servizi diversi (v. modello CBRS americano e programmi Ofcom e ANRF).
  • Sviluppo di soggetti (Tower Companies) con funzioni di neutral host per la condivisione delle infrastrutture radio nelle aree bianche per facilitare lo sviluppo del 5G in zone a basso traffico.

Cloudificazione e virtualizzazione delle reti

Tra gli interventi di natura tecnica che si potrebbero attuare per promuovere la competitività delle aziende italiane del comparto delle telecomunicazioni, non possiamo non menzionare la cloudificazione e la virtualizzazione delle reti, attraverso l’Open Ran e l’edge computing.

  • Le industrie italiane delle Tlc guardano con crescente interesse al nuovo standard tecnologico Open RAN, che consente di sviluppare le funzioni di accesso alla rete (RAN, Radio Access Network), disaggregando hardware e software delle reti mobili, consentendo di rompere così i vecchi monopoli delle reti da anni appannaggio di un numero limitato di soggetti (Nokia, Ericsson, Huawei, ZTE).
  • Riconoscimento dell’edge computing come interesse strategico del Paese e favorirne l’infrastrutturazione in settori di particolare rilevanza nazionale (a partire dalla infrastrutturazione intelligente delle strade).

Consumo energetico

Di seguito, gli interventi che potrebbero migliorare la situazione sul versante del consumo energetico.

  • Sostegno del comparto tlc con tariffe energetiche agevolate a fronte di investimenti che garantiscano la diffusione di servizi avanzati.
  • Promozione del ricambio tecnologico (abbandonando 2G e 3G) e la condivisione dei siti di trasmissione.
  • Tutela dei consumatori delle Utility che adoperano reti 2G e 3G.
  • Individuazione di soluzioni tecnologiche specifiche in grado di mantenere attivi i sistemi e le reti 2G e 3G che oggi consentono la connettività ad uso dei servizi di pubblica utilità (smart meeters). Molte utility (gas, acqua) che sono tenute a adoperare sistemi wireless di telelettura ricorrono a sistemi 2G e 3G. La dismissione di questi sistemi da parte degli operatori costringerebbe le utility a sostituire tali dispositivi riversando (con la supervisione di ARERA) i costi sul consumatore finale.

Recupero di competenze e di competitività scientifica

Sul versante della Ricerca e Sviluppo, occorre accelerare l’allineamento ai Paesi leader nello sviluppo del 6G per favorire la crescita di aziende italiane di sviluppatori di apparati e di funzionalità di rete.

Broadcasting

Sul fronte del broadcasting, le misure auspicabili riguardano:

  • Introduzione del DAB+ nel rispetto delle imprese che oggi operano nel FM analogico.
  • Sostegno ad operazioni (oggi in fase di analisi) di razionalizzazione delle Tower company per il broadcasting (Raiway, EiTowers), favorendo la nascita di un campione nazionale che possa agire anche nell’interesse generale (servizi IoT di pubblico interesse).

Servizi e mercati digitali (Regolamenti UE DSA e DMA)

Attuazione in Italia delle nuove leggi UE, con particolare attenzione alla responsabilità delle piattaforme online, degli OTT e dei social media, al diritto al rifiuto delle profilazioni personali, all’accesso agli algoritmi da parte delle Autorità nazionali

Interventi di politica industriale e di natura economica

FDI sostiene una serie di interventi orizzontali di politica industriale, tra i quali:

  • Sviluppo di una chiara politica industriale del comparto basata su crescita economica, lavoro e competenze.
  • Crescita delle competenze digitali, infrastrutturazione del Paese non solo in termini di FTTH (max fino al 70%) ma anche attraverso tecnologie alternative come onde radio e FWA.
  • Evitare che i finanziamenti del PNRR finiscano in mando a operatori stranieri.
  • Tutela e sovranità dei dati strategici dei cittadini e cloud nazionale e non gestito o operato da OTT USA.
  • Digitalizzazione della PA.
  • Maggiore tutela del diritto d’autore online anche con l’attribuzione di maggiori poteri di intervento all’Agcom.

Rete unica

Molto complessa la situazione sul versante della rete unica, dove ci sono da valutare diversi fattori, a partire dalla necessità di evitare la duplicazione di investimenti.

  • Requisiti: la rete deve essere pubblica e non verticalmente integrata per consentire lo sviluppo di una concorrenza efficace nella fornitura di servizi ai consumatori.
  • Condizioni: serve una corretta valutazione della rete in rame che sarà sostituita completamente dalla fibra nei prossimi anni, per evitare esagerati esborsi pubblici, peraltro, a favore di azionisti stranieri (Vivendi).
  • È necessario, in via preliminare, valutare i rischi dell’operazione in termini di aiuti di Stato e compatibilità con il diritto Ue.
  • Completamente da rivedere Ruolo Open Fiber in termini di efficienza, capacità, competenze e proprietà azionaria (ed esercizio del golden power)
  • Corretta valutazione dei tempi di realizzazione (oggi valore del titolo troppo basso).

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