Il 2025 potrebbe rappresentare un autentico punto di svolta per le telecomunicazioni B2B. La connettività, un tempo l’ossigeno vitale del settore, è ormai diventata una commodity -indispensabile ma invisibile, proprio come l’aria che respiriamo. Oggi, il palcoscenico è dominato da sfide ben più complesse: il cloud, l’IoT, la cybersecurity e l’edge computing. Tralasciando per un momento l’AI.
Le telco non possono più limitarsi a fornire infrastrutture. È tempo di ridefinire il loro ruolo in un ecosistema in continua evoluzione. E il vero dilemma non risiede solo nell’abbracciare queste tecnologie, ma nel mantenere la loro centralità in un mercato che riscrive le regole a ogni passo. Come possono restare protagoniste quando la velocità del cambiamento sembra ridurle a un ruolo secondario?
Marginalità in compressione, valore in espansione: una tensione sottile
Esaminando la situazione con attenzione, è evidente che le telco si trovano a fronteggiare una tensione profonda tra la pressione sui margini e la crescente richiesta di servizi più sofisticati. Non si tratta solo di una crisi dei vecchi modelli di connettività. Il vero tema è la capacità di offrire valore su due livelli: infrastrutturale e strategico. In un mercato dove le soluzioni tecnologiche sono sempre più modulari e integrate, la competizione si gioca non tanto sull’innovazione di prodotto, quanto sulla creazione di ecosistemi agili, interoperabili e scalabili.
Un esempio emblematico è l’infrastruttura cloud. Da un lato, il cloud ha democratizzato l’accesso alle risorse tecnologiche; dall’altro, ha ridotto gli spazi per chi si occupa “solo” di trasportare dati. Ma cosa accade quando il ruolo delle telco evolve oltre il semplice trasporto, trasformandosi in facilitatori o orchestratori di soluzioni complesse? Qui, la marginalità si contrae, ma il potenziale di generare valore strategico cresce.
L’IoT: promessa o illusione?
L’Internet of Things “industriale” è stato a lungo presentato come una delle grandi promesse per le telco. Tuttavia, il tempo necessario per sviluppare soluzioni veramente scalabili si è allungato, e la crescita prevista non si è materializzata con l’immediatezza desiderata. C’è una dinamica che sfugge alle analisi più comuni: l’IoT non è solo una questione di implementazione tecnologica, ma di generare insight e automazione.
La chiave potrebbe non risiedere semplicemente nella connessione dei dispositivi, ma nel modo in cui i dati raccolti si trasformano in decisioni operative. Sono gli use case e le soluzioni “verticali” che rispondono alle esigenze di vari settori a costituire il vero acceleratore di crescita. Molte telco hanno capito che l’infrastruttura IoT è solo l’inizio; il valore reale emerge quando queste reti intelligenti comunicano con le piattaforme cloud e i sistemi di intelligenza artificiale, dando vita a una complessità che pochi settori possono gestire con la stessa competenza delle telco.
Cybersecurity: tra percezione e realtà
Un’altra dimensione che sta rapidamente ridefinendo il modo in cui le telco vengono percepite dai clienti enterprise è la cybersecurity. In uno scenario in cui ogni nodo della rete rappresenta un potenziale punto di vulnerabilità, la sicurezza diventa molto più di un semplice servizio aggiuntivo. Le architetture Zero Trust, ad esempio, non sono solo strumenti tecnici, ma una vera e propria ridefinizione del concetto di fiducia nell’era digitale.
Se la cybersecurity fosse soltanto una questione di tecnologia, le telco probabilmente sarebbero rimaste ai margini. La realtà, invece, è ben diversa: ciò che i clienti cercano non è solo una soluzione tecnica, ma una fiducia continua, radicata nell’affidabilità della rete stessa. Questo spostamento di percezione trasforma le telco in attori centrali in una partita in cui la posta in gioco è la sicurezza globale. Telefónica Tech, con la sua crescita del 27% nel 2023, è un chiaro esempio di come questa transizione sia già in atto.
Cloud ed edge: il confine sfumato tra infrastruttura e servizio
Uno degli sviluppi più interessanti in questo contesto è la fusione tra cloud ed edge computing. Se il cloud ha reso scalabili le risorse tecnologiche, l’edge computing promette di portare il calcolo più vicino alle fonti di dati, riducendo latenza e costi operativi. Grazie alla loro presenza capillare sul territorio, le telco sono posizionate per sfruttare questa evoluzione, ma il vero vantaggio competitivo potrebbe non risiedere nell’offerta di pura capacità di calcolo distribuito.
Il valore potrebbe invece emergere dalla capacità di integrare e orchestrare soluzioni in tempo reale. Il confine tra infrastruttura e servizio si fa sempre più sfumato: non conta più dove i dati vengono processati, ma come e quanto velocemente possono essere trasformati in azioni concrete. Questa è una frontiera su cui le telco possono creare nuove partnership e modelli di business, collaborando con attori tradizionali e innovatori nel panorama tecnologico.
La trasformazione delle telecomunicazioni B2B
Le telecomunicazioni B2B non sono in crisi; al contrario, stanno attraversando una fase di profonda trasformazione. I settori che gestiscono infrastrutture critiche affrontano una sfida particolarmente ardua: navigare in un contesto competitivo sempre più intenso, spesso con il peso di architetture legacy. In questo scenario, il compito di interpretare le tecnologie emergenti può rivelarsi più complesso rispetto a quello dei “market maker”.
Il futuro delle telecomunicazioni non si limita più alla connettività o all’espansione in nuovi mercati: è essenziale integrare le nuove tecnologie in una proposta di valore più ampia, in grado di rispondere alle esigenze mutevoli del mercato. Orchestrare ecosistemi complessi e riposizionare strategicamente la forza lavoro diventano, quindi, imperativi. Questa forza lavoro rappresenta l’unico motore capace di decifrare la complessità attuale, semplificandola per i clienti aziendali e rendendola non solo accessibile, ma assolutamente indispensabile.