Nel corso degli ultimi mesi le principali testate giornalistiche, cartacee e online, hanno pubblicato alcune inchieste sui prezzi della telefonia che hanno portato alla luce condotte di operatori mobili contrarie ai principi di correttezza e trasparenza nei confronti dei consumatori. Su questo avevo pensato di programmare una interrogazione parlamentare, ma non è più possibile farla. Spero che qualche collega se ne potrà incaricare nella prossima legislatura. Perché è un problema non solo consumeristico ma anche eminentemente politico.
Di fondo, è in atto un deterioramento del rapporto tra operatori e consumatori. La guerra della concorrenza è arrivata a livelli tali da minacciare la trasparenza delle offerte, la capacità degli utenti di fare scelte consapevoli e informate.
In particolare, si sono evidenziati i seguenti fatti.
- L’attivazione preventiva e non richiesta di una serie di servizi ancillari a pagamento sulla SIM al momento della sottoscrizione di un contratto di telefonia mobile da parte del cliente finale – quali a titolo di esempio la segreteria telefonica, il servizio di richiamata quando la linea occupata, la verifica del credito residuo e altri – che concorrono a formare il prezzo totale effettivamente pagato dal cliente finale nel periodo di fatturazione
- viene attivata la possibilità di effettuare abbonamenti a servizi a sovrapprezzo di dubbia utilità, semplicemente visitando pagine web o con procedure di sottoscrizione che risultano non evidenti agli utenti, sovrapprezzo che può spesso superare di molte volte i costi del servizio telefonico
- nella quasi totalità dei casi riportati dalle inchieste su citate, il prezzo pubblicizzato dell’offerta non include i prezzi dei servizi ancillari pagati dal cliente finale né la circostanza dell’attivazione del servizio di pagamento dei predetti servizi a valore aggiunto;
- una volta scoperta la causa degli ulteriori addebiti rispetto al prezzo dell’offerta sottoscritta, il cliente finale incontra notevoli ostacoli per disattivare detti servizi ancillari e detti servizi a valore aggiunto, al fine di interrompere i relativi addebiti in fattura ovvero la decurtazione del credito telefonico;
- ci sono offerte “segrete”, personalizzate, non pubbliche, che rendono difficile la comparabilità dei prezzi da parte degli utenti.
Vorrei a questo punto proporre all’Autorità garante delle comunicazioni di introdurre determinate misure di trasparenza sui prezzi dei servizi ancillari della telefonia mobile affinché i clienti finali possano compiere scelte informate, rafforzando il quadro normativo italiano e le linee guida delle autorità competenti con riferimento ai principi di correttezza e trasparenza relativi ai contenuti della comunicazione al pubblico delle offerte.
Se si ritiene altresì necessario, per migliorare il livello di trasparenza per i clienti finali, prevedere che venga pubblicizzata al cliente finale la possibilità di sottoscrivere servizi a valore aggiunto mediante la semplice navigazione internet e pubblicizzare il prezzo finale dei servizi di telefonia mobile includendo tutte le componenti di prezzo derivanti dai servizi ancillari già attivati sulla SIM al momento della sottoscrizione del contratto, o attivabili successivamente, e che contribuiscono a formare il prezzo complessivo effettivamente pagato dal cliente finale nel periodo di fatturazione.
Il tema è a mio avviso importante. E non solo per le tasche dei consumatori coinvolti. Teniamo conto che siamo in un Paese inchiodato alle ultime posizioni in classifica per utilizzo di internet. Ma solo attraverso un sano rapporto tra utenti e operatori può svilupparsi la società digitale italiana, a beneficio dell’intera economia.