E’ il mese della verità per il futuro dell’Agenda digitale. Marzo o non più marzo. La prossima settimana scade il mandato dell’Unità di Missione di Caio, che si dimetterà e salvo sorprese- l’ha già detto- non vuole più occuparsi di Agenda. Il premier Renzi si incontrerà con lui a fine mese, ma ad oggi non ha ancora deciso niente. Né le cose extra, che pure gli venivano chieste (un sottosegretario, un ministro…), né quelle ordinarie che sarebbero già andate in porto, forse, se non avessimo avuto un cambio di Governo. L’eventuale successore di Caio, appunto.
Ma anche gli ultimi organi per fare andare a regime l’Agenda digitale attendono una nomina, tramite decreto della Presidenza del Consiglio: il Comitato d’indirizzo, il Collegio dei Revisori dei Conti. Senza le quali l’Agenzia non può assumere le persone previste dallo Statuto (quindi è in deficit di personale rispetto al lavoro da fare), né pagare gli stipendi.
Tutto è da decidere e il motivo è che Renzi si è focalizzato finora su altre priorità, che sta affrontando una ad una. Verrà anche il momento dell’Agenda, tra queste. Per ora, siamo nella nebbia. Ma dalla nebbia, cominciamo ad apparire figure. Ipotesi: vediamole, a quanto si apprende da fonti vicine alla Presidenza del consiglio e ai tecnici che hanno lavorato finora all’Agenda.
I dossier che stanno andando sul tavolo di Renzi sono due. Un ruolo politico (che possa in qualche modo dare continuità a quello che era stato di Caio) e la governance dell’Agenzia (delicato sarà in particolare la figura del Comitato d’indirizzo).
- Serve una cinghia di trasmissione tra i tecnici dell’Agenzia e la politica. Deve essere una figura forte e autorevole, che possa portare avanti le misure all’interno delle amministrazioni, imponendosi anche e superando le resistenze. Come ha fatto Caio con le tre priorità (Anagrafe, fatturazione, identità). Ci sono adesso tre ipotesi per questa figura, dopo l’uscita di Caio. La prima: un tecnico vicino al mondo politico e dei ministeri e che ha lavorato alla Cabina di regia del governo Monti. Circolano già alcuni nomi possibili. La seconda una struttura alle dirette dipendenze del sottosegretario Del Rio. La terza: un politico puro, esperto di digitale, e che si interfacci con Del Rio. Anche qui ci sono alcuni nomi, di cui uno facilmente intuibile dai lettori, dato il “colore” dell’attuale governo.
- Gli altri organi dell’Agenzia andranno certo fatti e anche in questo caso ci sono ipotesi diverse. Il Comitato d’Indirizzo che sarà come la “testa di ponte” politica in seno all’Agenzia. Cioè diretta emanazione del Governo. Secondo lo Statuto dell’Agenzia, infatti, nel Comitato siedono rappresentanti dei ministeri e della Presidenza, tra gli altri. Ma sarà anche legame con i territori (c’è un rappresentante delle Regioni). Sotto il governo Letta si pensava di trasferire tutti gli uomini dell’Unità di missione all’interno del Comitato. Adesso il nuovo Governo forse penserà a qualche revisione. Insomma, la cosa dovrà passare di nuovo dai vari ministeri.
Come si vede, il cambio di Governo e la scadenza del mandato di Caio si sono sovrapposte con una tempistica sfortunata, per il futuro dell’Agenza. Il momento è delicato, perché serve dare continuità al lavoro di Caio e fornire all’Agenzia tutte le risorse di cui ha bisogno. Dopo marzo, ogni ulteriore indugio nella sistemazione dei due punti di cui sopra inciderà direttamente come un ritardo sullo sviluppo dell’Agenda.