L’innovazione tecnica offre la possibilità di ovviare a tutti gli annosi problemi che rallentano la realizzazione delle reti gas, acqua, elettricità, idrogeno e telecomunicazioni, oltreché in particolari ambiti della gestione ambientale.
Si tratta delle trenchless technology: soluzioni che consentono di manutenere un tratto di rete o di posare una tratta senza ricorrere al tradizionale scavo a cielo aperto. Una sorta di “microchirurgia delle condotte” che evita di mobilitare grandi quantità di mezzi e materiali, riducendo al minimo il costo dei cantieri, il personale utilizzato, i blocchi del traffico e l’energia consumata.
Una tecnologia che potrebbe consentire di rispettare il cronoprogramma del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza con tutti i confini e i vincoli imposti dall’Europa – pubblicazione dei bandi, assegnazione dei finanziamenti, esecuzione dei cantieri e realizzazione dei progetti – sull’uso delle risorse messe a disposizione per l’Italia.
Le tecnologie trenchless nella realizzazione delle reti Tlc: cosa sono e i vantaggi
No dig: dati e analisi
L’Italia ha conosciuto le prime applicazioni “no dig” negli anni ’80 grazie a Snam nel gas e a Telecom nelle TLC. Da allora lo sviluppo è stato inarrestabile e l’uso del trenchless è oggi uno standard della sostenibilità in ogni cantiere che riguardi la posa di fibra ottica, il rinnovo delle condotte del Sistema idrico integrato, l’interramento di linee elettriche o la manutenzione delle tubazioni del metano a tutti i livelli. A ciò vanno aggiunte le nuove opportunità dettate dall’idrogeno e le indagini senza scavo per rilevare la presenza di sottoservizi, anche in questo caso con famiglie tecnologiche ricadenti nel campo del no dig.
Secondo la bibliografia di riferimento, prendendo come esempio la posa di cavi per le telecomunicazioni, soluzioni di “directional drilling” o “minitrincea” riducono del 74% l’impatto ambientale delle lavorazioni e i problemi alla circolazione del traffico rispetto ai cantieri tradizionali.
In questa fase di crisi energetica, però, non si può evitare di sottolineare la riduzione dei consumi che il trenchless assicura rispetto allo scavo: su 1 km di lavorazione si ottengono risparmi tra il 50 e il 60% di energia necessaria a eseguire i cantieri.
Questi dati ci fanno inoltre comprendere quanto il ricorso al no dig sia perfettamente in linea con gli obiettivi di Sviluppo sostenibile definiti dall’Agenda ONU al 2030; target per i quali restano soltanto sette anni di tempo! Anche in questo caso le trenchless technology possono aiutare a “fare prima e meglio”.
IATT, dal canto suo, è da sempre impegnata nella divulgazione di questi vantaggi e dell’eccellenza raggiunta dalle imprese italiane del no dig, promuovendo una cultura di riferimento tra tutti gli stakeholder (Amministrazione Pubblica locale e nazionale, gestori di rete, Istituzioni, Autorità di regolazione, Società civile…).
Italia no dig live 2023
Va proprio in questa direzione la scelta di realizzare la prima fiera italiana interamente dedicata alle trenchless technology. Si tratta di “Italia NO DIG Live 2023” che la nostra associazione organizza presso il Parco esposizione di Novegro (Milano) dal 24 al 26 maggio del prossimo anno.
Due le caratteristiche d’eccellenza di questo evento: l’allestimento di una “trenchless city” in cui i visitatori potranno vedere e sperimentare concretamente l’esecuzione reale di lavorazioni con tecnica no dig; lo svolgimento in contemporanea della Euopean NO DIG Conferenze (II edizione) che andrà ad arricchire il nutrito programma convegnistico (la relativa “call for abstract” resterà aperta fino al 30 novembre 2022, tutte le info sul sito web iatt.it).
Italia NO DIG Live 2023 è l’occasione concreta per vedere, comprendere e fare propri tutti i vantaggi delle trenchless technology. Benefici che IATT ha deciso di quantificare con un’accuratezza sempre più alta, avviando un progetto specifico con Ref Ricerche, Università Politecnica delle Marche e WWEE Lab sulla “Analisi comparativa del ciclo di vita delle tecnologie trenchless e convenzionali” e su “No-dig e certificati bianchi: una nuova prospettiva per il settore idrico”.
Studi di cui parleremo con tutto l’approfondimento del caso in occasione dei prossimi appuntamenti convegnistici, a partire dalla manifestazione Ecomondo di novembre 2022.
Le prassi di riferimento UNI
In ultima analisi, vale sicuramente la pena mettere in evidenza anche altri pilatri su cui si fonda la solidità di questo comparto tecnologico e d’impresa.
A partire dal 2014, infatti, IATT ha portato avanti una sinergia virtuosa con UNI che ha determinato la pubblicazione di numerose “Prassi di Riferimento” nel campo delle tecnologie trenchless.
Si tratta di documenti pre-normativi che introducono prescrizioni tecniche o modelli applicativi settoriali di norme tecniche, elaborati sulla base di un rapido processo di condivisione ristretta agli autori.
Un modo efficace per standardizzare le lavorazioni su tutto il territorio nazionale sulla base del know-how maturato dai migliori “insider” del settore, fino ad arrivare dopo almeno cinque anni alla possibile trasformazione della Prassi di Riferimento in una vera e propria norma tecnica UNI.
Senza dimenticare che dal 2008 IATT collabora con la Tipografia del Genio Civile (DEI) per la pubblicazione del “Prezzario” nella collana editoriale “Prezzi Informativi dell’Edilizia”, tipologia di lavori “Urbanizzazione Infrastrutture e Ambiente” (Edizioni maggio e novembre). Il Volume dedica uno specifico capitolo alle soluzioni Trenchless, denominandole “Tecnologie a basso impatto ambientale” con specifico riferimento al Regolamento di attuazione del Codice dei Contratti Pubblici.
Infine, IATT collabora direttamente con le stesse Regioni per l’elaborazione dei preziari regionali; un’attività fondamentale anche alla luce della congiuntura di rialzo sui costi dei materiali che stiamo attraversando.