Il caso

UIRNet, una piattaforma digitale per la logistica italiana

Partirà entro quest’anno, avendo appena finito la fase di collaudo. Nel quadro di una nuova politica industriale che concepisce la logistica come una “risorsa pubblica” puntando al recupero del divario di efficienza. Anche grazie ai servizi come Smart-truck, Contro tower, Freight Taxi

Pubblicato il 18 Apr 2013

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Ridare efficienza al sistema logistico nazionale attraverso la creazione di una piattaforma digitale in grado di assicurare e gestire l’interconnessione dei nodi di interscambio modale (porti, interporti, centri merci, piastre logistiche) migliorando nel contempo la sicurezza del trasporto merci.

E’ questa la missione di UIRNet Spa, il soggetto attuatore unico del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, previsto dal Decreto Ministeriale n. 18T del 20 giugno 2005 (poi dalla Legge Cresci Italia), organismo di diritto pubblico (D.M. n. 319 del 2012) e società partecipata dai principali attori del sistema logistico italiano. Entro il 2013, conclusa nel mese di febbraio la fase di collaudo e sperimentazione attuata col porto di Genova, il progetto UIRNet è pronto a decollare dopo aver acquisito 25-30.000 utenti con 8 nodi collegati completamente attrezzati.

Secondo Rodolfo De Dominicis, Presidente e Amministratore delegato di UIRNet Spa siamo davanti ad una “svolta epocale”, un intervento di sistema per cercare di ottimizzare la logistica e aprire un mercato di servizi ad alto valore aggiunto. Per rendersi conto dell’importanza dell’operazione in corso va detto che la piattaforma per la gestione della rete logistica nazionale (PNL) è riconosciuta come uno dei grandi progetti di ricerca inseriti nell’Agenda Digitale Italiana (L. 17 dicembre 2012 n. 221 art. 19 ) mentre nella Legge di Stabilità (n. 228 24 dicembre 2012), vista la sua portata, è ricompresa tra le infrastrutture strategiche.

UIRNet è inscritto nel quadro di una nuova politica industriale che concepisce la logistica come una “risorsa pubblica” puntando al recupero del divario di efficienza.

“Gran parte delle merci che arrivano in Europa – spiega Rodolfo De Dominicis – preferiscono passare per il Nord (Amburgo, Anversa, Rotterdam) non usando i nostri porti a causa di bassa efficienza ed elevati costi del nostro sistema con capacità di servizio non sufficiente”.

Il fatto è che manca una fluidità di accesso nei nodi logistici i quali, del resto, non riescono ad amministrare i flussi in modo efficiente. Il problema dell’Italia è che “i flussi di merci camminano in maniera assolutamente casuale sulla rete e vanno ovviamente a intrappolarsi all’interno dei nodi”. Lo sforzo delle aziende di trasporto per ottimizzare attività e flussi si scontra con la realtà di un sistema chiaramente non ottimizzato.

Lo sviluppo della piattaforma va nella direzione di un recupero di efficienza permettendo di tracciare, monitorare e gestire i flussi real time e di sveltire le operazioni logistiche nei vari nodi di interscambio. Già nei test condotti a Genova si è dimostrato che si può diminuire in modo drastico i tempi di servizio per l’accesso al terminal Voltri passando da 17 minuti a 3 minuti circa.

Uno studio della Cassa Depositi e Prestiti, istituto che finanzia UIRNet, ha dato un valore di 12 miliardi di euro (4 miliardi relativi a mancati flussi commerciali e 8 miliardi a gap di competitività) a inefficienze e disservizi della logistica italiana rispetto ai paesi più evoluti. A questo dato si deve sommare anche il costo dei “ritorni a vuoto” (camion che arriva, scarica e torna vuoto alla destinazione successiva : in tutto il 50% dei rientri), quello delle emissioni nocive – la cosiddetta bolletta di Kyoto – così come i minori introiti e investimenti stranieri.

Grazie a UIRNet, sottolinea De Dominicis, sarà possibile contribuire ad abbattere il 20% dei costi complessivi quantificabili in circa 40 miliardi di PIL distrutto. A fronte di un investimento di circa 40 milioni di euro, in parte di privati, il risparmio annuo stimabile è pari a 4-8 miliardi di euro.

Per ovviare alle inefficienze operative di sistema (carenza infrastrutturale, colli di bottiglia amministrativi/operativi, offerta di servizi logistici poco integrata), causa principale del ritardo accumulato, sono necessarie nuove infrastrutture fisiche (es. i buffer di compensazione in prossimità di nodi logistici congestionati) e il rafforzamento di quelle esistenti, ma anche risorse investite nella telematizzazione dei processi logistici agendo parallelamente per consolidare un rapporto collaborativo tra i diversi operatori della filiera logistica.

Telematica e collaborazione sono le due parole chiave di una combinazione vincente su cui si basa il successo dell’iniziativa UIRNet che vale come esempio sul piano nazionale.

“L’Italia è un paese nel quale non si può procedere per imposizioni regolamentari come in Germania o in Olanda per esempio, ma si deve operare creando il consenso – spiega De Dominicis. Qualunque cosa imposta dall’alto nel nostro paese provoca una reazione del sistema. Tuttavia, una volta mostrati e individuati i vantaggi lo stesso sistema reagisce in modo intelligente. Siamo arrivati ad un momento in cui il sistema logistico nazionale sente la necessità di una razionalizzazione”.

In questa prospettiva, UIRNet ha iniziato a costruire una megacommunity volontaria di operatori, imprese e istituzioni includendo interporti, player industriali (es. Autostrade, Telecom Italia), associazioni del trasporto, e avviando rapporti con Agenzia delle Dogane, Assoporti, Autorità portuali di Genova e La Spezia, insieme a flotte attrezzate e service provider. L’intento è quello di coinvolgere tutti i soggetti direttamente o indirettamente attivi nel sistema logistico costituendo un network collaborativo permanente che, supervisionato da un organismo di diritto pubblico super-partes, sia capace di dare più forza e sostegno ai processi d’innovazione nei settori logistica e trasporto.

Quanto alla piattaforma telematica, si tratta di un sistema ITS, in via di completamento, che si articola su tre livelli (nazionale, regionale e di campo) e tende ad integrare tutti gli attori del sistema nazionale “permettendo un’interazione continua e intelligente tra chi gestisce le infrastrutture viarie e logistiche, chi trasporta la merce, chi la carica/scarica e chi la controlla”.

L’idea alla base di UIRNet è che per “realizzare una gestione virtuosa della rete logistica nel suo complesso e, quindi, dei nodi, le infrastrutture di nodo (interne ed esterne, fisiche ed immateriali) non sono da sole sufficienti”. A monte, è necessario istituire una sovra-infrastruttura immateriale che, “gestita a livello centrale con una visione globale, coordini ed aggreghi tutte le informazioni del sistema, raccolte dalle infrastrutture o dai vettori che percorrono la rete, le elabori e le redistribuisca in maniera intelligente”.

Digitalizzazione e condivisione intelligente dei flussi informativi relativi alle merci rendono possibile “sbottigliare i nodi”, con tempi chiari e definiti di transito e di giacenza delle merci e costi competitivi di movimentazione.

UIRNet è aperta e “non esiste un’altra piattaforma simile in Europa o nel mondo, dove esistono piattaforme locali, per esempio in Olanda nella zona di Rotterdam, che hanno un sistema estremamente efficiente. Noi siamo costretti ad averla per la conformazione dell’Italia” – aggiunge De Dominicis.

UIRNet eroga servizi di sistema multi-sided, accessibili attraverso portale web e disponibili anche in modalità M2M tramite web service, rivolgendosi a cinque diversi tipi di operatori, in primo luogo agli autotrasportatori. In Italia c’è una percentuale molto rilevante di traffico su gomma (intorno all’85%), con una struttura fortemente parcellizzata composta di tanti piccoli imprenditori, e l’ambizione è quella di collegare in rete un quarto del mercato complessivo del trasporto pesante per arrivare a servire nel 2014 250.000 utenti, a fronte di un milione di automezzi circolanti con oltre 3,5 tonnellate.

La piattaforma – che avrà un gestore selezionato tramite gara bandita entro il 2013 – propone una serie di moduli base quali Smart-truck (gestione in tempo reale delle missioni e della documentazione), Control tower (point of interest che gestisce real time il mezzo in arrivo) – ambedue utili al tracciamento dei mezzi pesanti – Booking (prenotazioni con preavviso di arrivo), Freight taxi (matching automatico tra domanda e offerta di trasporto per ridurre i viaggi a vuoto) e Gnoscere (strumento di elaborazione dati con logiche di business intelligence).

Altro importante servizio è Dangerous goods, destinato peraltro a cooperare con SISTRI, attraverso cui UIRNet dovrebbe gestire il traffico di merci pericolose, il 5% del traffico complessivo, impedendo con una comunicazione al mezzo che su uno stesso tratto siano presenti più autocarri, con carico di idrocarburi o prodotti esplosivi, a distanza vietata.

Un’azienda, piccola o grande, che decide di aderire alla piattaforma riceve servizi a bordo del veicolo tramite dispositivo (in Italia la penetrazione di device on board è al di sotto del 10%) e scheda UMTS. In futuro, la volontà è quella di transitare sul satellite predisponendosi a diventare uno dei primi paesi europei in grado di connettersi a Galileo quando entrerà in servizio garantendo così una copertura più estesa.

Con il volume di dati che la piattaforma dovrà gestire però è indispensabile implementare la rete non solo machine-to-machine ma soprattutto quella fissa a banda larga e ultra larga diffondendola a strutture oggi escluse. UIRNet, dichiara De Dominicis, “può diventare il motore dell’ultimo miglio logistico” nell’auspicio che il prossimo governo fornisca l’appoggio necessario “per accelerare il completamento del sistema su larga scala”.

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