il quadro

Banda ultra larga al galoppo, ecco come cambia la concorrenza

Siamo al 63% di popolazione coperta. Nei prossimi mesi si assisterà ad un ulteriore accelerazione della copertura del territorio e di molte aree industriali, grazie all’avvio dei cantieri negli oltre 3.000 comuni oggetto del primo bando Infratel. L’Italia potrà così allinearsi ai dati di consumo dei principali paesi euro

Pubblicato il 03 Mag 2017

Fabrizio Pascale

Telco, Media & Technology MED Leader di EY

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I nuovi dati di copertura delle reti di nuova generazione del primo trimestre 2017 confermano la fase di rapida crescita dei servizi ultra broadband iniziata ormai 24 mesi fa. Rispetto al 29% di copertura registrato a fine 2014, a marzo 2017 i dati dell’Osservatorio Ultra Broadband di EY contano circa il 63% di copertura della popolazione con servizi con banda superiore ai 30 Mbps (+34% in meno di 30 mesi). I comuni coperti (totalmente o parzialmente) sono quasi 2.000, rispetto ai circa 200 di dicembre 2014. Le coperture sono ancora eterogenee tra le diverse regioni italiane, con punte di diffusione della disponibilità dei servizi in Puglia, Campania, Lazio e Calabria.

Nei prossimi mesi, rispetto ai dati appena descritti, frutto essenzialmente dell’azione di TIM e Fastweb, si assisterà ad un ulteriore boost della copertura del territorio, grazie all’avvio dei cantieri negli oltre 3.000 comuni oggetto del primo bando Infratel e che riguardano 4,6 milioni di unità immobiliari delle aree bianche di Abruzzo, Molise, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana e Veneto. Secondo i piani comunicati da Open Fiber questi 4,6 milioni di unità immobiliari potranno usufruire nell’oltre 90% dei casi di connessioni superiori o uguali a 100 Mbps e nella restante quota di connessioni tra 30 e 100 Mbps. Il che significa che verrà realizzato il 100% di copertura a 100 Mbps delle aree obbligatorie del bando (4 milioni di unità immobiliari) e il 95% di copertura dichiarata per le aree facoltative (609.000 unità immobiliari).

Questi risultati saranno il frutto di scelte diverse dal punto di vista tecnologico. Nella maggior parte di queste aree, infatti, date le caratteristiche di densità abitativa, si dovranno sperimentare tecnologie alternative alla sola fibra ottica utili ad abbassare il CAPEX/Utente e rendere quindi l’investimento sostenibile. Il wireless e nello specifico il Fixed Wireless Access si sta dimostrando una tecnologia all’altezza nell’indirizzare specifici target di clientela con prestazioni paragonabili al VDSL.

Va inoltre tenuto presente che le aree facoltative sono sede di aggregati industriali di piccole e medie dimensioni. Da un analisi EY su un campione di 800 zone industriali di tre regioni del centro Italia, il 90% di queste zone industriali risiedono proprio nelle aree bianche facoltative.  Per queste realtà industriali, la nuova infrastruttura a banda ultra larga diventerà un fattore essenziale per garantirsi competitività sul mercato.

L’evoluzione dello scenario del mercato ultra broadband è comunque solo all’inizio. Nei prossimi mesi, con molta probabilità, assisteremo ad una variazione dell’assetto competitivo non solo nelle aree nere, ma anche in quelle meno redditizie del territorio. Si pensi ad esempio all’iniziativa annunciata da TIM per la creazione di una società dedicata esclusivamente allo sviluppo selettivo di nuove infrastrutture in fibra in aree inserite nella classificazione dei cluster C e D, in competizione con l’operato di OpenFiber.

Le sfida per le aziende che hanno deciso e decideranno di investire in queste aree consisterà, quindi, nel:

  1. Analizzare e scandagliare il territorio anche grazie all’ausilio di piattaforme evolute di big data e analytics per individuare le peculiarità e calibrare correttamente le esigenze dei microterritori;
  2. Coinvolgere tutti gli stakeholder del territorio (pubblici e privati) per garantirsi sia tempi rapidi ed efficienti di implementazione sia una “domanda” sensibilizzata alla nuova offerta UBB;
  3. Predisporre una piattaforma open che permetta l’esistenza di diverse tecnologie e diverse modalità di accesso alla rete.

Il nuovo assetto competitivo che nei prossimi mesi si andrà a costituire produrrà sicuramente un effetto positivo nei tempi di raggiungimento degli obiettivi comunitari dell’UBB e l’allineamento dei dati di consumo italiani con i principali paesi europei. Rimangono gli interrogativi sulla sinergia ed efficienza degli investimenti e sul ruolo degli stakeholder territoriali.

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