Regione

Verso l’Agenda digitale del Piemonte, con i fondi 2014-2020

Data center condiviso con il territorio. Sistema di identità digitale. Fatturazione elettronica che ricomprenda tutto il ciclo passivo delle amministrazioni piemontesi. Per una dematerializzazione completa. Ecco il piano della Regione

Pubblicato il 12 Mar 2014

Gabriella Serratrice

Regione Piemonte

piemonte-140312160051

In coerenza con lo scenario europeo e quello nazionale e in relazione con le possibilità di investimento offerte dalla nuova fase di programmazione dei fondi comunitari 2014-2020, le linee di indirizzo della Regione Piemonte, mirate al contenimento della spesa pubblica e allo sviluppo economico e dell’occupazione, passano anche attraverso lo sviluppo dell’ICT regionale. Questo grazie alla realizzazione di un’Agenda digitale che prevede interventi di razionalizzazione delle infrastrutture digitali, potenziamento dei servizi online della PA e sviluppo di servizi integrati, semplificazione organizzativa, trasparenza amministrativa e valorizzazione del patrimonio informativo pubblico, riordino dell’ICT al servizio della Sanità piemontese.

In questo quadro si inserisce la volontà della Regione di avviare un processo di riordino e razionalizzazione dell’ICT pubblica, secondo un disegno che vede nell’innovazione un asset strategico per dare impulso alla crescita dell’intero sistema territoriale.

Negli anni la Regione Piemonte ha sempre operato secondo una logica di sistema attraverso il coordinamento degli interventi da attuare sia a livello di infrastrutture sia di servizi, mediante la condivisione dei costi al fine di favorire la creazione di un modello integrato e federato.

Data center

Da 36 anni il Piemonte dispone di un Data Center condiviso collocato presso il CSI-Piemonte dove gli Enti fondatori, prima, e gli altri Enti consorziati, dopo, hanno fatto confluire la loro domanda di servizi ICT. Nel 2009 il Data center primario è stato poi affiancato da un sito secondario con funzione di disaster recovery e business continuity, ubicato nella sede di Vercelli del Politecnico di Torino.

Il modello scelto allora con la costituzione del Consorzio si sta rivelando oggi particolarmente adatto ad affrontare le sfide dei prossimi mesi dettate dall’attuazione dell’Agenda digitale nazionale, anche alla luce dell’emissione delle Linee Guida per la razionalizzazione dell’infrastruttura digitale della Pubblica amministrazione, che vedrà la Regione impegnata nel coordinamento dei piani di attuazione a livello territoriale.

La logica di sistema è principalmente una logica di inclusione e condivisione che è stata applicata anche nello sviluppo e nell’erogazione centralizzata dei principali servizi.

Ai fini dell’attuazione del Piano di razionalizzazione vanno presi in considerazione anche due aspetti cruciali del contesto piemontese: la connettività e le caratteristiche del sistema delle autonomie locali.

Dal 1998 a oggi Regione Piemonte ha avviato importanti piani di intervento per la connettività del territorio. I programmi “Piemonte in Rete”, “Rupar” e poi dal 2004 il “Programma WI-PIE” che hanno permesso di realizzare un’infrastruttura a banda larga su tutto il territorio piemontese, connettendo ad alta velocità istituzioni, cittadini e imprese, favorendo la diffusione di servizi innovativi per lo sviluppo sociale, economico e culturale regionale e riducendo il digital divide nelle aree più svantaggiate. Dal punto di vista tecnologico si è passati dalle costosissime CDN alle ISDN, alle xdsl fino ad arrivare in molte parti del territorio alla F.O. Nel 2010 sono stati raggiunti i Rifugi montani con connettività satellitare.

Al fine di completare l’attuazione del Piano nazionale Banda larga, a febbraio 2013 la Regione Piemonte e il MISE hanno infine sottoscritto un nuovo protocollo di intesa con l’obiettivo di rafforzare l’azione congiunta per la realizzazione dell’infrastruttura di telecomunicazioni a supporto della diffusione della banda larga sul territorio.

In merito al tema degli enti locali, la realtà piemontese è caratterizzata da un sistema amministrativo decisamente frammentato, dove – su un totale di 1207 Comuni – quelli con meno di 5.000 abitanti risultano più di mille. Anche per le autonomie locali piemontesi è in corso il processo istituzionale che prevede la ridefinizione del loro ruolo, la riorganizzazione di governance, strutture interne, piani economici e investimenti per lo sviluppo, a partire dalla gestione in forma associata delle funzioni fondamentali prevista dalla Legge n. 135/2012 e dalla Legge Regionale n. 11/2012 “Disposizioni organiche in materia di enti locali”.

Considerato lo scenario di partenza e le finalità dell’azione nazionale, la Regione Piemonte – nella definizione del proprio Piano di razionalizzazione – si è orientata verso un modello che prevede la valorizzazione dei Data center del CSI-Piemonte già coerenti con i requisiti minimi previsti dalle Linee Guida nazionali, adottando quindi un Modello di Intervento diretto.

Già in questa prima fase del percorso di razionalizzazione (2014-2016) la Regione Piemonte intende aprire alle PMI – tramite il consorzio TOP-IX (gestore del punto di Internet Exchange per lo scambio del traffico Internet nell’area del Nord Ovest) – l’utilizzo dei servizi di Data center in modalità co-location, con lo scopo di supportare l’avvio di start-up, società incubate e progetti innovativi per il periodo necessario a sviluppare competenze indispensabili a competere sul mercato nazionale e internazionale.

Successivamente, la Regione auspica una seconda fase del Piano (2017-2020), in cui Pubblica Amministrazione e mercato possano cooperare alla costruzione di nuovi Data center tecnologicamente innovativi e ad elevata efficienza energetica, in grado di ospitare servizi della PA e servizi di privati condividendo investimenti e costi di gestione. Il modello Pubblico-Privato appare infatti maggiormente indicato ad affrontare le sfide future in un mercato globalizzato e in un settore come quello ICT, nel quale la PA ha bisogno del traino e della spinte delle innovazioni tecnologiche di cui il mercato è portatore.

In questa seconda fase la Regione metterà a disposizione le competenze gestionali del CSI-Piemonte, la forza di innovazione e ricerca di CSP (centro di eccellenza per la ricerca, sviluppo e sperimentazione di tecnologie avanzate informatiche e telematiche) e la capacità di coinvolgimento del mercato di TOP-IX, affinché la PA regionale – complessivamente intesa – possa svolgere un ruolo di stimolo per il mercato.

La disponibilità di una piattaforma operativa di Private Cloud permetterà inoltre di poter garantire agli Enti coinvolti la necessaria autonomia nella gestione del proprio sistema informativo potendo, nel contempo, fruire di servizi aggiuntivi centralizzati già erogati a tutti gli Enti consorziati. In particolare, i servizi di controllo accessi, sicurezza e monitoraggio, il NOC attivo 24 ore per 365 giorni l’anno, i servizi di backup, replica dati, gestione e supporto sistemistico permetteranno ai settori IT degli Enti coinvolti nel Piano di delegare molte funzioni operative e quotidiane, focalizzandosi sugli aspetti innovativi ed evolutivi del proprio Sistema Informativo.

Identità digitale

La Regione Piemonte negli anni contrassegnati da una spinta generalizzata verso i servizi di eGovernment si è impegnata a migliorare l’interazione con cittadini e imprese e a favorire l’interoperabilità fra le Amministrazioni, nonché l’integrazione tra i diversi attori, pubblici e privati, e i cittadini.

In tale contesto la Regione Piemonte ha contribuito alla nascita ed alla realizzazione dei seguenti progetti:

ICAR-INF3: è la soluzione promossa e gestita dalla Regione Piemonte e dal CSI Piemonte che consente a una PA di rendere accessibili i propri servizi a un’altra PA, pur disponendo di sistemi di autenticazione diversi. Il progetto, attualmente operativo, prevede l’amministrazione di una comunità di domini in cui i partecipanti condividono le regole per la gestione dell’identità digitale.

• “PiemonteFacile on the job”: ha l’obiettivo di portare i servizi on line della PA più vicino al cittadino, in particolare, nei luoghi di lavoro, tramite l’integrazione dei sistemi di autenticazione di cui gli Enti Pubblici e le Organizzazioni private dispongono. Con tale azione si è anticipato quanto ora previsto da SPID.

Dal punto di vista normativo, per favorire la diffusione dei servizi on line ai cittadini, si è provveduto alla definizione di nuovi criteri generali per il rilascio delle credenziali, approvati con deliberazione della Giunta n. 37-6240 del 2 agosto 2013, in linea con le recenti innovazioni legislative relative all’istituzione di un “Sistema pubblico per la gestione dell’identità digitale di cittadini e imprese”, Spid.

Si è ritenuto opportuno identificare quindi, così come previsto dall’art. 64 comma 2 del CAD, una modalità di autenticazione diversa ed ulteriore rispetto ai documenti d’identità digitale (carta di identità elettronica, carta nazionale dei servizi o TS-CNS), in grado di offrire un livello di affidabilità maggiore di quello associato alle credenziali ad oggi già in uso, al fine di consentire a tutti i cittadini di poter usufruire, in modalità sicura, dei servizi erogati on-line dalla Pubblica Amministrazione, anche quando gli stessi trattano dati che presentano particolare criticità sotto il profilo della riservatezza, promuovendo così quel processo di digitalizzazione che la Regione Piemonte intende estendere anche all’ambito sanitario e che la stessa ha già avviato da tempo, insieme alle altre Pubbliche Amministrazioni, con riferimento a servizi che non trattano dati “sensibili”o che in ogni caso non presentano particolari criticità sotto il profilo della riservatezza.

Il nuovo processo regionale di rilascio delle credenziali cittadino prevede due possibilità:

1. il cittadino richiede credenziali utilizzando il processo di self-provisionig dai portali www.sistemapiemonte.it e www.torinofacile.it. Il riconoscimento del cittadino non è certo, perchè viene effettuato tramite l’accertamento della Carta di Identità c/o il Comune di residenza. In questo modo otterrà delle credenziali per accesso a dati personali e non sensibili.

2. il cittadino si reca ad uno sportello sul territorio Piemontese per richiedere le credenziali o per rafforzare le credenziali: in questo modo, essendoci un riconoscimento certo dell’identità ad opera di un funzionario pubblico, il cittadino otterrà delle credenziali per accesso a dati personali e sensibili.

Regione Piemonte ha inteso definire e regolamentare con deliberazione di Giunta il livello di sicurezza idoneo alle istanze che i cittadini possono effettuare verso la PA, permettendo alle varie Direzioni di avere una base sicura per la dematerializzazione dei propri processi, realizzando anche delle economie di gestione.

Per dare seguito operativo alla deliberazione e per massimizzarne la diffusione, sono state avviate attività finalizzate alla promozione delle “credenziali regionali” (Username, Password e PIN) nell’ambito del progetto di dematerializzazione degli Assegni di Studio e dell’attività di diffusione delle nuove Tessere Sanitarie con microchip (TS-CNS) sul territorio Piemontese.

  1. Distribuzione delle “credenziali regionali” nell’ambito del progetto Assegni di Studio. Per raggiungere tutti i cittadini interessati sono stati attivati diversi canali di distribuzione delle credenziali: dagli uffici URP regionali, a sportelli delle amministrazioni locali, sino al coinvolgimento di alcune scuole.

Quanti hanno fatto richiesta di credenziali?

72.122

Quanti hanno le credenziali in mano?

59.612

  1. La Regione Piemonte ha aderito al progetto nazionale di distribuzione delle nuove Tessere Sanitarie (TS) con funzionalità di Carta Nazionale dei Servizi (TS-CNS) ai sensi del CAD, il quale prevede che, in occasione del rinnovo delle TS in scadenza, il Ministero dell’Economia e delle Finanze curi la generazione e la progressiva consegna ai cittadini delle TS-CNS. Il piano di diffusione della TS-CNS copre il periodo da dicembre 2011 a tutto il 2016 in relazione alle scadenze delle attuali TS, prevedendo di conseguenza la consegna del maggior numero di TS-CNS nell’ultimo anno. Poiché tale tempistica rischia di penalizzare una parte della popolazione piemontese, la direzione regionale Sanità, in linea con i principi generali e coerentemente con il piano di attuazione previsto dalla deliberazione citata, ha provveduto a disciplinare nel dettaglio (con DGR 28-6947 del 23 dicembre 2013) le modalità minime di identificazione del cittadino per i servizi on-line messi a disposizione dal Servizio Sanitario Regionale e ha disposto, tra l’altro, che le ASR istituiscano, entro il 28 febbraio 2014, appositi sportelli, per effettuare, a favore dei cittadini piemontesi richiedenti la fornitura di credenziali imputabili, che dovranno essere rilasciate previa identificazione fisica e che saranno accompagnate da un codice PIN da utilizzarsi per i servizi on-line che trattano dati sensibili e riservati.

La Regione Piemonte auspica che SPID possa garantire la valorizzazione degli investimenti regionali che negli anni sono stati sostenuti.

Tema particolarmente delicato per quanto riguarda il processo di “creazione e gestione” delle credenziali in quanto, su questo aspetto, Regione Piemonte come altre Regioni ha fatto delle scelte coerenti con le attuali norme nazionali e auspica che tali investimenti non vengano vanificati dal nuovo modello che sarà introdotto.

Fatturazione elettronica

La fatturazione elettronica, oltre a essere un adempimento normativo indirizzato dal Ministero dell’Economia e dall’Agenzia delle Entrate (Legge 244/2007 e DM 55/2013) vuole essere utilizzata da Regione Piemonte quale strumento per una vera azione di innovazione della PA nei processi e negli strumenti.

Si sta implementando una fase di studio volta a azioni che ricomprendano tutto il ciclo passivo delle PA attraverso la negoziazione elettronica, gli ordini elettronici nonché i documenti di trasporto/consegna elettronici, insomma una dematerializzazione end-to’-end.

Se sostenute da investimenti che ad oggi hanno interessato solo il livello centrale, (progetto di Sogei sul nodo di interscambio SDI) le Regioni potrebbero porsi come polo territoriale per la gestione dell’interscambio con il nodo SDI e la conservazione sostitutiva, agendo quindi come intermediari della fatturazione (passiva ma anche attiva) tra operatori economici e PPAA, così come anche auspicato da AgID.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati

Articolo 1 di 2