Alcuni punti fermi (fonte: 2016 Ericsson Mobility Report).
· Entro il 2021 i video rappresenteranno il 70% di tutto il traffico telefonico.
· Gli adolescenti passano 50% in meno tempo a guardare la TV tradizionale, l’85% in più di tempo a guardare video tramite smartphone
· Entro il 2021, l’americano medio utilizzerà 22GB di dati mobili al mese – la maggior parte sarà per la visione di video.
· YouTube conta tra il 50 e il 70% di tutto il traffico video convogliato attraverso le reti di telefonia mobile
· 28 miliardi di dispositivi mobili saranno collegati in rete entro il 2021, di cui 16 miliardi per Internet delle Cose.
Che il video stia diventando sempre più mobile, sociale e personale, appare quindi già ora una tendenza inevitabile. Gli utenti sempre più vogliono vedere video, ovunque siano nel mondo e in qualsiasi momento. Questa disponibilità appare già ora un requisito importante delle comunicazioni: nei prossimi anni quindi la possibilità di distribuire video in maniera efficace dovrà essere una caratteristica essenziale per gli operatori di telefonia mobile. Ciò significa che gli operatori che avranno ben attrezzato le proprie reti, con buone capacità e qualità, otterranno un forte vantaggio competitivo.
Quali potranno essere i modelli operativi? Al momento tre di questi potrebbero essere chiave per sviluppo non solo dei servizi mobili, ma anche di tutta la filiera di telecomunicazioni e intrattenimento che vi gravita attorno.
Il primo modello prevede la collaborazione con i player OTT per uno sviluppo win-win.
Gli OTT fornirebbero i contenuti video e gli operatori offrirebbero vari pacchetti di traffico che potrebbero differenziarsi come prezzo a seconda delle prestazioni che il cliente richiede. Quindi anche gratuiti, ma con prestazioni limitate. Questa tipologia di offerta contribuirebbe a realizzare un ecosistema che non esito a definire win-win-win: offre vantaggi agli utenti, agli operatori e agli OTT.
Il secondo modello è un’estensione del primo; e prevede che l’operatore, invece di convogliare servizi solo dalle piattaforme degli OTT, costruisca egli stesso delle piattaforme video su cui convogliare questo traffico. Gli operatori potrebbero, in questo caso, non solo fornire i contenuti video degli OTT, ma sviluppare anche delle applicazioni proprie, magari sotto forma di “app”.
Ma è il terzo modello quello più avanzato e interessante; esso tiene conto di un fatto imprescindibile: gli operatori, i Telco (di norma) posseggono la rete. In particolare posseggono la rete fissa, e tutto, in un modo o nell’altro, finisce per cadere sulla rete fissa. Soprattutto se si tratta di dati; e i video sono dati. Gli accessi potranno essere wireless come si vuole (4-5-6G, WiFi, WiMax, Satellitare, ecc…) ma è difficile non incappare, alla fine, nelle forche caudine della rete fissa; alla quale sono connessi la maggior parte dei “peering points” di Internet.
Il terzo modello potrebbe quindi prevedere di costruire un ecosistema multi-win per tutta la catena di valore del settore video. Secondo questo modello gli operatori, oltre a distribuire i contenuti di altri, fornirebbero direttamente, loro stessi: intrattenimento, comunicazione e servizi video verticali aziendali; garantirebbero inoltre l’opportuna convergenza delle reti fisse e mobili per la fornitura di questi servizi video. Ovviamente questo modello prevede una stretta collaborazione con tutti i possibili partner della catena del valore del settore; compresi i produttori di contenuti.
Mai come nel caso dei video mobile gli operatori hanno avuto il “coltello dalla parte del manico”, e devono mettersi in grado di sfruttare questa occasione. Rispetto ai tradizionali servizi mobili a larga banda, infatti, i servizi video pongono maggiore domanda sulla capacità della rete.
I servizi che i Telco potrebbero sviluppare sono numerosi: ad esempio le richieste di ricarica flessibile, aggregazione di contenuti, memorizzazione e distribuzione degli stessi. La concorrenza tra Telco avverrebbe sulla base di ridotti ritardi end-to-end, e una più alta velocità di trasmissione di rete.
Mentre con i servizi voce e dati tradizionali qualsiasi rete va bene, con il video mobile no: la rete deve essere di alta qualità, ed è il collo di bottiglia di tutta la filiera: è inutile produrre video di alta qualità, magari in 4k, se poi non esiste una rete capace di convogliarli.