trasformazione digitale

Voucher connettività, 300 euro alle famiglie: tutto pronto per il super sconto

Voucher internet banda ultra larga, 300 euro per tutte le famiglie, ci siamo quasi. Parte la consultazione pubblica per lanciarli, 300 euro. Avanzano invece quelli per le imprese. Il punto sulla strategia del Governo

Pubblicato il 04 Mag 2022

banda ultralarga - infrastrutture digitali PNRR

Avanti tutta per i nuovi voucher connettività, internet banda ultra larga, da 300 euro a tutte le famiglie italiane, ultimo tassello di bonus per dotare gli italiani di connessioni veloci.

Dopo la prima fase dei voucher per le famiglie a basso reddito e l’avvio a marzo dei voucher per favorire la connettività a internet ultraveloce e la digitalizzazione del sistema produttivo (per circa 600 milioni di euro), la pubblicazione recente da parte di Infratel della consultazione relativa ai voucher per l’incentivazione della domanda di connettività in banda ultra larga delle famiglie fase due, rappresenta l’ultimo passaggio per il completamento delle misure a favore della diffusione della connettività ad alta velocità nelle famiglie, imprese e scuole.

Ci sono 300 euro a famiglia per questa nuova tornata, con un fondo di 400 milioni di euro.

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I nuovi voucher connettività internet 300 euro per le famiglie

Dopo il relativo insuccesso della prima fase dei voucher per le famiglie, la consultazione per la nuova misura cerca di individuare una nuova ricetta per garantire un utilizzo più esteso dei contributi.

Chi ha diritto al nuovo voucher internet veloce per famiglie

L’impianto generale dei voucher connettività rimane lo stesso, a cominciare dalla quota di riserva per le regioni del Mezzogiorno pari all’80% (i fondi sono a valere sul Fondo nazionale sviluppo e coesione), anche se sul digitale, come sopra richiamato, il divario non è tanto Nord-Sud, ma trova origine in aspetti strutturali che andrebbero indirizzati come tali.

Non ci sono però limiti di ISEE.

Il voucher deve essere usato per attivare un nuovo contratto banda ultra larga dove non ce n’era ancora uno (almeno 30 Megabit) oppure per consentire la migrazione (il “salto di qualità”) verso la prestazione più elevata disponibile presso la propria abitazione, favorendo, quindi, in particolare i servizi più avanzati attualmente disponibili (ad esempio da connessione fibra ottica fino all’armadio a connessione fibra completa)..

A quanto ammonta il nuovo bonus digitalizzazione banda ultra larga per le famiglie

I voucher connettività intendono consentire uno sconto di 300 euro, pari a circa il 50% del costo di un contratto 24 mesi per attivare un collegamento Internet a banda ultralarga (ad almeno 30 Mbit/s). A tutela delle dinamiche concorrenziali, il beneficiario potrà cambiare operatore nel corso della promozione, salvaguardando l’ammontare residuo del voucher.

Bonus connettività anche per cablaggio e per servizi digitali

La novità più interessante è però sicuramente l’estensione dei voucher da un lato al cablaggio verticale degli edifici (“condomini”) e, dall’altro, ad alcuni servizi digitali. Nel primo caso, l’obiettivo è chiaramente quello di ridurre i KO e le difficoltà incontrate nei rapporti con gli amministratori di condominio, con un impatto diretto sull’efficacia e l’efficienza del lavoro di realizzazione delle reti FTTH (Fiber To the Home).

Per quanto concerne i servizi di identità digitale (SPID), Posta Elettronica Certificata (PEC) e Cloud, l’intento è di consentire un’accelerazione nell’utilizzo di tali strumenti, anche se sono in parte già gratuiti, ovvero richiedono dei costi relativamente marginali.

Per entrambe le agevolazioni è però chiaro come la consultazione sia una modalità importante per la messa a punto della misura, che appare ancora relativamente fluida e meriterebbe probabilmente un’istruttoria più ampia per capire quali sono i servizi che possono generare i benefici maggiori e il moltiplicatore più elevato.

Quando partiranno i nuovi voucher internet 300 euro famiglie

Dopo i tanti ritardi di questi voucher connettività, che sarebbero già dovuti partire due anni fa, meglio non fare previsioni sulla partenza anche se è possibile immaginare che il Governo voglia un avvio entro fine anno. Il testo della consultazione dice comunque che dureranno 24 mesi o fino a esaurimento risorse. Attenzione che le risorse si esauriscono su base territoriale, quindi le regioni del Nord potrebbero restare a secco prima.

Come avere i nuovi voucher connettività 300 euro internet veloce per le famiglie

Infine, bisogna sapere che come per il precedente voucher si tratterà di contattare un operatore che fornisce il servizio desiderato. Lo sconto di 300 euro andrà direttamente in bolletta.

La rimodulazione dei voucher per le imprese

A due mesi dall’avvio dei voucher per le imprese è invece possibile trarre un primo bilancio, con luci e ombre.

Innanzitutto, sulla base della dashboard continuamente aggiornata tra prenotazioni e attivazioni le risorse utilizzate sono pari a oltre 35 milioni di euro (circa il 6% dell’ammontare disponibile), su una misura che è prevista in chiusura entro l’anno, ma è estendibile per ulteriori 12 mesi. L’utilizzo dei fondi disponibili è per ora superiore alla media in particolare nelle Regioni del Nord (anche in questo caso vale la quota dell’80% per il Mezzogiorno), con percentuali di utilizzo tra il 15% e il 20%.

L’aspetto che colpisce però di più riguarda la distribuzione delle richieste, vista una netta prevalenza dei voucher a più alto valore (fino a 2.500 euro per 24 mesi) e che però beneficiano di una disponibilità di solo il 10% delle risorse totali. Questi voucher (di tipo “C”) consentono di accedere al più alto livello prestazionale (superiore a 1 Gbit/s e con Banda Minima Garantita – BMG – superiore o uguale a 100 Mbit/s). Di fatto, in due mesi sono stati impegnati circa il 45% delle risorse, che risultano tra l’altra già esaurite in regioni come Lazio, Lombardia, Piemonte, Toscana e Umbria. Al contrario, per la tipologia di voucher A2 (da 300 fino a 1 Gbit/s, senza banda garantita e per 18 mesi) le richieste sono sostanzialmente nulle, mentre le altre tipologie presentano valori intermedi, ma ancora di pochi punti percentuali.

All’epoca della definizione della misura (2017) i servizi a 1 Gbit/s rappresentavano sicuramente il servizio più performante, ma ormai anche per la clientela consumer sono stati lanciati i servizi che superano la soglia del Gbit/s (sebbene naturalmente senza questi livelli di BMG).

Di fatto, questa situazione rende urgente una rimodulazione delle risorse, che sembra effettivamente all’attenzione del Ministero dello Sviluppo Economico e potrà portare ad una maggiore efficacia della misura.

La cassetta degli attrezzi per la banda ultralarga

Di fatto, in questo modo si va a completare la “cassetta degli attrezzi” per l’attuazione della Strategia Italiana per la Banda Ultralarga, che ambisce ad anticipare gli obiettivi europei fissati nell’ambito del Digital Compass 2030.

Per rendere concreta la politica industriale a favore del processo di trasformazione digitale della società e dell’economia serve intervenire concretamente su almeno tre direttrici: quella delle infrastrutture, quella dei servizi e quella dell’adozione. Finora, gli sforzi sono stati concentrati sulla riduzione del divario infrastrutturale, dando per scontato che l’offerta si sviluppi di conseguenza, mentre sullo stimolo al processo di adozione sono state fatte alcune sperimentazioni in passato (a partire dai “bonus PC”), con risultati alterni. In realtà, a maggior ragione per effetto delle caratteristiche strutturali che contraddistinguono l’Italia, il tema degli strumenti di incentivo all’adozione, e in primis dei cosiddetti “voucher” rimane di grande attualità, non solo per stimolare l’adozione, ma anche per accelerare il salto di qualità verso le forme più avanzate di digitalizzazione e, non meno importante, valorizzare al meglio investimenti già realizzati nelle reti ad altissima velocità nelle aree a fallimento di mercato del Paese (le “aree bianche”).

L’origine del divario digitale

Al solito, la situazione italiana va inquadrata sulla base degli indicatori del DESI (Digital Economy and Society Index), che confermano come l’Italia abbia colmato il digital divide infrastrutturale sulla banda larga e, sostanzialmente, anche quella ultralarga (sopra i 30 Mbit/s), mentre sulla connettività ad alta capacità (>100 Mbit/s) il divario rimane sensibile, con un valore pari al 44,2% di copertura delle famiglie contro il 70,2% della media europea (2021). Riguardo invece all’adozione dei servizi a banda ultralarga, il livello di adozione da parte delle famiglie risultava pari al 65,7% contro una media europea del 77,8% e un divario che si riduce per la banda ultralarga e quella ad alta capacità. Riguardo invece alle imprese, il dato comparato europeo sconta il perimetro limitato alle imprese con più di 10 addetti, ma la situazione appare migliore rispetto alla media europea per l’adozione della banda larga e in ritardo per quanto riguarda quella a banda ultralarga.

Questa situazione rispecchia in realtà delle caratteristiche strutturali che sono associate in particolare all’età della popolazione e alla dimensione delle aziende italiane, nonché ad un ritardo tuttora sensibile nel livello di alfabetizzazione digitale. Non a caso, anche nelle più recenti indagini sulle motivazioni del mancato utilizzo di Internet da parte dei cittadini emerge ancora come il principale fattore inibitore rimanga l’incapacità di utilizzo delle tecnologie informatiche, seguito dalla percezione di inutilità e dalle condizioni economiche per l’accesso.

Dalla riduzione del divario digitale alla leadership digitale

A differenza dal passato, le risorse a disposizione e la volontà di coordinamento delle diverse possibili misure rappresentano un’opportunità unica per passare dall’obiettivo di “colmare” il ritardo rispetto ai paesi più virtuosi a quello di conquistare la leadership a livello europeo, perlomeno rispetto ai Paesi maggiori.

Del resto, è sempre più diffusa la consapevolezza che il valore dell’economia in rete e i benefici per la società crescono in modo più che proporzionale rispetto al numero di soggetti che sono coinvolti e ormai le barriere all’adozione e le funzioni d’uso sono tali da consentire un accesso veramente estensivo.

In questo ambito e in un contesto come quello italiano lo strumento dei voucher non è solo utile, ma rimane indispensabile, possibilmente traendo spunto anche dall’esperienza recente per garantire una maggiore efficacia ed efficienza delle misure:

  • Flessibilità. Come dimostra il caso dei voucher per le imprese, la rapida evoluzione delle condizioni di mercato e della tecnologia suggerisce di mantenere un elevato livello di flessibilità che consenta di ricalibrare la ripartizione delle risorse in funzione delle reali esigenze dei beneficiari;
  • Ambizione. L’utilizzo dei voucher deve essere un’occasione per innalzare l’adozione dei servizi, ma sempre in stretta relazione con lo “step change” e il raggiungimento del massimo livello prestazionale possibile, anche in chiave prospettica. Come talvolta accaduto in passato, il rischio è che i contributi vengano utilizzati nell’ambito processi di migrazione già consolidati;
  • Sincronizzazione. I tempi del processo di infrastrutturazione sono inevitabilmente lunghi e, quindi, occorre prestare la massima attenzione alla sincronizzazione degli stimoli alla domanda rispetto al dispiegamento delle infrastrutture. Ad esempio, l’ancora insoddisfacente utilizzo delle nuove infrastrutture nelle “aree bianche” richiede l’introduzione di misure correttive/integrative per garantire l’effettivo utilizzo delle nuove infrastrutture pubbliche. Allo stesso tempo, occorre prestare la massima attenzione alla valutazione dell’impatto delle misure all’esaurimento dei contributi, così come – in chiave prospettica – bisogna prevedere adeguati strumenti per sostenere la migrazione dei servizi nelle aree di nuova infrastrutturazione e, in prospettiva, in chiave di definitivo switch off verso le reti VHCN (Very High Capacity Network).
  • Semplicità. Il mantenimento delle condizioni concorrenziali e lo scoraggiamento di atteggiamenti opportunistici sono sempre da tenere nella massima considerazione, ma l’efficacia delle misure di sostegno dipendono in larga misura dalla capacità di definire misure semplici, sia nella gamma degli interventi che nel processo attuativo, e selettive.

La strada è tracciata, ma il dinamismo del mercato di riferimento richiederà un approccio molto attento all’efficienza dinamica delle misure.

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