Creare le basi per la digitalizzazione rapida del Paese. E puntare sull’alfabetizzazione. Queste, secondo il presidente di Iab Italia, Simona Zanette, le due leve su cui dovrà fare forza il nuovo esecutivo affinché l’Italia faccia una volta per sempre il grande salto nella digital economy. “Affinché si proceda velocemente è imprescindibile la creazione dell’infrastruttura adeguata, fatta di banda larga e hot spot wi-fi free. E poi è necessario alfabetizzare la popolazione, non solo con programmi ad hoc pensati per i giovani, ma puntando anche su quella parte adulta che ad oggi non è ancora connessa – parliamo del 40% della popolazione – e che non ne sente il bisogno”. Secondo il presidente di Iab Italia a dare la stura potrebbe essere la Pubblica amministrazione: “La digitalizzazione della PA, motivando fortemente la popolazione a utilizzare le piattaforme digitali per usufruire di quei servizi che oggi vengono fruiti in altro modo, consentirebbe di spingere l’innovazione Paese”.
Altre misure però, sebbene meno stringenti, sono comunque necessarie per portare avanti la macchina digitale tricolore. “Altresì importante è l’incentivazione all’uso dell’e-commerce – sottolinea Zanette – anche attraverso sgravi fiscali, considerando che può essere non solo una opportunità per la piccola media impresa italiana di allargare le vendite oltre confine, ma soprattutto un modo per combattere l’evasione fiscale attraverso la tracciabilità totale delle transazione e la diminuzione del denaro contante in circolazione che quindi dovrebbe far diminuire il cosiddetto nero”. Ma la sfida non sarà facile. Nel nostro Paese l’ostacolo maggiore – ne è convinta la numero uno di Iab Italia – resta quello culturale. “Siamo sempre stati refrattari al cambiamento e dubbiosi verso l’adozione delle novità. Basta guardare al basso tasso di penetrazione di bancomat e carte di credito e allo scarso utilizzo del telepass nonostante le lunghe code che si formano ai caselli nei periodi di punta. E sono solo due esempi”. Vero è però che l’atteggiamento “tipico” italiano dipende anche – puntualizza Zanette – “dall’approccio del governo e delle istituzioni”. “Sino ad oggi non è andato assolutamente nella direzione della digitalizzazione dei processi e se l’esempio non viene dall’alto, difficilmente si fanno passi avanti”. Ma la medaglia ha, come sempre, anche una faccia positiva: “Abbiamo dalla nostra le generazioni digital native, che grazie al cielo sono molto simili ai loro corrispettivi del resto d’Europa e che sicuramente spingono nella direzione dell’utilizzo delle nuove tecnologie, anche perché per loro è una, forse la sola, opportunità di avere lo stesso potenziale di partenza dei loro simili che vivono all’estero. E poi ci sono gli imprenditori, gli start-upper, tutti coloro che fanno parte di quel 60% della popolazione che trae quotidianamente beneficio dall’essere connesso”.
Da parte sua Iab Italia intende portare avanti il progetto di “evangelizzazione”: “Come abbiamo fatto fino ad oggi cerchiamo di formare, sensibilizzare, divulgare le nostre conoscenze sul mondo internet sia nel mercato di riferimento, ossia quello della comunicazione, sia attraverso i master – presso le università Cattolica di Milano e Sapienza di Roma – che patrociniamo. Siamo a disposizione anche delle altre associazioni in qualità di formatori e siamo, inoltre, molto impegnati nel dialogo con le Istituzioni – sia a livello nazionale sia locale – affinché il tema del digitale sia sempre più ponderante nell’Agenda politica”.
Il presidente di Iab Italia ci tiene infine a mandare due messaggi chiave, uno alle aziende del comparto e l’altro al nuovo governo: “Alle nostre aziende, soprattutto quelle di piccole e medie dimensione diciamo di credere e investire nel digitale affinché sia possibile garantirsi una reale crescita e aumentare la competitività a livello globale. Al nuovo Governo, che auspichiamo forte e stabile, diciamo che per garantire la crescita economica, sociale e occupazionale il nostro Paese deve individuare due o tre assi di sviluppo sui quali investire politiche e risorse. Tra questi, per noi, deve esserci lo sviluppo dell’Innovazione e del digitale e per questo motivo crediamo sia necessario che nel prossimo esecutivo venga individuato un Dicastero con portafoglio sull’Innovazione”.