Le Zone Economiche Speciali (ZES) sono aree geograficamente delimitate con incentivi specifici per le attività commerciali e produttive che prendono solitamente la forma di esenzioni fiscali, semplificazioni amministrative e disponibilità di infrastrutture.
L’obiettivo principale di questi incentivi è creare “poli di crescita” per la Zona delineata, attirando gli investimenti delle imprese e creando ulteriori vantaggi per il territorio su cui la ZES insiste. Le ZES si sono affermate nel mondo come laboratori per l’attrazione degli investimenti e come incubatori di innovazione, capaci di promuovere lo sviluppo produttivo e occupazionale di aree svantaggiate e/o in obiettivo convergenza.
ZES digitali leva per il Sud Italia: le competenze al centro di nuove politiche di sviluppo
Esse rappresentano infatti un’occasione e un fattore abilitante per sviluppare l’economia del territorio, favorendo la creazione di poli di eccellenza, andando ad accrescere le competenze di settore e facendo leva sulle strategie di incremento dell’export grazie al posizionamento delle zone stesse in aree dotate di particolari dotazioni infrastrutturali e logistiche.
ZES: l’occasione del PNRR e le altre misure di sostegno
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) destina 630 milioni di euro, divisi tra le 8 aree, per investimenti infrastrutturali volti ad assicurare un adeguato sviluppo dei collegamenti delle aree ZES con la rete nazionale dei trasporti, in particolare con le reti Trans Europee (TEN-T) per rendere efficace l’attuazione delle ZES.
A queste risorse, si aggiungono ulteriori 1,2 miliardi di euro che il PNRR riserva a interventi sui principali porti del Mezzogiorno e 250milioni di euro sul Fondo per lo Sviluppo e la Coesione per destinati ad appositi Contratti di Sviluppo finalizzati a semplificare e ridurre i tempi degli interventi.
Parliamo di un piano di 2 miliardi di euro, destinato al miglioramento del trasporto delle merci e delle mobilità delle persone, all’aumento della connessione verso le principali reti europee e alla modernizzazione delle infrastrutture che rappresenta un fattore abilitante per lo sviluppo dell’ecosistema delle ZES.
Gli incentivi di sgravio fiscale e decontribuzione costituiscono quindi solo una parte del complesso di misure di incentivazione che devono essere accompagnare le ZES. Da una parte, è necessario un chiaro orientamento strategico nazionale che favorisca lo sviluppo delle filiere chiave per il territorio, di forti partnership con realtà imprenditoriali e con le università e i centri di ricerca, per creare dei veri e propri poli di eccellenza che possano poi effettivamente attrarre ulteriori imprese, mediante l’effetto passaparola tra le diverse realtà della filiera.
Dall’altra parte, è fondamentale puntare su progetti infrastrutturali coerenti con le ambizioni di sviluppo del Paese come il collegamento di “ultimo miglio” per consentire ai distretti produttivi di ridurre tempi e costi nella logistica; la digitalizzazione e il potenziamento della logistica, urbanizzazioni green e lavori di efficientamento energetico e ambientale nelle aree retroportuali e nelle aree industriali appartenenti alle ZES. Più in generale è auspicabile avviare un programma di digitalizzazione dell’intero ecosistema che abiliti una più efficiente gestione delle partiche a livello burocratico e amministrativo.
Il ruolo strategico del Mediterraneo
I nuovi equilibri che si stanno delineando a seguito della discontinuità geo-politica degli ultimi mesi, infatti, stanno riportando al centro del dibattito il ruolo strategico del Mediterraneo, individuando centri di approvvigionamento energetico alternativi a quelli attuali sia per quanto attiene ai Paesi produttori che alle linee di transito.
In questo contesto il Mezzogiorno d’Italia, anche valorizzando le opportunità presentate dalle ZES, può giocare un ruolo di Hub strategico Europeo nel Mediterraneo potendo caratterizzarsi come porta verso il continente Africano e verso l’Oriente ma anche come linea di transito tra queste aree e l’Atlantico risalendo l’Europa.
Le ZES, nelle esperienze nazionali e internazionali, si sono dimostrate uno strumento efficace nell’attuazione delle strategie di sviluppo, offrendo una connessione diretta con i mercati esteri e le reti di produzione globali. In particolare, vista l’attuale affermazione di value chain “globali”, le ZES sono diventate nodi importanti per guidare il commercio internazionale.
L’importanza di una strategia nazionale
Risulta importane in quest’ottica puntare in primo luogo sulla definizione di una strategia nazionale che abiliti lo sviluppo delle economie territoriali, andando a creare delle realtà di successo che possano poi essere fruttuosamente sponsorizzate in Europa e nel mondo, risultando veramente attrattive agli occhi dei potenziali investitori esteri. Per far questo andrebbero individuate, congiuntamente con gli Enti Locali, le effettive linee di sviluppo dell’economia del territorio che si intende perseguire, andando a identificare puntualmente gli investitori target e procedendo quindi con azioni di marketing mirate.
È necessario quindi dare una vision chiara, coerente con la realtà territoriale in cui è inserita la ZES, che sia supportata da un Piano di Comunicazione organico a livello nazionale e sponsorizzato a livello internazionale per essere più efficaci nella capacità di raccogliere finanziamenti dai fondi di investimento.
Oltre all’effettiva realizzazione degli interventi infrastrutturali previsti, per porsi quale territorio di interesse per i potenziali investitori internazionali diventa quindi essenziale anche la capacità di attrarre nuovi investimenti e nuovi investitori che supportino lo sviluppo di settori industriali chiave funzionali allo sviluppo del Paese.
Le ZES europee e l’importanza del marketing
Benché la maggior parte delle ZES mappate non effettuino una specifica selezione in termini di investitori e settori target, la presenza di un piano di comunicazione-marketing che includa un’ampia gamma di attività e strumenti è una pratica comune in molte ZES europee. Un piano, corredato da una strategia strutturata, di marketing-comunicazione è uno strumento necessario per promuovere efficacemente le aree ZES ai potenziali investitori, ma la sua riproposizione nel contesto italiano dovrebbe tenere in conto i vincoli di bilancio normativamente previsti. Tuttavia, questi vincoli dovrebbero rappresentare un ostacolo superabile a fronte del bisogno di favorire la realizzazione di iniziative di joint marketing con altri enti pubblici e agenzie, nonché l’impiego in termini di marketing dei rapporti con le industrie leader già presenti nella Zona. Tale pratica può aiutare ad attrarre più imprese dallo stesso settore verso la ZES grazie ad un “effetto passaparola” e di networking.
Un ulteriore elemento critico da indirizzare correttamente nella campagna di comunicazione ZES è quello della trasparenza sulla tempistica con cui si renderanno effettivamente disponibili le componenti del pacchetto localizzativo ZES. Questo, infatti, è un driver critico per la definizione e lo svolgimento delle attività di marketing, per evitare di generare aspettative eccessive sulle Zone e di promettere “tutto e subito”.
Una Piattaforma GIS per gli investitori ZES
Inoltre, la sponsorizzazione delle opportunità di investimento dovrebbe essere accompagnata dalla messa a disposizione di una Piattaforma GIS per gli investitori ZES in grado di fornire una rappresentazione grafica e navigabile delle aree ZES, che possa essere utilizzata quale fonte univoca e onnicomprensiva del patrimonio informativo ZES. Tale piattaforma, oltre a fornire indicazioni di dettaglio sui benefici fiscali e agevolativi esistenti, andando a perimetrare chiaramente i vincoli di non-sovrapposizione tra le varie misure agevolative esistenti, darebbe evidenza di tutte le caratteristiche rilevanti per l’investitore dell’area disponibile (es. status di infrastrutturazione, tipo di investimento realizzabile, vincoli ambientali e urbanistici, connessioni infrastrutturali ecc.).
Servirà dunque anche la capacità di concertare le azioni di promozione delle opportunità offerte dalle ZES da parte di tutti i principali stakeholders, in primis il Governo nazionale, gli Enti Locali, e la rete delle Camere di Commercio italiane all’estero o le sedi italiane delle Camere di Commercio di Paesi esteri
Come ulteriore misura di attrazione il Governo ha adottato degli interventi normativi volti all’istituzione di un interlocutore unico per gli investitori e di un meccanismo in grado di garantire la certezza dei tempi procedurali necessari per l’ottenimento dell’insieme di autorizzazioni necessarie per fare impresa in Italia. In particolare, sono state introdotto le figure dei Commissari Governativi ZES a cui è stato attribuito il potere di convocazione della Conferenza dei Servizi, in cui tutte le Amministrazioni responsabili del rilascio di autorizzazioni, permessi, pareri e nulla osta sono tenute a esprimersi entro la data stabilita. Questi interventi costituiscono dei primi spunti utili per il rilancio delle ZES.
Conclusioni
Tuttavia, il percorso di rafforzamento delle ZES – come evidenziato anche dal lavoro svolto da EY in ambito ZES – necessita di una riforma più ampia che consenta un effettivo snellimento delle pratiche amministrative anche in ottica digitale, potenziando e razionalizzando il complesso di Sportelli Unici presenti sul territorio nazionale e agevolando quindi la digitalizzazione della gestione delle pratiche presso tutte le Autorità a vario livello coinvolte.
Tali interventi, infatti, possono servire quale trampolino di lancio per futuri sviluppi ed evoluzioni di portali informatici per la gestione digitale delle procedure amministrative e di ammodernamento, razionalizzazione e digitalizzazione del patrimonio informativo di competenza dei molteplici enti data-owner nazionali.