Su più fronti sembrerebbe che le piattaforme – e da ultimo Google – stiano adottando atteggiamenti più remissivi nei confronti delle “ammonizioni” degli Antitrust europei.
Nel mercato delle adv, a seguito delle accuse mosse dall’Antitrust Francese rimaste incontestate, Google ha risposto dichiarando il proprio impegno a rendere più equi i parametri di mediazione del servizio pubblicitario “Google Ad Manager”.
In buona sostanza, ha accettato una transazione che, sebbene preveda il pagamento di una sanzione salata (anche se più bassa rispetto al previsto e alle precedenti fattispecie) ha cristallizzato l’impegno a regolarizzare maggiormente il mercato entro il 2023.
Questo atto transattivo, seppur formalmente vincolante nel mercato francese, fa ben sperare ad un’azione tecnologica congiunta su tutto il panorama europeo e, perché no, anche mondiale.
Ciò anche in virtù del futuro adeguamento richiesto dall’imminente piano europeo, presentato da Bruxelles lo scorso dicembre e ora in fase di approvazione, che prevede una serie di regole vincolanti ex ante per le gatekeeper digitali, il “Digital Markets Act” (DMA).
Il DMA dovrebbe, infatti, stabilire regole e obiettivi di parità a carico dei colossi come Google, Facebook, Amazon o Apple al fine di permettere ai player più piccoli di poter competere nel medesimo mercato e fornire così agli utenti l’opportunità di rivolgersi a piattaforme alternative. Insomma, un mercato più diversificato come è giusto che sia e che l’Europa si sta impegnando a consegnarci.
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