La consultazione del Copyright Office sull’intelligenza artificiale offe continuamente nuovi interessanti contributi sul tema caldo del momento. L’ultimo intervento è quello dell’autorità della concorrenza USA, la FTC (Federal Trade Commission).
L’executive order sull’AI del presidente Biden
Come è noto, poche settimane fa il Presidente Biden ha emanato l’Executive Order sull’Intelligenza Artificiale. Il provvedimento raccomanda alle varie agenzie federali una serie di iniziative per definire degli standard da applicare nei settori di competenza.
Tra questi, ovviamente, anche le questioni che attengono alla concorrenza ed alla tutela dei consumatori da pratiche dannose che gli abusi dell’impiego delle tecnologie di AI potrebbero causare.
Proprio la FTC, in seguito, ha depositato la citata relazione nella consultazione del Copyright Office.
La submission è molto interessante perché offre una testimonianza su diverse tematiche che l’intelligenza artificiale generativa sta portando in primo piano, anche in Europa, con l’AI Act.
La posizione espressa dalla FTC
La Federal Trade Commission identifica diverse questioni sollevate dallo sviluppo e dalla diffusione dell’intelligenza artificiale (AI) che implicano la concorrenza e la politica di protezione dei consumatori, sottolineando il ruolo della Commissione nel monitorare l’impatto dell’intelligenza artificiale generativa e nell’applicare vigorosamente la legge in modo appropriato per proteggere la concorrenza e i consumatori.
“Il modo in cui le aziende sviluppano e rilasciano strumenti di intelligenza artificiale generativa e altri prodotti di intelligenza artificiale. . . solleva preoccupazioni sui potenziali danni ai consumatori, ai lavoratori e alle piccole imprese”, si legge nel commento. “La FTC ha esplorato i rischi associati all’uso dell’intelligenza artificiale, comprese le violazioni della privacy dei consumatori, l’automazione della discriminazione e dei pregiudizi e l’intensificazione di pratiche ingannevoli, scam e altri tipi di truffe”.
Le questioni sollevate dalla FTC in merito al diritto d’autore
Nei propri commenti la FTC ha mostrato interesse per le questioni relative al diritto d’autore al di là delle questioni relative alla portata dei diritti e all’entità della responsabilità ai sensi delle leggi sul diritto d’autore. Ad esempio, non solo la capacità dei creatori di competere potrebbe essere ingiustamente danneggiata, ma i consumatori potrebbero essere ingannati quando la paternità non è in linea con le loro aspettative. Un consumatore può pensare che un’opera sia stata creata da un particolare musicista o altro artista quando si tratta di un prodotto creato dall’intelligenza artificiale.
Sempre secondo l’autorità vi sono “condotte che potrebbero violare le leggi sul copyright e costituire un metodo di concorrenza sleale o una pratica sleale o ingannevole, soprattutto quando la violazione del diritto d’autore inganna i consumatori, sfrutta la reputazione di un creatore o diminuisce il valore delle sue opere esistenti o future, rivela informazioni private o causa in altro modo un danno sostanziale ai consumatori”.
Inoltre, “alcune grandi aziende tecnologiche dispongono di vaste risorse finanziarie che consentono loro di proteggere gli utenti dei loro strumenti di intelligenza artificiale generativa o di licenze esclusive su dati proprietari protetti da copyright, rafforzando potenzialmente ulteriormente il potere di mercato di queste aziende dominanti”.
Training e fair use
La FTC ha anche evidenziato come il training di piattaforme di AI con contenuti protetti da copyright andrebbe oltre la dottrina americana del “fair use” ovvero l’eccezione prevista per utilizzi di opere protette che non richiede un’autorizzazione.
Proprio sul fronte del fair use ha suscitato scalpore la decisione di Ed Newton-Rex, VP audio presso l’azienda di AI Stability, di dimettersi perché in contrasto con la linea dell’azienda sul fronte dell’utilizzo di contenuti per l’addestramento. Secondo Newton- Rex, la decisione di Stability, di invocare il principio del fair use nell’impiego di contenuti protetti, espresso proprio nella propria relazione presentata nella consultazione al Copyright Office.
Il manager americano ha sostenuto, in una sua lettera pubblicata su MBW che “l’AI genera un effetto dall’uso sul mercato potenziale o sul valore dell’opera protetta da copyright. Gli odierni modelli di intelligenza artificiale generativa possono chiaramente essere utilizzati per creare opere che competono con le opere protette da copyright su cui vengono formate. Quindi non vedo come l’utilizzo di opere protette da copyright per addestrare modelli di intelligenza artificiale generativa di questa natura possa essere considerato fair use”.
Il nodo delle licenze
La questione della necessità di ottenere licenze preventive da parte delle piattaforme resta il tema centrale sia negli Stati Uniti come in Europa e lo scontro si sta animando con il tentativo da parte soprattutto delle tech USA di cavalcare il tema delle eccezioni per evitare da un lato gli obblighi di trasparenza, e dall’altro rendere disponibili le registrazioni dei contenuti utilizzati per la formazione del modello di fondazione in modo sufficientemente dettagliato per consentire ai titolari di copyright di esercitare i propri diritti.