L’istruttoria appena avviata dall’Antitrust nei confronti di Apple conferma come anche da noi sia in corso una riflessione seria sulle pressioni concorrenziali interne ed esterne agli ecosistemi digitali e sulle conseguenze di mercato che queste innescano.
il commento
Antitrust e Apple, anche in Italia la sfida sul futuro degli ecosistemi digitali
Anche in Italia si affronta la questione delle pressioni concorrenziali interne ed esterne agli ecosistemi digitali e sulle conseguenze di mercato che queste innescano. Gli ecosistemi sono sempre più chiusi, con conseguenze sulla concorrenza, mentre arrivano leggi e indagini per riequilibrare i rapporti
Jean Monnet Professor of EU Innovation Policy; Professor in Digital Transformation and AI Policy; Ordinario di diritto dell’economia nell’Università Europea di Roma e Direttore ICPC – Innovation, Regulation and Competition Policy Centre

Lnnovazione che raggiunge il mercato è prevalentemente quella che sostiene l’ecosistema e non anche quella capace di interferire se non di scardinarne i modelli di business.
Le ragioni sono diverse: ciascuna spiegata dall’economia dei sistemi a rete.
L’ecosistema, innanzitutto, per il fatto di offrire prodotti vuoi integrati vuoi complementari, è in grado di generare consistenti economie di scala perché con gli stessi fattori produttivi si possono produrre beni e servizi diversi e i risparmi aumentano all’aumentare delle quantità.
Inoltre, quanto più si estende su mercati diversi, più si fortifica, perché il valore dell’ecosistema e dei suoi servizi aumenta all’aumentare del numero di utilizzatori.
E consolida la propria posizione grazie ai dati, che, trattati e raffinati con sofisticate tecniche di intelligenza artificiale, sono in grado di intercettare, prima, e creare, poi, nuovi bisogni, classificare emozioni, indirizzare orientamenti. Ancora, poiché le forme di “occupazione preventiva” di spazi e ambiti di possibile interesse commerciale assicurano un vantaggio competitivo, predilige collaborazioni intersettoriali e acquisizioni strategiche, ma anche forme innovative di appropriazione di beni immateriali.
Sin qui tutto bene e tutto legittimo.
Di qui in poi ciascun ecosistema decide per sé e sceglie se adeguarsi o contravvenire al nuovo ordine giuridico che sta prendendo forma, in cui concorrenza e regolazione (in corso i lavori di adeguamento del sistema interno ai Regolamenti DMA, DSA e DGA, già in vigore le nuove norme sull’abuso di dipendenza economica e sulle killer acquisitions) contribuiscono a dare impulso all’innovazione, favoriscono mercati aperti e concorrenziali, e responsabilizzano gli ecosistemi digitali all’insegna dello statuto della correttezza.
Rubrica “Innovation Policy: Quo vadis?” a cura dell’ICPC-Innovation, Regulation and Competition Policy Centre
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