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Pmi, così le banche possono guidare il rilancio nel 2025



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L’integrazione dei criteri ESG e il sostegno alle PMI sono essenziali per la competitività delle imprese italiane. Le banche, attraverso garanzie e nuovi strumenti finanziari, facilitano l’accesso ai fondi PNRR e l’internazionalizzazione, promuovendo un ecosistema più resiliente e sostenibile

Pubblicato il 12 nov 2024

Giovanni Gatti

Research Analyst di Cetif Università Cattolica del Sacro Cuore



digital banking (1)

L’innovazione nei prodotti finanziari, l’integrazione dei criteri ESG e il sostegno mirato alle PMI saranno elementi chiave per rafforzare la resilienza e la competitività del tessuto imprenditoriale italiano nei prossimi anni.

La capacità di adattarsi rapidamente alle mutevoli dinamiche economiche e geopolitiche, offrendo soluzioni su misura che sfruttano anche le potenzialità tecnologiche, sarà quindi decisiva per il successo della partnership tra istituzioni finanziarie e imprese.

Il contesto economico complesso e incerto

Il panorama economico italiano sta infatti attraversando un periodo di significativa complessità, in cui le imprese si trovano a fronteggiare una serie di sfide che ne compromettono la crescita e la stabilità.

Il contesto economico ha sicuramente messo a dura prova le imprese italiane fino ad oggi. Le recenti fluttuazioni dei tassi di interesse, le politiche della Banca Centrale Europea (BCE) e le dinamiche interne al sistema bancario hanno reso il panorama economico complesso e incerto. La spinta inflazionistica, che fortunatamente ha mostrato segnali di rallentamento, ha portato la BCE ad un significativo aumento dei tassi di interesse, che hanno toccato il 4,5%. Questo cambiamento ha inasprito le condizioni di accesso al credito per le imprese, in particolare per quelle di piccole e medie dimensioni.

Si stima che nel 2023 le erogazioni di prestiti siano diminuite di 29,7 miliardi di euro, rispetto all’anno precedente, mentre ancora nel primo trimestre del 2024, i finanziamenti erogati alle sono calati del 7,5%, evidenziando una contrazione che colpisce in modo particolare le ditte individuali e le società di persone.

Segnali di ripresa all’orizzonte

Nonostante il contesto economico difficile, ci sono però segnali di ripresa. Nel secondo semestre dell’anno è atteso un aumento dei prestiti erogati alle imprese, per effetto sia del primo taglio della BCE di 25 punti base al tasso di interesse, sia in seguito al lieve allentamento dei criteri di offerta dei prestiti alle imprese, per la prima volta dal 2021, osservato nel secondo trimestre dell’anno e dovuto ad una maggiore tolleranza al rischio da parte delle banche.

Nonostante lo scenario macroeconomico mostri segnali di miglioramento, la domanda di prestiti è rimasta contenuta. In un momento in cui l’accesso al credito continua a essere complesso e il contesto economico, finanziario e geopolitico resta instabile, diventa fondamentale sostenere le imprese attraverso strategie alternative al credito tradizionale, promuovendo l’utilizzo di nuovi strumenti di supporto, quali l’offerta di garanzie per l’accesso ai fondi del PNRR e per l’internazionalizzazione, l’accompagnamento verso il mercato dei capitali e il supporto verso la transizione sostenibile e digitale.

Il ruolo della banche nell’accesso ai fondi PNRR

Per quanto riguarda l’accesso ai fondi del PNRR, le banche possono agevolare le imprese offrendo garanzie finanziarie che riducono il rischio percepito dagli investitori. Tali garanzie diventano particolarmente importanti per le piccole e medie imprese, che spesso incontrano ostacoli nel ricevere fondi pubblici, a causa di requisiti patrimoniali insufficienti.

Oltre a fornire garanzie, le banche possono accompagnare le imprese attraverso il complesso processo burocratico, fornendo consulenze strategiche per massimizzare le opportunità offerte dal piano e facilitare l’accesso ai finanziamenti previsti dal PNRR.

Le banche e l’internazionalizzazione delle imprese

Sul fronte dell’internazionalizzazione, le banche possono offrire strumenti di finanziamento specifici per supportare l’espansione delle imprese nei mercati esteri. Attraverso prestiti agevolati e garanzie su operazioni di esportazione, le banche possono ridurre i rischi legati alla crescita internazionale. Tuttavia, il vero valore aggiunto arriva dalla collaborazione con fondi di venture capital e private equity, che consentono alle imprese di accedere a capitali di rischio utili per progetti innovativi e di espansione. Questi fondi non solo forniscono capitale, ma anche competenze e una rete di contatti a livello globale, facilitando l’inserimento delle imprese italiane nei mercati internazionali. Le banche, in questo scenario, possono fungere da intermediari o co-investitori, riducendo i rischi e creando sinergie che favoriscono lo sviluppo.

Forme di investimento più dinamiche e orientate alla crescita

Oltre alle tradizionali garanzie, le banche possono promuovere strumenti finanziari innovativi, come obbligazioni convertibili o fondi di investimento settoriali, che consentono alle imprese di diversificare le loro fonti di finanziamento. Collaborando con fondi di venture capital e private equity, le banche possono arricchire l’offerta di finanziamenti tradizionali con forme di investimento più dinamiche e orientate alla crescita, sostenendo le aziende in settori ad alto potenziale e in linea con le sfide globali come la transizione ecologica e digitale. In questo modo, le banche possono diventare partner strategici nel facilitare l’accesso a risorse e opportunità, creando un ecosistema finanziario ed economico più resiliente.

Credito green e criteri ESG

Per i progetti sostenibili, invece, l’autofinanziamento rappresenta ancora la principale modalità utilizzata dalle imprese per avviare progetti sostenibili; pertanto, ampliare l’offerta di prodotti di credito green e integrare i criteri ESG nella valutazione del credit scoring risulta fondamentale per accelerare la transizione sostenibile delle imprese. In tal senso, le iniziative volte a valorizzare le catene produttive fungono da modelli di riferimento, in quanto, integrando le logiche di valutazione del rischio, di concessione del credito e di strutturazione dell’offerta commerciale con le informazioni di carattere industriale raccolte all’interno della filiera, mirano a promuovere una pianificazione strategica più efficace.

In questo contesto, è importante anche segnalare l’obbligo assicurativo per i danni catastrofali per le imprese, imposto dalla Legge Finanziaria 2024, che entrerà in vigore il primo gennaio 2025. Questo obbligo interesserà tutte le imprese con sede legale o stabile organizzazione in Italia, riguardo ai danni causati da calamità naturali ed eventi catastrofali a terreni, fabbricati, impianti, macchinari e attrezzature industriali e commerciali, iscritti a bilancio. È quanto prevede lo schema di decreto interministeriale illustrato al Mimit, alla presenza del ministro Adolfo Urso, che ha sottolineato come il decreto segni «un passo importante verso la messa in sicurezza del nostro sistema produttivo».

Polizze per i rischi legati alle catastrofi naturali

Oggi in Italia, secondo i dati dell’Associazione nazionale per le imprese assicuratrici (Ania), solo il 5% delle imprese ha una polizza per i rischi legati alle catastrofi naturali. Per questo, secondo quanto stabilito dalla legge 30 dicembre 2023, n. 213 (Legge di bilancio 2024), le imprese dovranno assicurarsi entro entro il 31 dicembre 2024 per i danni causati da eventi calamitosi, a copertura dei danni a terreni e fabbricati, impianti e macchinari, nonché ad attrezzature industriali e commerciali.

La sottoscrizione di tale polizza (cat nat) può rappresentare un primo importante strumento utile a mitigare il rischio di transizione e migliorare il credit scoring delle imprese. Offrendo una protezione finanziaria diretta, queste polizze riducono l’incertezza operativa e promuovono la stabilità economica a lungo termine. La loro implementazione potrebbe consentire alle aziende di gestire meglio le perdite causate da eventi naturali, garantendo continuità operativa e maggiore resilienza. Inoltre, la sottoscrizione di tale assicurazione può migliorare la percezione delle banche sulla solidità finanziaria delle imprese, facilitando l’accesso al credito e contribuendo a un ciclo virtuoso di investimento e crescita. In questo modo, le polizze cat nat non solo proteggono gli asset fisici delle imprese, ma fungono anche da volano per il loro sviluppo sostenibile e per una pianificazione strategica più efficace.

Solo attraverso un approccio strategico e flessibile sarà, però, possibile costruire un ecosistema economico sostenibile e capace di affrontare le sfide future.

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