Nel progetto di Mark Zuckerberg, il metaverso è la cornucopia da cui il social network riprenderà vigore, in grado di superare l’attrattività di TikTok o di Fortnite, ridefinendo il modello di business e portando definitivamente Facebook-Meta fuori dalle controversie regolatorie e politiche che hanno azzoppato l’azienda nel 2021: dalle violazioni della privacy, alla diffusione di fake news, dalle limitazioni imposte da Apple sulla profilazione degli utenti in ambito IoS, alle controversie con le autorità antitrust di mezzo mondo[1].
Per gli investitori, però, il metaverso si sta rivelando un pozzo di S. Patrizio, ossia un assorbitore senza fondo di investimenti, la cui redditività è, se tutto va bene, dilazionata nel tempo.
Proviamo però, a comprendere meglio la crisi di Facebook, che è la crisi del modello di business basato pressoché esclusivamente sulle economie di rete, rifacendoci anche alla “legge di Metcalf”.
Le quotazioni rivelano lo stato di salute delle Big Tech
Gli sconvolgimenti degli equilibri internazionali e le conseguenti politiche di rincaro dei tassi di interesse rendono complicato, per le aziende Big Tech anche solo contenere le perdite nelle quotazioni.
La crisi di Facebook
La crisi di Facebook è la crisi del modello di business basato pressoché esclusivamente sulle economie di rete. Robert Metcalf, coinventore di Ethernet e cofondatore di 3Com che forniva schede di network che abilitavano il computer all’accesso ad Ethernet, sosteneva che i costi della costruzione della rete sono proporzionali al numero delle schede mentre il valore della rete è proporzionale al quadrato degli utenti, poiché la condivisione della rete consente interazioni che per i singoli non sono possibili. Naturalmente vi sono diversi tipi di rete, dalle autostrade a quella elettrica alle reti di telecomunicazioni a quelle dei social network, e recentemente è stato osservato che la semplice legge di Metcalf va rivista per tener conto dell’importanza dei nodi.
Meta in crisi? Come Zuckerberg sta affrontando i dubbi degli azionisti
Essi non sono tutti uguali, vi sono quelli che rappresentano veri hub di smistamento e di crescita delle interazioni e quelli che, rimanendo silenti o quasi, non contribuiscono alla crescita del valore della rete se non marginalmente[2].
L’obiezione, mossa da Olyzko e Tilly, alla legge di Metcalf, non nega che gli effetti di rete siano molto superiori rispetto alla semplice proporzionalità rispetto al numero degli utenti, ma obiettano che il valore della rete proporzionale al quadrato del numero di utenti rappresenta una sovrastima del valore della rete: “L’errore fondamentale alla base delle leggi di Metcalf (…) è nel presupposto che tutte le connessioni o tutti i gruppi hanno lo stesso valore. L’errore di questa ipotesi era sottolineato un secolo e mezzo fa da Henry David Thoreau, che scrisse:
“Abbiamo fretta di costruire un telegrafo magnetico dal Maine al Texas; ma il Maine e il Texas potrebbero non aver hanno nulla di importante da comunicare”.
Ora Thoreau si sbagliava. Il Maine e il Texas hanno avuto e hanno molto da comunicare. Alcune cose erano e sono importanti e altre no, ma tutte di valore sufficiente per essere pagate dalle persone. Tuttavia, l’intuizione di Thoreau è valida e il Maine non ha tanto da comunicare con il Texas come invece il Massachusetts o New York” [3].
La legge di Metcalf ha trovato comunque una serie di verifiche empiriche nelle ricerche che hanno preso in esame Facebook, Tencent ed anche Bitcoin, dalle quali risulta che la quotazione delle aziende o, nel caso della cryptovaluta, il valore complessivo degli asset digitali rappresentati da Bitcoin, sono legati proporzionalmente al quadrato della dimensione della rete, espressa dal numero dei nodi[4].
Nel momento in cui, per effetto della straordinaria attrazione sui giovanissimi esercitata da TikTok, Facebook si è trovata di fronte ai primi sintomi di stanchezza del suo pubblico, con il famoso indice degli utenti giornalieri (DAU) in caduta per la prima volta nella storia dell’azienda alla fine del 2021, Zuckerberg ha puntato la rotta dell’azienda sul metaverso, per rendere più attraente il social network e rimetterlo al centro dell’attenzione.
È questa la risposta di Zuckerberg al successo dei social media basati sui video e del successo dei videogiochi che cominciano a prefigurare i metaversi all’interno delle proprie app (di veda Fortnite e la vicenda giudiziaria di Epic contro Apple per il controllo dei fee connessi all’installazione della app in ambiente IoS).
Il metaverso rischia di nascere zoppo
Le critiche alle prime uscite del metaverso sono feroci: quando Meta ha annunciato l’avvio in Spagna e Francia di Horizon Worlds, l’avatar di Zuckerberg “con occhi da pesce lesso” è stato sbeffeggiato costringendo l’azienda ad un rapido restyling. Nonostante siano passati 20 anni dall’avvio di Second Life, la grafica del metaverso balbetta: soprattutto rispetto a quella dei videogiochi. Il motivo è semplice: le indefinite opzioni aperte nel metaverso assorbono una quantità di capacità di calcolo che i videogiochi, limitati nelle possibilità, possono utilizzare per la grafica. In particolare, le gambe, non riescono a trovare soluzione nelle attuali configurazioni hardware dei caschi per la realtà virtuale: il metaverso rischia di nascere zoppo[5].
Inoltre, la legge di Metcalf ha il suo contrario. Effetti di scala negativi per il valore della rete sorgono quando il rumore aumenta sulla piattaforma fino a rendere impossibile o troppo oneroso trovare contenuti di qualità, spingendo gli utenti al progressivo abbandono della piattaforma stessa. Poiché l’abbandono potrebbe riguardare proprio i produttori di contenuti più interessanti o addirittura gli hub della rete social, si può verificare un fenomeno di abbandono esponenziale, secondo una legge inversa a quella di Metcalf: così con la stessa velocità con cui la rete social è cresciuta, quella stessa rete comincia ad implodere a velocità crescente.
Le preoccupazioni rispetto alla privacy, all’antitrust, alle fake news, vengono in second’ordine: l’importante è riguadagnare il like dei giovanissimi.
Conclusioni
Questo è il dramma di Zuckerberg: non fare in tempo a far funzionare un ecosistema che assomigli al suo promesso metaverso, in grado di attirare nuovamente un crescente numero di utenti interessati.
L’incubo è di trovarsi con la barca affollata tra le rapide su cui sporge la rocca degli azionisti rinchiusi in sala consiglio dove non sentono più i richiami del nocchiero, e sapere che, superata la rocca, la discesa torrenziale dei profitti e dei ricavi finirebbe per travolgere la barca.
Note
- ) Kate O’Flaherty, Facebook’s New Nightmarte – Is It Time To Delete Your Account?, Forbes, July 30, 2022. ↑
- ) Peter Fisk, Metcalf’s Law explains how the valute of networks grows exponentially…exploring the “network effects” of businesses like Apple, Facebook, Trulia and Uber, Peterfisk.com, February 12, 2020. ↑
- ) Andrew Odlyzko, Benjamin Tilly, A refutation of Metcalfe’s Law and a better estimate for the value of networks and network interconnections, Computer Science 2005. ↑
- ) Si veda per Facebook e Tencent: Zhang, Xing-Zhou; Liu, Jing-Jie; Xu, Zhi-Wei (2015) Tencent and Facebook Data Validate Metcalfe’s Law. Journal of Computer Science and Technology. 30 (2). Per Bitcoin si veda: Peterson, Timothy (2019). Bitcoin Spreads Like a Virus Working Paper. doi:10.2139/ssrn.3356098. ↑
- ) Chris Stokel-Walker, After $177 Billion in Investment, Why Do Metaverse Graphics Still Suck?, Decrypt, August 27, 2022. ↑