Jack Dorsey, uno dei fondatori di Twitter, quando finanziò la nascita di Bluesky – ora a 20 milioni di utenti, il doppio di due mesi fa – motivò la scelta del nome con la voglia di liberare nel cielo l’uccellino dell’app oggi in mano a Musk. “Twitter 2.0”, fu ribattezzata. Neanche lui credo immaginasse fino a quale punto il volatile si sarebbe tinto di nero nell’arco di neanche due anni.
La fuga da X e i magheggi di Musk per favorire il suo account
La fuga precipitosa da X, con approdo in Bluesky, di milioni di utenti, non sembra tuttavia addebitabile solo alla sua mutazione genetica avvenuta sotto la regia del plurimiliardario sudafricano. Musk, si apprende in questi giorni da uno studio della Queensland University of Technology, sarebbe persino arrivato ad alterare l’algoritmo di X per favorire il suo account e quelli di molti altri trumpiani. I professori Timothy Graham e Mark Andrejevic hanno appurato che da metà luglio circa le visualizzazioni dei suoi post, sulla piattaforma di sua proprietà, sono aumentate del 138% rispetto a prima, i retweet del 238%.
Se ci riflettiamo, questo atteggiamento (in perfetta sintonia, peraltro, con la natura del personaggio) rappresenta un’ulteriore e scorretta forzatura della strategia di controllo dei social in voga, nonché l’esatto contrario di quella che predilige un approccio libero, leggero, aperto. Come ebbe a dichiarare la CEO di Bluesky, Jay Graber, accompagnando il suo atto di nascita, “un’app social decentralizzata può essere piacevole da usare, personalizzabile, performante e sicura. Una piattaforma per come la desiderano le persone: utenti che detengono i loro dati e relazioni; algoritmi trasparenti e libera scelta su di essi; maggiore responsabilità e controllo da parte loro sulle modalità di moderazione”.
Certo Musk è stato determinante nella crescita galoppante di Bluesky, ma il terreno era già fertile proprio per questa impostazione, voluta e perseguita con tenacia dal suo management. Quando è schizzata in cima agli app store di Apple e Google come app gratuita più scaricata – circa 18 milioni al momento gli utenti – i suoi 20 dipendenti a tempo pieno hanno lavorato 24 ore su 24 per gestire i problemi scaturenti dall’iper-crescita: interruzioni del sito, problemi nel codice e di moderazione dei contenuti. Bluesky è sì a scopo di lucro, ma nel contempo mira ad avere un impatto positivo sulla società piuttosto che concentrarsi sulla massimizzazione del valore per gli azionisti.
Cosa rende Bluesky diverso dagli altri social
Dalla sua creazione, ha iniziato a costruire il “protocollo AT”, che consente agli sviluppatori indipendenti di creare i propri social network su di esso, e alle persone di portare le proprie identità e informazioni digitali su diverse piattaforme. In tal modo, esse possono personalizzare i propri algoritmi per vedere i post che desiderano. Al contrario, Facebook e TikTok bloccano gli utenti nelle loro piattaforme e rendono difficile migrare verso i concorrenti.
Sono “walled garden” (ecosistemi chiusi): ciò che viene pubblicato sulle singole piattaforme rimane solo su ognuna di esse. Inoltre, su Bluesky gli utenti godono dell’opportunità di creare feed personalizzati, in base a diversi argomenti o gruppi, e strumenti di moderazione automatica in grado di nascondere o rimuovere i post che infrangono le regole della piattaforma (molestie, incitamento alla violenza o all’odio). Scelte vincenti e perciò in procinto di essere implementate (o meglio copiate) da Threads.
La CEO di Bluesky, portando avanti una politica di ancora più netta di differenziazione rispetto agli altri social, ha garantito che l’azienda non ha mai utilizzato i post, e mai lo farà, per addestrare l’intelligenza artificiale generativa, al contrario di Meta, X e Google. Anche con gli sviluppatori indipendenti i rapporti sono totalmente diversi. Bluesky ha reso noto di contare su di essi per rendere il social network ancora migliore: chi ha un’idea non deve fare pressioni sul management per applicarla, perché lo può fare da sé. Facebook e X, viceversa, tengono gli sviluppatori indipendenti alla larga. Secondo molti, è proprio l’atmosfera complessiva di Bluesky a essere totalmente differente.
Bluesky e un futuro social libero dalla tirannia degli algoritmi
Sembra sia possibile che Bluesky vada a inaugurare un futuro più luminoso per i social media. Il modello dell’azienda potrebbe dare alle persone un modo per passare il tempo sul web sociale al di fuori dei feed algoritmici pieni di annunci mirati e governati da aziende tecnologiche da miliardi e miliardi di dollari. Bluesky è dunque una sorta di gradita boccata d’aria fresca.
Bluesky, Mastodon e il fediverso
Come rete federata, anche Mastodon aveva in origine permesso alle persone di creare i propri server, che funzionavano come comunità indipendenti ma interconnesse all’interno della rete più ampia. Ciò è correlato al concetto più ampio di fediverso (federated + universe) che connota un insieme di social network che possono comunicare tra loro usando un protocollo in comune, e nel quale gli utenti di siti diversi possono inviare e ricevere aggiornamenti di status, file multimediali e altri dati attraverso la rete. Bluesky ha preso questa idea di una rete federata e l’ha resa facile da usare, vaticinando anche un futuro prossimo in cui i social media non renderanno le persone (soprattutto le e gli adolescenti) infelici o malate. In una significativa dichiarazione a Vox, la portavoce della piattaforma ha sottolineato che “La salute e la positività della comunità di Bluesky sono molto importanti per noi e abbiamo investito molto in Trust and Safety (fiducia e sicurezza)”.
Sempre a Vox, la giornalista Katelyn Burns ha motivato così la scelta di iscriversi a Bluesky: “Quando Musk ha acquistato Twitter, per prima cosa ha ridotto la moderazione sulla transfobia sulla piattaforma, e per questo siamo stati il primo gruppo a lasciare Twitter. Per tale ragione un folto gruppo di poster trans divertenti e talentuosi sono stati i primi ad adottare Bluesky e di forgiarlo com’è oggi: divertente, eccitante, con strumenti di moderazione molto forti”. Bluesky consente di bloccare e silenziare varie persone, parole e tag, ma anche di nascondere singoli post sui feed. Gli utenti possono anche iscriversi a liste di blocco curate direttamente dalla piattaforma.
Bluesky e la nostalgia per il web delle origini
In definitiva, la virata di Musk e X verso la destra estrema e trumpista può essere considerata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. In senso negativo per l’ex Twitter, in quello positivo per il social che più di altri ha dato prova di proporsi come suo antipode. Jason Koebler, uno dei fondatori della rivista specializzata 404 Media, ha scritto che Bluesky è diverso e migliore di X e Threads perché “è gestito come una società di pubblica utilità e non di proprietà di un oligarca.
La migrazione dai social network posseduti, controllati e distorti dagli uomini più ricchi e dalle aziende più potenti del mondo verso una piattaforma decentralizzata, non posseduta e controllata dai miliardari, è una delle cose più promettenti accaduta in un anno desolante per internet, mentre la spazzatura dell’intelligenza artificiale infetta tutto e i miliardari mettono le mani su ciò che vediamo sui social media. La migrazione verso Bluesky è una buona notizia e spero che continui”. Una posizione che ha molto a che fare con il web delle origini, o almeno con le speranze di libertà e liberazione che aveva generato. Prima che il fine della massimizzazione dei profitti prendesse il sopravvento su tutto il resto.