Microsoft vuole incorporare strumenti di intelligenza artificiale in tutti i suoi prodotti, rendendoli disponibili come “piattaforme” a disposizione delle aziende interessate.
L’azienda di Redmond ha intenzione di muoversi con celerità intrattenendo rapporti di interesse con la startup a stelle e strisce OpenAI (che sta dietro alla “star del momento” ChatGPT ed al non meno rinomato “generatore di immagini” DALL-E 2). Microsoft, peraltro, è stata uno dei generosi investitori della startup co-fondata da Elon Musk: l’ultimo contributo ammonterebbe a 10 miliardi di dollari: un “investimento pluriennale e multimiliardario per accelerare le scoperte dell’IA e garantire che questi vantaggi siano ampiamente condivisi con il mondo”, spiega l’azienda in una nota.
In this next phase of our partnership with @OpenAI, we will deliver the best AI infrastructure, models, and toolchain for customers to safely and responsibly build and run their applications on Azure. https://t.co/hX48N3vPv8
— Satya Nadella (@satyanadella) January 23, 2023
Gli obiettivi degli investimenti Microsoft
Microsoft con i suoi finanziamenti in OpenAI, sta dunque confermando il suo interesse verso un settore strategico. L’obiettivo è quello di rendere la piattaforma Azure il luogo ideale per tutti coloro che adoperano l’Intelligenza Artificiale, ossia le aziende e gli utenti finali (con ChatGPT, ad esempio, che diventerebbe disponibile anche per i professionisti).
D’altronde, l’ampio potenziale economico di strumenti come ChatGPT, in grado di generare rapidamente un testo “scorrevole” sulla base di brevi domande o richieste da parte dell’utente è – tra alti e bassi – sensazionale. Per l’azienda di Redmond tali strumenti sono necessari per incrementare la produttività delle risorse umane e la crescita economica che da essa ne deriverebbe. La ricetta suggerita da Microsoft è pensare alla macchina che si affianca e viene utilizzata dall’uomo, dal professionista, senza sostituirlo. Come gli sviluppatori di software per computer che, attualmente, utilizzano strumenti che li aiutano a generare parte del codice che scrivono. Per il CEO di Microsoft Satya Nadella il modo migliore per prepararsi a queste innovazioni non è scommettere contro questa tecnologia, bensì pensare che questa tecnologia aiuterà i professionisti nel loro lavoro e nei diversi processi aziendali.
Il rapporto Microsoft-ChatGPT
Ma torniamo al rapporto Microsoft-ChatGPT. Poco dopo che a fine gennaio scorso Microsoft ha confermato l’intenzione di investire in OpenAI, alcuni hanno iniziato ad ironizzare sul fatto che la nuova tecnologia avrebbe contribuito a potenziare il tanto “odiato” assistente virtuale di Office a forma di graffetta. Sebbene “Clippy” sia ormai un ricordo del passato, la decisione dell’azienda di Nadella di puntare su strumenti di intelligenza artificiale promette di fare ciò che Clippy non è mai riuscito a fare: trasformare il nostro modo di lavorare. Certamente l’assistente virtuale di Office non si basava sull’intelligenza artificiale o sull’apprendimento automatico; ChatGPT, invece, è uno strumento di auto-completamento piuttosto sofisticato e, in questo senso, è una versione nettamente migliore di Clippy. Da quando è stato reso disponibile a fine novembre scorso, ChatGPT è stato utilizzato per generare saggi, storie e testi di canzoni originali in risposta alle richieste degli utenti. Ha redatto persino ricerche che hanno ingannato alcuni scienziati. Alcuni amministratori delegati lo hanno persino utilizzato per scrivere e-mail o per svolgere lavori di contabilità.
Così Redmond spiazza i rivali Google e Meta
Per Microsoft, l’integrazione di ChatGPT con le sue piattaforme potrebbe rendere più potenti i suoi prodotti. Alcuni potenziali casi d’uso includono la scrittura di righe di testo per una presentazione in PowerPoint, la stesura di un saggio in Word o l’inserimento automatico di dati in fogli di calcolo Excel. Per il motore di ricerca Bing di Microsoft, invece, ChatGPT potrebbe fornire risultati di ricerca più personalizzati e riassumere meglio le pagine web (chissà, facendo concorrenza a Google…). Microsoft, da parte sua, fatto salvo ciò che abbiamo visto con Azure, ha detto ben poco sulle possibili integrazioni.
Quando Microsoft investì per la prima volta in OpenAI nel 2019, il CEO Satya Nadella dichiarò di ritenere che l’intelligenza artificiale sarebbe stata una delle tecnologie più trasformative del nostro tempo. Ma, probabilmente, è stato solo l’anno scorso, che il potenziale significativo della partnership Microsoft-OpenAi è diventato ampiamente evidente. Improvvisamente, Microsoft sembra essere in prima linea nella corsa all’intelligenza artificiale della Silicon Valley, cogliendo sia Google che Meta completamente di sorpresa.
Il rovescio della medaglia
Certo è, tuttavia, che non è tutto oro quello che luccica. Da un lato, l’investimento in OpenAI è stato annunciato pochi giorni dopo che Microsoft ha confermato l’intenzione di licenziare diecimila dipendenti nell’ambito di misure più ampie di riduzione dei costi. Dall’altro, l’utilizzo e l’associazione con la tecnologia di OpenAI potrebbe comportare dei rischi per Microsoft. Sia ChatGPT che DALL-E sono addestrati su grandi quantità di dati per generare contenuti. Ciò ha sollevato alcune preoccupazioni circa il potenziale di questi strumenti di perpetuare i pregiudizi (bias) dell’intelligenza artificiale e, di conseguenza, di diffondere disinformazione. Per Microsoft, questo potrebbe rendere problematica l’integrazione dello strumento in prodotti specifici. Sistemi come ChatGPT, al momento, possono essere piuttosto inaffidabili, inventando di sana pianta e dando risposte diverse alle stesse domande (per non parlare dei potenziali pregiudizi sessisti e razzisti…). È probabile, tuttavia, che Microsoft voglia aspettare ancora un po’ prima di permettere ai sistemi GPT di rispondere alle domande di ricerca online. Se da un lato ChatGPT ha guadagnato terreno tra gli utenti, dall’altro un numero crescente di scuole e insegnanti è preoccupato per l’impatto immediato di ChatGPT sugli studenti e sulla loro capacità di “imbrogliare” nei compiti. Un’integrazione troppo rapida di ChatGPT nei prodotti Microsoft potrebbe far sì che le scuole ripensino all’uso dei software di Nadella.
Conclusioni
Ma nonostante i problemi che potrebbero crearsi, compresa una pubblicità negativa per le aziende associate a questi strumenti, Microsoft riconosce chiaramente (a mo’ di “rischio calcolato”) la sua opportunità di diventare un leader nel settore dell’intelligenza artificiale. Tra l’altro, l’azienda fondata da Bill Gates continua a dedicare ingenti risorse alla ricerca e allo sviluppo dell’intelligenza artificiale e sulle innovazioni che richiedono l’impiego di tale tecnologia, come i sistemi di visione artificiale. Questo è, d’altronde, il fenomeno dell’intelligenza artificiale “di massa”, quella che – in parole povere – gli utenti danno per scontata (basti pensare a come il potenziale di ChatGPT è stato mostrato e utilizzato dal pubblico. Vedremo a breve se lo stesso successo lo avrà Microsoft.