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Criptovalute, gli Usa spingono sulla regolazione: le iniziative e le mosse delle istituzioni finanziarie

Un rapporto sulla garanzia dello sviluppo responsabile delle risorse digitali e una rete nazionale di coordinatori per combattere l’uso illecito degli asset. Il Governo Usa punta a prevenire lo sfruttamento illecito delle criptovalute, ma le iniziative non bloccano l’interesse dell’industria finanziaria. Proposte e servizi

Pubblicato il 14 Ott 2022

Roberto Culicchi

Of Counsel DWF (Italy)

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Il Dipartimento di Giustizia americano ha di recente annunciato una serie di importanti iniziative in materia di regolamentazione degli asset digitali, tra cui (i) la pubblicazione del suo rapporto annuale sulla garanzia dello sviluppo responsabile delle risorse digitali e sul ruolo delle forze dell’ordine nel rilevamento, nelle indagini e nella persecuzione delle attività criminali; e (ii) l’istituzione di una rete nazionale di coordinatori delle risorse digitali (DAC), a sostegno degli sforzi del dipartimento per combattere la crescente minaccia rappresentata dall’uso illecito degli asset digitali per il pubblico americano.

Le due iniziative del governo non hanno tuttavia smussato l’interesse delle istituzioni finanziarie verso gli asset digitali. Alla base di questo interesse troviamo ragioni sia tecniche che di business.

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Ma andiamo con ordine.

L’importanza degli asset digitali nel sistema finanziario mondiale

La mossa del Dipartimento di Giustizia americano rappresenta la naturale risposta all’importanza crescente rivestita dagli asset digitali all’interno del sistema finanziario mondiale, che ha costretto i governi e le autorità di regolamentazione di tutto il mondo a studiare e implementare misure volte a prevenire e interrompere lo sfruttamento illecito di queste tecnologie, sempre più spesso utilizzate con l’intento di facilitare la criminalità e minare la sicurezza nazionale.

L’iniziativa fa parte di un più ampio sforzo collaborativo tra le agenzie governative statunitensi finalizzato a sviluppare un quadro regolamentare e raccomandazioni politiche che promuovono sei priorità chiave: protezione dei consumatori e degli investitori; stabilità finanziaria; repressione degli illeciti finanziari; leadership statunitense nel sistema finanziario globale; inclusione finanziaria; e innovazione responsabile.

Gli obiettivi della rete DAC

In particolare, mediante la creazione della rete DAC, guidata dal National Cryptocurrency Enforcement Team, il governo statunitense mira a garantire che il Dipartimento di Giustizia e i suoi pubblici ministeri siano posti nelle condizioni migliori per combattere l’utilizzo criminale in continua evoluzione della tecnologia legata agli asset digitali.

La rete DAC comprende oltre 150 pubblici ministeri federali designati dagli uffici dei procuratori degli Stati Uniti; la rete fungerà da forum principale del Dipartimento per i pubblici ministeri, che attraverso di essa avranno modo di conseguire una formazione specializzata, competenze tecniche specialistiche e ricevere utili indicazioni sulle tecniche di indagine ed investigative più idonee alla persecuzione dei reati connessi all’utilizzo delle risorse digitali.

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Le tre categorie principali di utilizzo illecito degli asset digitali

Parallelamente, nel suo rapporto annuale, il Dipartimento di Giustizia americano si sofferma invece sul ruolo delle forze dell’ordine nel rilevamento, nelle indagini e nel perseguimento di attività criminali correlate alle risorse digitali. Vengono identificate tre categorie principali di utilizzo illecito degli asset digitali:

  • l’utilizzo delle criptovalute come mezzo di pagamento o mezzo per facilitare l’attività criminale;
  • l’utilizzo dei digital asset come mezzo per occultare attività finanziarie illecite;
  • reati che coinvolgono o compromettono l’ecosistema delle risorse digitali.

Il rapporto illustra anche e descrive le iniziative che il Dipartimento e altre forze dell’ordine hanno implementato per rilevare, indagare, perseguire o comunque interrompere in modo più efficace i crimini relativi agli asset digitali e per sequestrare e confiscare tali risorse che costituiscono profitti illeciti.

Le iniziative normative e legislative da attuare per regolamentare il fenomeno

Il rapporto individua, inoltre, una serie di iniziative normative e legislative da realizzare per regolamentare il fenomeno, proponendo azioni ed iniziative volte a migliorare la capacità delle forze dell’ordine di raccogliere prove e avviare procedimenti giudiziari. Nel rapporto, viene raccomandato anche di rafforzare alcune leggi e disposizioni sanzionatorie che svolgono un ruolo importante nei procedimenti giudiziari concernenti gli asset digitali e di ampliare la portata delle normative in materia di identificazione della clientela. Particolare importanza assume inoltre l’esigenza di garantire che le forze dell’ordine e le agenzie di regolamentazione dispongano di risorse adeguate per condurre le indagini tecnologicamente sofisticate inerenti al raggio di operatività delle risorse digitali.

Le tre proposte individuate dal rapporto

Il rapporto individua tre proposte prioritarie:

  • estendere ai fornitori di servizi di asset virtuali la normativa che impedisce ai dipendenti delle istituzioni finanziarie di segnalare eventuali sospetti alle autorità investigative;
  • rafforzare la legge che criminalizza l’esercizio di attività di servizi di pagamento senza licenza;
  • estendere i termini di prescrizione imposti dalle varie normative statali per tenere conto della intrinseca complessità delle indagini sulle risorse digitali.

Il Nasdaq lancia il servizio di custodia dei token crittografici per gli investitori istituzionali

Curioso notare come le iniziative del governo statunitense in materia di regolamentazione degli asset digitali non abbiano rallentato il trend che vede diverse istituzioni finanziarie guardare con sempre maggiore interesse agli asset digitali.

Ultimo in ordine di tempo, il Nasdaq ha annunciato martedì 20 settembre il lancio di un servizio connesso agli asset digitali consistente nella custodia di token crittografici per gli investitori istituzionali. La società di New York ha anche affermato di stare valutando la possibilità di implementare il trading di risorse digitali.

La mossa del Nasdaq arriva sulla scia di altri grandi nomi di Wall Street che hanno introdotto servizi di crittografia, scrollandosi di dosso gli strascichi di un’estate turbolenta per il mercato in cui i token crittografici più popolari come bitcoin ed ethereum sono crollati di valore e il progetto fallito di Terra quale stablecoin ha causato il dissesto finanziario di diversi investitori.

Il gruppo di asset management BlackRock ha annunciato il lancio di uno spot bitcoin private trust messo a disposizione dei propri clienti istituzionali e ha collegato la sua rete di trading a Coinbase, l’exchange di criptovalute. Fidelity ha recentemente dichiarato di voler consentire agli investitori di aggiungere le criptovalute ai propri portafogli nei regimi pensionistici

Il Nasdaq ha comunque al contempo rafforzato la propria tecnologia anti-criminalità finanziaria per individuare e prevenire i rischi di riciclaggio di denaro, frode e abusi di mercato, anche in considerazione del fatto che il mercato degli asset digitali è costantemente sotto il radar dell’autorità di regolamentazione.

In qualità di custode di asset digitali, un passaggio ancora in attesa di approvazione da parte del Dipartimento dei servizi finanziari di New York, il Nasdaq entrerà in concorrenza con aziende crittografiche come Coinbase, Anchorage Digital e BitGo. Un ristretto numero di società finanziarie, tra cui BNY Mellon e State Street, fornisce anche servizi di custodia delle criptovalute per le istituzioni, nonostante un recente pronunciamento della Securities and Exchange Commission abbia subordinato la detenzione di token per conto dei clienti a stringenti requisiti di capitale.

Sebbene il Nasdaq non abbia piani immediati per lanciare uno exchange di criptovalute, è facile notare come la società statunitense si sia anche recentemente concentrata sulla diversificazione delle proprie fonti di reddito. Ha investito in software, dati e fornisce anche il proprio software ad operatori in criptovalute, mettendo loro a disposizione strumenti di sorveglianza e trading.

Cosa c’è dietro il crescente interesse delle istituzioni finanziarie per il mondo degli asset digitali

Alla base di questo crescente interesse delle istituzioni finanziarie per il mondo degli asset digitali stanno ragioni di business e tecniche. L’interesse per gli asset digitali sta crescendo ovunque. A questo crescente interesse per gli asset digitali si accompagna una forte domanda per ridurre il rischio di gestione degli asset digitali, in particolare, ma non solo, in relazione alle criptovalute.

Ma anche da un punto di vista tecnico, nonostante le sfide complesse che pongono, le architetture decentralizzate offrono ai custodi una moltitudine di vantaggi tecnici che i sistemi centralizzati non possono garantire. Un esempio di questi vantaggi è la resilienza. I registri digitali sono replicati in tutto il mondo e sono in grado di garantire il loro funzionamento persino nell’ipotesi di interruzioni globali di sistema, proteggendo le transazioni critiche in tutte le situazioni.

Conclusioni

L’industria finanziaria ha custodito i segreti dei suoi clienti per diversi secoli, ma oggi la Distributed Ledger Tecnology, basandosi sul decentramento, richiede un livello di apertura senza precedenti. In questa nuova dimensione, la portata degli sviluppi software richiesti è irraggiungibile, anche per i più grandi team di sviluppo software. La complessità degli algoritmi è così alta che solo la revisione tra pari può portare affidabilità, dal momento che il controllo di qualità interno non è più in grado di tenere il passo con il ritmo accelerato del cambiamento.

La maggior parte delle istituzioni finanziarie ha ancora molta strada da fare per abbracciare pienamente il movimento del software open source, che è un punto di partenza tecnologico in questo viaggio. Ma dopo aver perso la fiducia di molti investitori in occasione della crisi finanziaria del 2007, l’apertura recentemente mostrata dalle istituzioni finanziarie verso questo nuovo mondo fa parte della lunga strada intrapresa verso la creazione di un nuovo un rapporto di fiducia con i propri clienti.

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