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Crypto e blockchain: tutte le opportunità d’investimento 2024



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Il 2023 è stato un anno particolare per tutto il settore crypto, mentre il 2024 sembra poter invertire la tendenza di un comparto che presenta opportunità anche per i business angel. Il punto su profili e tendenze di maggiore interesse per business angel e investitori

Pubblicato il 30 gen 2024

Paolo Anselmo

Presidente Associazione IBAN

Alberto Franco

Professore a Contratto di Diritto Tributario presso l’Università di Torino, Ph.D. Of Counsel, Genta & Cappa



Fintech,Financial,Technology,Cryptocurrency,Investment,And,Digital,Money.,Business,Concept

Il 2024 sembra aprirsi, per il mondo crypto, sotto auspici decisamente migliori rispetto all’inizio dell’anno precedente, anche grazie a una decisa ripresa dei prezzi dei criptoasset e di un conseguente ritorno di interesse verso le tematiche (e gli investimenti) crypto e blockchain.

Gli investimenti nel settore crypto e blockchain nel 2023 (e cosa ci attende nel 2024)

Il 2023 è stato un anno invero piuttosto particolare per il settore, in quanto è stato suddiviso sostanzialmente in due: una prima parte dell’anno, da gennaio fino ai primi di ottobre, in cui ha dominato il bear market, e l’interesse verso le tematiche crypto e blockchain sembrava tutto sommato piuttosto ridotto, e una seconda parte – che si spera continuerà lungo il 2024 – in cui i prezzi di Bitcoin e dei criptoasset in generale hanno ripreso a salire decisamente e repentinamente, e di conseguenza si sta manifestando un marcato ritorno di interesse nei confronti di questo mondo.

È pertanto interessante fare il punto sulla situazione degli investimenti nel settore nel corso del 2023, con un particolare riguardo a quelli tipici dei business angel, ed esaminare quali possono essere le prospettive più interessanti per il 2024.

Nel settore crypto e blockchain, come in altri ambiti, gli investimenti dei business angel si intrecciano con quelli effettuati dai fondi di venture capital (VC), specie per quanto riguarda gli investimenti early stage (soprattutto pre-seed e seed).

Se guardiamo ai dati degli investimenti complessivi in Fintech da parte dei fondi di Venture Capital (VC) nel 2023, possiamo scorgere luci ed ombre. Il Fintech rimane una delle principali categorie di investimento da parte del VC, ma il livello del 2023 è tra i più bassi registrati dal 2017 in poi (benché sia comunque pari a sei volte gli investimenti di dieci anni prima).

Con riferimento agli investimenti early stage, si può riscontrare come nel biennio 2021-2022 tali investimenti fossero più che raddoppiati rispetto al 2016; tuttavia, per quanto riguarda il 2023 ci si attende una riduzione significativa, sostanzialmente ai livelli pre-pandemia.

Se poi si considerano le sub-industries del Fintech, si può vedere come il settore crypto e DeFi (Decentralized Finance, finanza decentralizzata) nel 2023 abbia attratto investimenti per circa 2,9 miliardi di dollari – in decisa discesa rispetto ai “fasti” del biennio 2021-2022, in cui questo segmento era (insieme ai pagamenti) il maggiore del settore Fintech.

La situazione attuale del settore crypto e blockchain ad inizio 2024 può non sembrare così promettente, specie se paragonata agli anni 2021-2022, ma in realtà, specie se la significativa ripresa dei prezzi delle cripto-attività avviata a fine 2023 continuerà nel corso dell’anno, è probabile che il conseguente aumento di interesse possa condurre anche ad un incremento degli investimenti in tale ambito.

Ciò anche in ragione del fatto che il settore sembra aver acquistato una maggiore “maturità” rispetto agli anni 2021-2022, e forse una “esternalità positiva” del bear market dei criptoasset vi è stata, perché l’arrestarsi dell’esplosione dei prezzi avvenuta nel corso del 2021 ha consentito a molte realtà di concentrarsi su progetti più a lungo termine, meno legati ad una dinamica speculativa e più di sostanza – e per gli investitori, questa è stata anche una buona occasione per “separare il grano dal loglio”, ovverosia distinguere i progetti con uno use case definito, razionale e innovativo, e un modello di business strutturato e sostenibile, da quelli pressoché senza contenuto, meramente speculativi e droppati solo per approfittare dell’hype dei primi mesi del 2021.

I principali trend di sviluppo per il 2024

Se si cercano di formulare delle previsioni per il 2024 (nella consapevolezza che, in un settore soggetto a continue evoluzioni, tali previsioni non possono che avere un elevato grado di rischio), vi sono almeno due direttrici di sviluppo che paiono importanti.

Il maggior coinvolgimento degli investitori istituzionali

Una prima direttrice riguarda il sempre maggior coinvolgimento degli investitori istituzionali. Com’è noto, vi è grande attesa in merito riguardo l’approvazione dell’ETF spot su Bitcoin. È probabile che nel 2024 il pronunciamento della SEC diventi non più procrastinabile, e in caso di approvazione le dinamiche del settore saranno sicuramente interessanti, dato che con ogni probabilità un’approvazione determinerebbe un importante afflusso di liquidità nel mondo crypto e un probabile “effetto trascinamento” anche per gli altri operatori, anche con riferimento a una sempre maggior integrazione tra i player della finanza “tradizionale” e il settore crypto e blockchain.

L’uso blockchain nel settore bancario e finanziario

Del resto, benché la capitalizzazione complessiva del settore crypto resti molto inferiore al sistema finanziario tradizionale, sono sempre più in crescita i progetti che vedono l’utilizzo della blockchain anche nel settore bancario e finanziario (si pensi ad esempio allo sviluppo delle stablecoin anche da parte di banche e intermediari finanziari non bancari) e allo stesso tempo una più marcata “finanziarizzazione” di player del mondo crypto quali gli exchange e i custodian.

La tokenizzazione degli asset

Una seconda direttrice di sviluppo, peraltro in qualche modo correlata alla prima, riguarda la tokenizzazione degli asset, e in special modo degli strumenti finanziari. Il contesto normativo europeo e italiano ha posto le basi affinché si possa procedere con l’emissione e la negoziazione di strumenti finanziari (azioni, obbligazioni, quote di fondi etc.) in forma di token sulla blockchain, e questo è ritenuto da molte parti come un vero e proprio game changer non solo nel settore crypto, ma nell’industria finanziaria nel suo complesso. Le prospettive dell’utilizzo della blockchain in questo settore sono estremamente interessanti, anche per utenti non strettamente legati al mondo delle criptovalute e degli asset puramente digitali, e anche per asset non prettamente finanziari: come si può evincere dalla tabella sottostante[1], già oggi non sono pochi i progetti in corso anche con riferimento ad oro, commodities, immobili e così via.

Il contesto italiano

Nondimeno, con riferimento più specificamente al contesto italiano, la presenza di importanti innovazioni normative come il Regolamento europeo MiCA, il regime di tassazione introdotto dalla Legge di Bilancio 2023 e il decreto c.d. “Fintech” del marzo scorso (che implementa il Regolamento europeo DLT Pilot Regime del 2022) contribuiranno significativamente a rendere l’Italia un Paese sempre più crypto friendly, a patto ovviamente che queste normative vengano applicate cercando di contemperare l’esigenza di avere un contesto normativo preciso, definito e affidabile per consumatori ed investitori, con la necessità da parte degli operatori di agire nella piena legalità senza sostenere costi, adempimenti e oneri sproporzionati.

Note

  1. Carapella, Francesca, Grace Chuan, Jacob Gerszten, Chelsea Hunter, and Nathan Swem (2023). “Tokenization: Overview and Financial Stability Implications,” Finance and Economics Discussion Series 2023-060. Washington: Board of Governors of the Federal Reserve System, https://doi.org/10.17016/FEDS.2023.060.

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