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Data Act: la crescita dell’Europa passa dalla tutela del dato



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Il Data Act rappresenta una svolta importante per il futuro dell’economia dei dati in Europa. Le sfide sono molteplici: dalla gestione della condivisione dei dati alla tutela della privacy, dalla conformità con normative complesse all’adattamento a nuovi modelli di business. Il punto

Pubblicato il 7 dic 2023

Massimo Borgobello

Avvocato a Udine, co-founder dello Studio Legale Associato BCBLaw, PHD e DPO Certificato 11697:2017



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Il Data Act è stato approvato definitivamente e verrà pubblicato nella gazzetta Ufficiale dell’Unione europea; a partire dalla pubblicazione, decorrerà il termine per Stati membri e organizzazioni per adeguarsi.

Il nuovo regolamento ha come obiettivo la migliore circolazione e valorizzazione dei dati personali e non personali nello spazio economico europeo: una rivoluzione per IoT e AI se, come sosteneva la Commissione europea, i dati inutilizzati corrispondono ad una percentuale pari all’ottanta per cento.

Data Act: cos’è, cosa cambia

Il Data Act si affianca al Digital Service Act ed al Digital Markets Act – e, nelle intenzioni del legislatore dell’Unione, all’AI Act, se verrà approvato – più che al GDPR.

Questo perché i dati di cui si parla nel nuovo regolamento non sono solo dati personali ma anche dati legati all’utilizzo di servizi digitali, che le Big Tech dovrebbero mettere a disposizione degli utenti finali, come le PMI, per una più elevata valorizzazione dei dati stessi.

In tema di valutazione del referente normativo, è sempre necessario rifarsi alla relazione della Commissione in sede di proposta normativa.

Il tutto, ovviamente, senza pregiudicare il diritto alla protezione dei dati personali di ogni soggetto.

Il Considerando 5 del Data Act: equilibrio nell’accesso ai dati

Particolarmente interessante il Considerando 5, ossia uno dei presupposti di diritto e di intenzione politica espressi dal legislatore europeo prima del testo dei regolamenti.

Qui viene esplicitato un principio cardine del Data Act, ossia l’esigenza di correggere squilibri di accesso e di gestione del mercato dei dati nel mercato unico europeo.

Tutto il regolamento, di fatto, si uniforma a questo principio.

L’ambito di applicazione

L’articolo 1, al paragrafo 2, elenca le ipotesi di applicazione del regolamento a dati personali e non.

“Il presente regolamento riguarda i dati personali e non personali, compresi i seguenti tipi di dati, nei seguenti contesti:

Sarà necessaria un’operazione di profonda interpretazione giuridica e verosimilmente si procederà con l’emanazione di svariate linee guida per districarsi tra tutte le varie ipotesi e competenze normative.

Conclusioni

Il Data Act si pone l’ambizioso proposito di rendere economicamente vantaggioso l’utilizzo dei dati personali e non nel mercato economico europeo, facendo salva la data protection.

Per rendere compliant le aziende che si cimenteranno in questa sfida sarà necessario sia un elevato numero di linee guida interoperative, sia un elevato gradi di consapevolezza delle aziende stesse.

Rendere utilizzabili e sfruttabili economicamente i dati derivati dall’IoT è una sfida che richiede sia una cultura della data protection elevata, sia una tecnologia attenta a questi profili innovativi.

Il regolamento, quindi, si pone l’obiettivo di aprire nuovi settori di mercato e/o di regolar in modo efficiente quelli già esistenti in questo settore.

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