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Decreto criptovalute: tutto ciò che bisogna sapere



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Il Consiglio dei ministri italiano ha approvato in via definitiva un decreto legislativo che adegua la normativa nazionale alle disposizioni del Regolamento (UE) 2023/1114 sui mercati delle cripto-attività, noto come MiCAR (Markets in Crypto-Assets Regulation). Vediamo contenuti nel dettaglio e implicazioni

Pubblicato il 5 set 2024

Daniele Tumietto

Dottore commercialista



criptovalute decreto

Il 30 agosto 2024 il Consiglio dei Ministri italiano ha approvato un decreto legislativo sulle criptovalute.

Si inserisce in un contesto europeo più ampio di adeguamento alle normative dell’Unione Europea, mirato a garantire una maggiore trasparenza, sicurezza e protezione degli investitori.

Decreto criptovalute: obiettivi

L’obiettivo principale del decreto è quello di regolamentare le criptovalute e gli altri asset digitali, assicurando che l’Italia sia allineata con le direttive europee e creando un ambiente più sicuro per gli investitori e per l’intero ecosistema delle cripto-attività.

Il decreto approvato dal Governo italiano ad agosto 2024 è un passo fondamentale verso l’adeguamento alle disposizioni del MiCA e mira a stabilire un quadro normativo chiaro per le cripto-attività in Italia.

Il mondo delle criptovalute ha vissuto una crescita esponenziale negli ultimi anni, attirando l’attenzione non solo di investitori privati ma anche di istituzioni finanziarie e governi. Tuttavia, la natura decentralizzata e anonima di molte cripto-attività ha sollevato preoccupazioni riguardo a potenziali utilizzi illeciti, come il riciclaggio di denaro, l’evasione fiscale e il finanziamento del terrorismo.

In questo scenario, i governi di tutto il mondo si sono resi conto della necessità di regolamentare questo settore per proteggerne l’integrità e salvaguardare gli interessi degli investitori, vediamo pertanto in dettaglio le novità che introduce questo decreto.

Contenuti del decreto sulle criptovalute

Entriamo nel dettaglio dei contenuti del decreto

Definizione di Cripto-Attività e Categorie Regolamentate

Una delle prime questioni affrontate dal decreto è la definizione di cripto-attività. Il decreto le definisce come “una rappresentazione digitale di valore o diritti che possono essere trasferiti e archiviati elettronicamente, utilizzando la tecnologia di registro distribuito o una tecnologia simile.” Questa definizione comprende non solo le criptovalute tradizionali come Bitcoin ed Ethereum, ma anche altri tipi di token digitali, come i token non fungibili (NFT) e gli stablecoin.

Il decreto distingue inoltre tra diverse categorie di cripto-attività, ciascuna delle quali soggetta a specifiche norme regolamentari:

  • Criptovalute: Attività digitali utilizzate come mezzo di scambio o riserva di valore.
  • Token di investimento: Attività digitali che rappresentano una partecipazione in un’impresa o un’attività, simili a titoli finanziari.
  • Stablecoin: Criptovalute il cui valore è ancorato a una valuta fiat o a un altro asset stabile.
  • Token di utilità: Attività digitali che conferiscono diritti di accesso a un bene o servizio specifico, generalmente all’interno di una piattaforma blockchain.

Ambito di applicazione e obiettivi del decreto

Lo schema di decreto legislativo, in attuazione della delega conferita dall’articolo 19 della legge di delegazione europea 2022-2023, intende adeguare il diritto italiano al regolamento MiCAR.

Il decreto si applica a:

  • Emittenti di cripto-attività
  • Prestatori di servizi per le cripto-attività
  • Possessori di cripto-attività e clienti dei prestatori di servizi

Gli obiettivi principali del decreto sono:

Principali novità del decreto legislativo sulle cripto-attività

Il decreto legislativo approvato dal Governo italiano il 30 agosto 2024 introduce diverse novità per adeguare la normativa nazionale al regolamento europeo MiCAR sui mercati delle cripto-attività. Ecco le principali:

  1. Introdurre obblighi di trasparenza informativa per l’emissione.
  2. Definire le autorità competenti per le autorizzazioni, la vigilanza, le indagini e le sanzioni previste dal regolamento.
  3. Disciplinare il funzionamento, l’organizzazione e la governance degli emittenti e dei prestatori di servizi per le cripto-attività.
  4. Garantire la tutela dei possessori di cripto-attività e dei clienti dei prestatori di servizi.
  5. Prevenire l’abuso di informazioni privilegiate, la divulgazione illecita di informazioni privilegiate e la manipolazione del mercato.

Obblighi di trasparenza informativa

Il decreto introduce specifici obblighi di trasparenza informativa per l’emissione, l’offerta al pubblico e l’ammissione di cripto-attività su piattaforme di negoziazione. Gli emittenti devono pubblicare un white paper contenente informazioni chiare, corrette e complete sui token emessi, inclusi i rischi associati.

Il white paper deve essere notificato alle autorità competenti prima della pubblicazione e deve essere approvato se l’emissione è destinata al pubblico. Inoltre, gli emittenti devono pubblicare regolarmente informazioni sull’andamento del progetto e sui token emessi.

Autorità competenti e poteri di vigilanza

Secondo quanto stabilito dal decreto, la Banca d’Italia e la Consob vengono individuate come le autorità competenti per le autorizzazioni, la vigilanza, le indagini e le sanzioni previste dal regolamento MiCAR.

In particolare:

  • la Banca d’Italia esercita i poteri di vigilanza sugli emittenti di token in moneta elettronica e sui prestatori di servizi per le cripto-attività;
  • la Consob esercita i poteri di vigilanza sugli emittenti di token diversi dai token in moneta elettronica e sui prestatori di servizi per le cripto-attività.

Le due autorità collaborano e si scambiano informazioni per l’efficace esercizio dei rispettivi compiti di vigilanza.

Impatto del decreto criptovalute sugli operatori del settore

Il decreto avrà un impatto significativo sugli operatori del settore delle cripto-attività in Italia. Gli emittenti e i prestatori di servizi dovranno adeguarsi ai nuovi obblighi di trasparenza, organizzazione e tutela dei clienti.

Inoltre, l’entrata in vigore del decreto potrebbe favorire una maggiore adozione delle cripto-attività in Italia, grazie a un quadro normativo più chiaro e a una maggiore fiducia dei consumatori.

Requisiti per gli Operatori di Cripto-Attività

Un altro aspetto cruciale del decreto riguarda i requisiti per gli operatori del settore, come le piattaforme di scambio (exchange), i fornitori di portafogli digitali (wallet), e gli emittenti di cripto-attività. Il decreto impone che tutti gli operatori debbano ottenere una licenza per operare in Italia, rilasciata dall’autorità di regolamentazione finanziaria (CONSOB).

Per ottenere la licenza, gli operatori devono soddisfare una serie di requisiti, tra cui:

  • Requisiti patrimoniali: gli operatori devono dimostrare di avere sufficienti risorse finanziarie per coprire le proprie operazioni e proteggere gli investitori.
  • Trasparenza: Gli operatori devono fornire informazioni chiare e complete sui rischi associati alle cripto-attività e sulle caratteristiche dei prodotti offerti.
  • Sicurezza: Devono essere adottate misure di sicurezza rigorose per proteggere i fondi e i dati degli utenti, inclusa la necessità di mantenere una percentuale significativa delle riserve in cold storage.
  • Conformità alle normative antiriciclaggio: Gli operatori sono tenuti a implementare procedure per la verifica dell’identità dei clienti (KYC) e a monitorare le transazioni sospette, in conformità con le normative antiriciclaggio italiane ed europee.

Secondo un’analisi di Conio, società italiana specializzata in servizi crypto, è in continua crescita l’attenzione degli italiani nei confronti degli asset digitali.

Tutela dei possessori di cripto-attività

Il decreto prevede misure per garantire la tutela dei possessori di cripto-attività e dei clienti dei prestatori di servizi.

Tra queste:

  • Requisiti patrimoniali e di organizzazione per i prestatori di servizi
  • Procedure di gestione dei reclami
  • Meccanismi di risoluzione alternativa delle controversie
  • Copertura assicurativa per i rischi operativi e di custodia

Inoltre, i prestatori di servizi devono separare i beni dei clienti dai propri e devono detenere le cripto-attività dei clienti in portafogli di custodia.

Prevenzione di abusi di mercato

Il decreto introduce misure per prevenire l’abuso di informazioni privilegiate, la divulgazione illecita di informazioni privilegiate e la manipolazione del mercato.

Tra queste:

  • Divieto di utilizzo di informazioni privilegiate per effettuare operazioni su cripto-attività
  • Divieto di divulgare indebitamente informazioni privilegiate
  • Divieto di manipolare il mercato delle cripto-attività
  • Obblighi di segnalazione di operazioni sospette

Le autorità competenti possono effettuare ispezioni e richiedere informazioni agli operatori per verificare il rispetto di queste norme.

Fiscalità delle Cripto-Attività

Un altro punto cruciale del decreto riguarda la tassazione delle cripto-attività.

Il decreto stabilisce che tutte le transazioni in criptovalute e altri asset digitali sono soggette a imposte, analogamente alle transazioni in valuta fiat o altri strumenti finanziari.

Le principali disposizioni fiscali includono:

  • Imposta sulle plusvalenze: Le plusvalenze derivanti dalla vendita di cripto-attività sono tassate secondo le aliquote previste per i guadagni di capitale. È prevista una soglia minima di esenzione per le piccole transazioni.
  • Imposta di bollo: Viene introdotta un’imposta di bollo sulle transazioni in cripto-attività, applicabile a tutte le operazioni di acquisto e vendita effettuate attraverso piattaforme di scambio regolamentate.
  • Obblighi di dichiarazione fiscale: Gli investitori sono tenuti a dichiarare le proprie partecipazioni in cripto-attività nella dichiarazione dei redditi annuale, con sanzioni previste in caso di omissione o dichiarazione infedele.

Sanzioni

Il decreto introduce un importante sistema di sanzioni per gli operatori e gli individui che violano le normative sulle cripto-attività.

Le sanzioni includono:

  • sanzioni significative pecuniari e penali (carcere),
  • la sospensione delle licenze operative e, nei casi più gravi,
  • la chiusura forzata delle attività, nei casi più gravi.

Nel dettaglio:

Sanzioni penali (art. 30 del Titolo IV del decreto): pena della reclusione da 6 mesi a 4 anni e della multa da 2.066 a 10.329 euro in caso di violazione delle norme comunitarie. Per chi “offre al pubblico ovvero chiede e ottiene l’ammissione alla negoziazione di token collegati ad attività, in violazione dell’articolo 16, paragrafo 1, lettera a), del regolamento (UE) 2023/1114″; “presta servizi per le cripto-attività disciplinate dal regolamento (UE) 2023/1114, in violazione dell’articolo 59, paragrafo 1, lettera a), del medesimo regolamento”

Stesse sanzioni per l’abusivismo: “chiunque emette token di moneta elettronica in violazione della riserva di cui all’articolo 48, paragrafo 1, comma 1, del regolamento (UE) 2023/1114, nonché a chiunque, in assenza del previo consenso scritto dell’emittente di token di moneta elettronica di cui all’articolo 48, paragrafo 1, comma 2, del medesimo regolamento, offre al pubblico ovvero chiede e ottiene l’ammissione alla negoziazione di token di moneta elettronica.”

Sanzioni amministrative: da 30mila fino a 5 milioni di euro nei confronti delle persone giuridiche o (per importi più elevati) dal 3% al 12,5% del fatturato totale annuo.

Nei confronti delle persone fisiche, inclusi gli esponenti e il personale aziendale, c’è la sanzione amministrativa da 5.000 a 75.000 euro. Se il vantaggio della condotta supera questi importi, la sanzione amministrativa pecuniaria è elevata fino al doppio dell’ammontare del vantaggio ottenuto, purché determinabile.

L’art. 32, invece, disciplina le ipotesi di violazione dell’art. 88 del regolamento (UE) 2023/1114 e prevede le seguenti sanzioni:

per le persone giuridiche, una multa da 30.000 a 2.500.000 euro oppure, se superiore, fino al 2% del fatturato totale annuo. Per le persone fisiche una multa da 5.000 a 1.000.000 euro.

In caso di violazioni delle disposizioni dell’art. 92 del regolamento (UE) 2023/1114, invece, si applicano le seguenti sanzioni amministrative pecuniarie:

per le persone giuridiche, una multa da 30.000 a 15.000.000 euro oppure, se superiore, fino al 15% del fatturato totale annuo; per le persone fisiche una multa da 5.000 a 5.000.000 euro.

L’art. 33 disciplina l’abuso, la comunicazione illecita di informazioni privilegiate e la manipolazione del mercato. C’è una sanzione amministrativa da 5 mila a 5 milioni di euro per chi viola “il divieto di abuso di informazioni privilegiate di cui all’articolo 89 del regolamento (UE) 2023/1114, di comunicazione illecita di informazioni privilegiate di cui all’articolo 90 o di manipolazione del mercato di cui all’articolo 91 del citato regolamento”.

Inoltre, viene rafforzata la cooperazione tra le autorità italiane e quelle europee per garantire il rispetto delle normative e per coordinare azioni di controllo e supervisione.

Le implicazioni di medio-lungo periodo

Il decreto approvato dal Governo italiano rappresenta un importante passo avanti nella regolamentazione delle cripto-attività a livello nazionale, in linea con le norme europee.

Esso introduce una disciplina organica del settore, con l’obiettivo di promuoverne lo sviluppo in un contesto di trasparenza e tutela dei consumatori e la sua adozione rappresenta un cambiamento significativo per il mercato italiano.

  • Da un lato, si prevede che la regolamentazione fornirà una maggiore certezza giuridica e attrarrà investitori istituzionali, che fino ad ora potrebbero aver evitato di operare in Italia a causa della mancanza di un quadro normativo chiaro.
  • Dall’altro, gli operatori del settore dovranno adeguarsi a nuovi standard e requisiti, il che potrebbe comportare costi aggiuntivi e la necessità di rivedere le proprie operazioni. E proprio per questo una delle principali sfide sarà quella di garantire un’effettiva implementazione delle nuove normative, evitando che le complessità burocratiche e i costi di conformità soffochino l’innovazione.

Tuttavia, l’introduzione di norme rigorose potrebbe anche portare a un consolidamento del mercato, con la chiusura delle piattaforme meno solide e l’emergere di operatori più professionali e affidabili. Questo processo di consolidamento potrebbe, a lungo termine, rafforzare l’ecosistema delle cripto-attività in Italia, rendendolo più sicuro e attrattivo sia per gli investitori che per gli operatori internazionali.

L’importanza dell’attuazione del decreto

Quindi sarà importante monitorare l’attuazione del decreto e l’impatto che avrà sugli operatori e sul mercato delle cripto-attività in Italia.

Di sicuro il decreto rappresenta una pietra miliare importante, ma il futuro del settore in Italia dipenderà dalla capacità di implementare efficacemente le nuove normative e di adattarle alle esigenze di un mercato in continua evoluzione. Se gestito correttamente, il nuovo quadro giuridico potrebbe rendere l’Italia uno dei principali hub per le cripto-attività in Europa, attirando innovazione e investimenti e rafforzando la competitività del paese nel panorama globale.

In un contesto in rapida evoluzione, una regolamentazione equilibrata e flessibile potrà certamente favorire l’innovazione e la competitività dell’Italia in questo settore strategico.

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