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Digital B2B, l’Italia fa bene ma non benissimo: stato dell’arte e tendenze in atto

Come procede la digitalizzazione B2b in Italia? I trend in atto sul fronte dei processi, dei progetti di eSupply Chain Collaboration, dell’ integrazione delle tecnologie per gestire e valorizzare al meglio il patrimonio informativo aziendale

Pubblicato il 11 Ago 2022

Paola Olivares

Direttrice dell’Osservatorio Digital B2b del Politecnico di Milano

software servizi fatturazione elettronica

Fare Digital B2B significa rivedere, in chiave digitale, il modo in cui un’organizzazione funziona e si relaziona con i propri partner di business. Una misura semplificata del fenomeno, che interessa i processi transazionali, è quella dell’eCommerce B2B, ovvero il valore degli ordini che vengono scambiati tramite strumenti digitali.

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I numeri dell’eCommerce B2b

Nel 2021 l’eCommerce B2B ha raggiunto i 453 miliardi di euro, registrando un +12% rispetto al 2020 e un’incidenza del 21% sul transato B2B totale italiano. L’indicatore ha ripreso a crescere in valore assoluto dopo l’anno della pandemia ed è aumentata la sua incidenza sul fatturato complessivo B2B di un punto percentuale.

Sono diverse le tecnologie alla base dell’eCommerce B2B. Il trend in atto è sempre più lo spostamento da strumenti di integrazione ed efficientamento di relazioni in essere con clienti e fornitori esistenti a strumenti utili per aprirsi all’ecosistema di riferimento, coinvolgendo anche potenziali partner di business. Se gli storici EDI e Portali B2B continuano a essere le tecnologie più utilizzate e che generano ancora la maggior parte del valore dell’eCommerce B2B, sempre più le imprese si stanno interessando a siti propri per mettere online le proprie offerte e marketplace B2B per cercare nuovi clienti o aprirsi a relazioni più continuative con l’estero.

Il proliferare di questi strumenti tecnologici, affiancati a quelli di cui le imprese hanno dovuto dotarsi per far fronte agli obblighi normativi (es. fatturazione elettronica, ordine elettronico in ambito sanitario) hanno reso sempre più necessaria un’integrazione di tali tecnologie per gestire e valorizzare al meglio il patrimonio informativo aziendale. Si sta quindi diffondendo il paradigma delle piattaforme di integrazione in grado di connettere i dati e le informazioni provenienti dai diversi canali e di metterle a disposizione dell’organizzazione con il fine ultimo di migliorare il processo decisionale.

A oggi solamente il 14% delle imprese italiane, secondo una rilevazione effettuata dall’Osservatorio, ha una piena integrazione tra tecnologie e un perfetto allineamento dei dati di clienti e fornitori provenienti da diversi canali.

I trend in atto nel B2B

Diversi i trend in atto nel B2B, di cui si fanno portavoce le oltre 160 startup internazionali censite dall’Osservatorio, che riguardano sia processi che tecnologie.

Il fronte dei processi: focus sulla customer experience

Sul fronte dei processi, si registra innanzitutto una forte focalizzazione sul tema della Customer Experience con l’obiettivo di migliorare la relazione con i propri clienti business e valorizzare al meglio i dati aziendali.

Tale attenzione non si sta però tramutando in azione, con solamente il 20% delle imprese che scambia dati strategici mentre la maggior parte delle organizzazioni si limita a uno scambio di informazioni di natura tecnica e/o commerciale.

Cresce però l’attenzione verso i progetti di eSupply Chain Collaboration sia per lo sviluppo di nuovi prodotti sia per efficientare i processi di marketing, comunicazione e post-vendita. I benefici derivanti dalla collaborazione con i propri partner di business sono molto consistenti e interessano tutti gli attori coinvolti.

Ad esempio, nel settore dell’automotive un processo particolarmente critico è quello della pianificazione della produzione che coinvolge fornitori di primo e secondo livello e case produttrici. Nel processo tradizionale gli attori si basano sull’elaborazione di dati storici per definire il livello di produzione. Implementando la soluzione collaborativa, invece, la casa produttrice condivide i piani di produzione con i due livelli di fornitori che possono in questo modo elaborare i propri piani di produzione in anticipo e gestire il riordino dell’attore a valle con più facilità, riducendo i tempi dei processi, le giacenze a magazzino e l’Out of Stock. Questo porta a un beneficio di supply chain quantificabile in una riduzione dei costi del 15%.

Il fronte tecnologico: AI e Robotic Process Automation in supporto ai processi tradizionali

Sul fronte tecnologico, invece, si registra un supporto sempre più pervasivo di Artificial Intelligence e Robotic Process Automation ai processi transazionali e di marketing automation. Nel primo caso, i progetti attivati si concentrano sull’analisi di grandi quantità di dati volta a ottimizzare la gestione delle consegne e dei pagamenti. Nel secondo questi strumenti possono essere utili per rendere più snello e veloce il processo di ingaggio e contatto di potenziali clienti. La Robotic Process Automation può aiutare le imprese a ridurre drasticamente i costi delle attività ripetitive allocando il personale dedicato a servizi a maggior valore aggiunto per l’utente finale. Infine, troviamo un crescente utilizzo della blockchain a supporto delle fasi di procurement al fine di negoziare, firmare, archiviare e tracciare i documenti con un elevato livello di sicurezza. A livello italiano, tuttavia, l’utilizzo di blockchain e tecnologie a registro distribuito a supporto dei processi di relazione tra cliente e fornitore è ancora sporadico, con il 96% di grandi aziende e PMI che non ha avviato nessun progetto.

Conclusioni

La pandemia ha sicuramente aperto a tutti gli occhi sulla necessità di investire in digitale, anche a supporto delle relazioni B2B. Resta, tuttavia, ancora bassa la percentuale di imprese che sta puntando in modo deciso in questa direzione con il 30% di grandi aziende e PMI che dichiara di non investire in questi processi e strumenti. In questo contesto è quindi estremamente importante l’attività di sensibilizzazione delle imprese e di divulgazione dei benefici (potenzialmente per l’intero sistema Paese) conseguenti l’integrazione e la collaborazione tra partner di business. Il riscontro sul miglioramento effettivo del livello di digitalizzazione del nostro tessuto industriale si potrà vedere tra qualche anno e a patto che anche le imprese di più piccola dimensione abbiano la forza e le risorse per giocare questa partita.

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