Le stime di uno studio congiunto dell’Ufficio dell’Unione Europea per la proprietà intellettuale (Euipo) e dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) ha evidenziato che quasi un europeo su 10 (il 9%) ha acquistato prodotti contraffatti a causa di indicazioni fuorvianti. In tale contesto, l’Italia si colloca nettamente al di sotto della media dell’Unione Europea (con il 6%). Proprio il contesto causato dalla pandemia da Covid-19 ha spinto ulteriormente l’e-commerce, tanto che oltre il 70 % dei cittadini europei ha effettuato acquisti on line nel 2020, facendo aumentare anche l’insicurezza in merito all’acquisto di prodotti contraffatti.
Coronavirus e contraffazione dei prodotti online: i numeri
Secondo lo studio, i prodotti contraffatti rappresentano il 6,8% delle importazioni dell’Unione Europea, con un valore che ammonta a 121 miliardi di euro. Tale fenomeno interessa tutti i settori, dai cosmetici e giocattoli, ai vini e alle bevande, all’elettronica, fino all’abbigliamento e persino ai pesticidi, tanto che i medesimi prodotti possono comportare gravi pericoli per la salute e la sicurezza dei consumatori, anche a causa di possibili esposizioni a sostanze chimiche pericolose e ad altri rischi.
Contraffazione, le tecnologie come blockchain e internet per proteggere il made in Italy
I problemi connessi ai prodotti contraffatti pongono in evidenza sia un rischio per l’economia dell’Unione Europea sia un rischio per i consumatori. Lo studio, oltre a fornire una serie di dati importanti sulle aziende europee, stima che una piccola media impresa su quattro in Europa dichiara di aver subito violazioni della propria proprietà intellettuale, determinando una perdita di fatturato, un danno alla reputazione ovvero una perdita di competitività. Nonostante ciò, l’associazione tra imprese, e in particolar modo piccole e medie imprese, e diritti di proprietà intellettuale è particolarmente virtuosa, dato che determina un aumento di fatturato per dipendente superiore al 55% (percentuale che sale al 68% per le PMI) rispetto alle imprese che non ne sono titolari. Proprie le PMI che stanno puntando sull’innovazione, soprattutto nel periodo post Covid-19, si ritiene che svolgeranno un ruolo di primaria importanza nella ripresa dell’economia europea.
Contraffazione online, i rischi
Oltre alle luci e ombre per le imprese che detengono diritti di proprietà industriale, la contraffazione on line pone un serio problema per la tutela dei consumatori. In aggiunta a prodotti quali pesticidi, erbicidi e fertilizzanti illeciti e contraffatti, la pandemia ha spinto la ricerca e i consumi di medicinali contraffatti, tra cui antibiotici e antidolorifici – oltre a dispositivi di protezione individuale.
In tale scenario, il consumatore non sceglie di acquistare un prodotto contraffatto, bensì è indotto in errore dal contraffattore che utilizza domini internet ingannevoli (oggi si stimano più di 375 milioni di domini), modalità di presentazione del prodotto che inducono il consumatore a credere di essere dinanzi al prodotto originale, e, ancora più grave, dalla descrizione del prodotto, ad esempio circa l’esistenza di certificazioni o autorizzazione di prodotti farmaceutici e dispositivi di protezione individuale.
Come affrontare il problema
Lo studio pone in luce un problema che richiede un intervento congiunto delle autorità preposte, delle società e, infine, una sensibilizzazione del consumatore. A tal proposto le nuove tecnologie possono aiutare le imprese a trovare soluzioni anticontraffazione, quali dispositivi elettronici di identificazione e tracciamento ovvero modalità di collocazione di marcatori sui prodotti. A questi accorgimenti, l’implementazione della tecnologia blockchain può garantire un tracciamento dei prodotti originali in qualsiasi punto della catena di approvvigionamento, così come il potenziamento della tutela dei diritti di proprietà industriale ad opera delle piattaforme di e-commerce consentirebbe una più veloce e facile individuazione dei prodotti contraffatti, grazie anche all’attività dell’Euipo.
Proprio in tale direzione si assiste ad una maggiore collaborazione degli intermediari per una migliore applicazione delle norme. Poiché le violazioni dei diritti di proprietà intellettuale si verificano on line, le buone prassi adottate dai conservatori e dai registri per prevenire l’abuso dei nomi di dominio pongono un primo argine alle attività illecite. Ad esempio, tali società hanno elaborato condizioni generali più adeguate, limitazioni all’uso di servizi proxy e lo sviluppo di sistemi per verificare l’identità del registrante e individuare casi di registrazione abusiva del dominio, oltre a procedure di notifica e di rimozione nei confronti di domini con contenuti illegali, in collaborazione con le autorità pubbliche o di contrasto e ai titolari di diritti di proprietà intellettuale.
L’importanza della consapevolezza
Non da ultimo, l’educazione del consumatore svolge un elemento di estrema importanza per contrastare la contraffazione e rafforzare la fiducia e la sicurezza del consumatore ad acquistare on line prodotti originali. A tal fine il consumatore deve avere gli strumenti per riconoscere i siti internet sicuri, quale ad esempio la presenza della ‘s’ nel protocollo http per assicurarsi che il sito sia sicuro, essere in grado di consultare recensioni recenti e autentiche sull’affidabilità del sito, diffidando da prezzi estremamente convenienti, e conoscere e utilizzare mezzi di pagamento sicuri e tracciati.
Anticontraffazione per i mercati di commercio elettronico
Inoltre, proprio in tale direzione, molti dei principali mercati di commercio elettronico hanno adottato delle procedure per aiutare i titolari di diritti di proprietà intellettuale a notificare le violazioni direttamente sulle loro piattaforme, notificando il proprio titolo IP e il presunto contraffattore. In aggiunta, l’Ufficio dell’Unione Europea per la proprietà intellettuale sta sviluppando un servizio online per agevolare questa collaborazione tra i titolari di diritti di proprietà intellettuale e i mercati del commercio elettronico, individuando ed eliminando gli annunci che violano tali diritti attraverso il dedicato IP Enforcement Portal.