Alcuni dati e avvenimenti degli ultimi mesi ci fanno presagire che anche in Italia si stia invertendo quella rotta negativa che aveva contraddistinto la nostra arretratezza digitale.
Ogni mese Netcomm insieme a Human Highway svolge una indagine per verificare la crescita di questo settore e il comportamento d’acquisto degli Italiani. A dicembre 2012 gli Italiani che hanno acquistato online nei tre mesi antecedenti sono stati 13,2 milioni con una crescita superiore al 30% rispetto allo stesso mese del 2011 (9,8 milioni) e lo stesso dicasi per i consumi online.
Le linee tracciate dal precedente governo non possono che ulteriormente accelerare il nuovo comportamento digitale degli italiani. L’obbligo per le amministrazioni e i servizi pubblici di rendere disponibili i pagamenti con carte e con l’home banking abituerà i cittadini ad utilizzare gli strumenti di pagamento “non cash” favorendo il superamento della diffidenza e della paura dei consumatori. Lo stesso dicasi per l’obbligo di accettare pagamenti con POS da parte dei professionisti.
Come sappiamo l’Italia è rimasta indietro sul fronte dei pagamenti rispetto a tutti i paesi europei. In Italia circolano 1,2 carte per abitante (1,5 media UE) e i pagamenti non cash si aggirano a circa 50 euro per abitante contro i 230 euro per abitante della Francia. In queste statistiche siamo superati solo dalla Polonia e dalla Grecia.
Lo sforzo del governo in questo senso è encomiabile e abbiamo potuto confrontarci, negli ultimi mesi, anche sulle forti evoluzioni tecnologiche che stanno avvenendo sul fronte dei pagamenti che rappresentano una componente determinante del commercio elettronico.
Netcomm, nell’ultimo anno, ha lavorato a stretto contatto con le banche italiane e con Ebaclearing (società consortile europea delle principali banche) per mettere a punto MyBank, strumento europeo di pagamento che permetterà a qualsiasi cittadino di comprare in tutta Europa semplicemente utilizzando il suo homebanking, con forti impatti sulla usability, fiducia e, probabilmente anche, costi di transazione. In Olanda il 60% degli acquisti online viene già fatto con una piattaforma consortile delle banche olandesi (Ideal) con straordinari risultati.
La moneta elettronica rappresenta la vera frontiera che permetterà alle piccole imprese di superare gli ultimi tabù per l’ingresso in questo nuovo e promettente mercato globale dell’ecommerce.
Nelle scorse settimane Netcomm ha compiuto la sua terza missione in Cina, con due seminari a Shanghai e Pechino con più di cento imprese Italiane. Gli eventi sono stati organizzati in collaborazione con la Camera di Commercio Italiana in Cina ed i Consolati Generali. Le aziende italiane hanno potuto relazionarsi con alcuni dei protagonisti del mercato cinese, che hanno confermato le grandi opportunità per il Made in Italy, cercato e richiesto dagli online shoppers cinesi.
Il paese, come sappiamo, ha delle incredibili opportunità. Ma pochi sanno che in Cina circolano 2 miliardi di carte di pagamento emesse da UnionPay, issuer cinese con cui Netcomm ha stabilito un rapporto di collaborazione molto importante per le nostre imprese. Dobbiamo tenere anche conto che nel 2012 vi erono 500 milioni di internauti, 200 milioni di acquirenti online e più di 1 miliardo di cellulari. Questi elementi hanno favorito la crescita di fortissimi marketplace tra i quali vanno citati Tmall e 360Buy che superano le 500.000 transazioni giorno e con le quali abbiamo stabilito degli accordi per favorire l’export italiano. 40 miliardi di dollari è stato il fatturato BtoC nel 2012 (in Cina è molto più sviluppato il CtoC) e si prevede una crescita del 50% all’anno.
Abbiamo riscontrato un grande interesse delle aziende che ci hanno seguito in questo progetto che, a detta degli operatori locali, segue con un certo ritardo progetti di sistema analoghi già sviluppati dalla Francia, Germania e Inghilterra.
In Cina, come in Europa, assistiamo ad una fase evolutiva di trascinamento dell’ecommerce dall’uso della telefonia mobile che riassume in uno strumento che portiamo sempre con noi tutti gli elementi che permettono di superare gran parte degli ostacoli percepiti dai consumatori: portabilità, reperebilità, usabilità, accessibilità e sicurezza nei pagamento.
L’interpretazione dei dati di crescita del commercio elettronico ci fanno stimare che un 10% della crescita 2012 in Italia e all’estero è da ascrivere all’uso degli smartphone con punte che in alcuni settori (ad es. il fashion) raggiungono il 20%.
E’ quindi evidente che tutte le evoluzioni in atto sulla telefonia mobile sia sotto il profilo della relazione commerciale (social, couponing, geolocalizzazione,..) che sotto il profilo dei pagamenti (QR, NFC,Wallett, POS mobile,…) diventerà nel prossimo futuro un driver determinante per l’ulteriore crescita dei consumatori digitali ma anche per la trasformazione dei processi digitali delle imprese.
Su questo tema molto potrà fare il prossimo governo per rimuovere alcuni ostacoli sia di natura normativa che regolamentare che possono limitare lo sviluppo di questo nuovo mezzo:
· E’ necessario facilitare la creazione di standard che permettano di rendere interoperabili le piattaforme telefoniche e bancarie.
· Rendere operative le norme recentemente approvate (all’interno del decreto Crescita 2.0) che riconoscono la validità della firma elettronica qualificata o della firma digitale ai fini della sottoscrizione di contratti bancari e parabancari con la pubblicazione delle relative regole tecniche già approvate dai competenti uffici
· Semplificare le procedure per il credito al consumo online (che recepisce ancora norme legate a complesse procedure per l’apertura delle pratiche)
· Semplificare i meccanismi di autentificazione introdotte con le norme antiriciclaggio.
· Semplificare, armonizzare e pubblicare le nuove disposizioni in materia di adeguata verifica della clientela, anche rispetto alla normativa europea, cruciali ai fini dell’apertura di rapporti bancari, parabancari e di credito al consumo attraverso canali digitali.