economia digitale

eCommerce, Netcomm: “Competenze, investimenti ed export siano le priorità del nuovo Governo”

Il digital retail è un comparto che occupa più di 300 mila lavoratori nel nostro Paese ed è diventato determinante per l’economia. Si tratta di un vero e proprio ecosistema che necessita di adeguata attenzione per poter essere a tutti gli effetti leva di crescita. Ma serve un cambio di paradigma

Pubblicato il 19 Ott 2022

Roberto Liscia

Presidente Netcomm

ecommerce

Quando si pensa alleCommerce, troppo spesso ci si dimentica, o, talvolta, si ignora che quello del digital retail è un comparto che occupa ormai più di 300 mila lavoratori nel nostro Paese ed è diventato determinante per l’economia, nonché strettamente correlato alla necessità di disporre di figure professionali che possano agire in questo settore abilitante per la valorizzazione del Made in Italy e per l’export.

Chi sono i protagonisti della crescita dell'eCommerce

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E se guardiamo agli ultimi 25 anni, in cui la crescita media della produttività in Italia è stata molto inferiore rispetto al resto d’Europa, sia sul piano della produttività del lavoro, sia in termini di produttività del capitale, l’eCommerce rappresenta una importante occasione per far sì che il comparto distributivo possa mettere a fattor comune entrambi i tipi di produttività, valorizzando il capitale umano qualificato e puntando sull’adozione di tecnologie e investimenti in ricerca e innovazioni nell’intera filiera.

Il Governo che andrà a formarsi non potrà prescindere da questi elementi e, come Consorzio del Commercio Digitale in Italia, ci impegneremo nell’interesse delle aziende del nostro Paese e dei cittadini e consumatori italiani affinché venga posta la doverosa attenzione a un comparto, quello del digital retail, che rappresenta una leva trasformativa chiave per la nostra economia.

eCommerce: i tre asset fondamentali

In particolare, ci rendiamo disponibili a lavorare concretamente a fianco della classe dirigente su questi 3 asset fondamentali:

  1. La messa in campo di politiche orientate alla creazione di nuove competenze professionali mettendo i giovani nelle condizioni di poter lavorare, sin dai primi anni di formazione scolastica, con e per le tecnologie.
  2. L’orientamento di parte dei fondi del PNRR verso l’industria della distribuzione rafforzando la collaborazione tra realtà di piccole e medie dimensioni e aziende più grandi in un’ottica di miglioramento del servizio, della sostenibilità e del livello di competitività del tessuto imprenditoriale italiano a livello internazionale.
  3. Rafforzare il supporto all’export del Made in Italy a favore delle piccole e medie imprese italiane attraverso il canale digitale.

È infatti evidente che, in questo momento storico, i modelli di business delle aziende debbano rispondere con prontezza alle esigenze dei consumatori digitali italiani, che chiedono un’esperienza di acquisto multicanale e su misura, e che non sono più disposti a tornare indietro. Per questo motivo tutte le realtà, dalle imprese produttrici, agli intermediari, fino alle aziende distributrici, si troveranno a dover rivedere necessariamente il loro modo di fare impresa e le loro relazioni lungo la filiera, mettendo in discussione le attuali logiche produttive, commerciali e di operation. Le aziende più attente stanno infatti già ragionando su progetti di innovazione che coniughino le nuove richieste della domanda con un rinnovato modo di erogare l’offerta, facendo leva sulle tecnologie più promettenti.

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Allo stesso tempo, con il 25,1% dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, pari a 48 miliardi di euro, destinati alla transizione digitale, è opportuno aumentare sempre di più la sinergia tra istituzioni ed enti pubblici e aziende private, al fine di adottare misure politiche ed economiche che consentano all’Italia di guadagnare terreno rispetto agli altri Paesi europei. Secondo l’edizione 2022 dell’indice di digitalizzazione dell’economia e della società (DESI), infatti, il nostro Paese si colloca al diciottesimo posto fra i 27 Stati membri dell’UE. I nostri progressi sul piano della trasformazione digitale saranno decisivi, in quanto terza economia dell’UE per dimensioni, per conseguire gli obiettivi del decennio digitale per il 2030, e il PNRR è un’occasione senza precedenti per compiere un salto evolutivo decisivo in questa direzione.

Conclusioni

Per raggiungere risultati concreti e consentire alle piccole e medie imprese italiane di essere competitive in Italia e all’estero in questo nuovo scenario, in continua evoluzione, è necessario cambiare paradigma: serve abbandonare la visione tipicamente dualistica che vede in contrasto online e fisico; grandi piattaforme e piccole e medie imprese.

Il commercio digitale è un ecosistema a tutti gli effetti e come tale va concepito, in un’ottica di sinergia e collaborazione tra gli attori che operano in questo mercato.

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