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Fischio di inizio nel Mobile Payment NFC: chi vincerà la partita?

Gli ultimi mesi sono stati contraddistinti da un grandissimo fermento nel mondo del Mobile Payment, in particolare per i pagamenti in prossimità. Soprattutto a livello internazionale si è assistito a un interessante botta e risposta tra i grandi player del mercato – Apple, Google, Samsung, Microsoft – che ha confermato che ora in questo mercato non manca davvero più nessuno! Tre filiere a confronto – Sim-based, device-based e cloud-based – che hanno caratteristiche e peculiarità diverse e che aprono a una sfida interessante che si giocherà su tempestività, efficacia comunicativa e user experience

Pubblicato il 20 Ott 2015

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Che la partita abbia inizio! Apple, Google e Samsung si trovano finalmente a competere sullo stesso terreno di gioco dei Mobile Payment NFC; il campo prescelto per giocare la prima partita sono gli Stati Uniti e le squadre schierate sono rispettivamente Apple Pay, Android Pay e Samsung Pay. I tre Big Player, che nella classifica dei primi cento marchi al mondo per valore economico stilata da Interbrand risultano rispettivamente al primo, secondo e settimo posto, nell’ultimo anno e mezzo hanno ridisegnato le regole del gioco nel mercato del Mobile Payment NFC, dando una serie di “scossoni” e rivoluzionando radicalmente le filiere.

Della tecnologia NFC (Near Field Communication), che permette – tra le altre cose – di effettuare pagamenti contactless con lo smartphone, se ne parla da diversi anni e spesso si è rimasti delusi da un mercato che sembrava pronto a decollare, ma che si è sempre arenato per qualche motivo. Se fino a qualche mese fa si pensava che le partite sarebbero state giocate a livello locale, l’ingresso in campo dei Grandi Player ha reso la battaglia globale dettando un cambio di rotta importante, che attesta che i tempi sembrano ormai maturi per la diffusione di massa. Gli Stati Uniti saranno quindi il primo terreno di confronto. Dal 28 settembre infatti coesistono Apple Pay, Android Pay e Samsung Pay, con il produttore coreano che è arrivato leggermente più tardi degli altri, ma forte di risultati più che soddisfacenti in Corea de Sud. Tutto ciò prima di allargare il “campo di battaglia” all’Europa, dove Apple ha deciso di giocare d’anticipo, ma che presto verrà raggiunta in UK dagli altri competitor.

Apple Pay

Apple era sicuramente la più attesa dal mercato perché nel passato era sembrata disdegnare la tecnologia NFC. A ottobre 2014, finalmente, l’azienda di Cupertino ha presentato i nuovi iPhone 6 e 6 Plus ed Apple Watch, tutti dotati della tecnologia a corto raggio, e il suo annuncio è stato interpretato come la constatazione definitiva della bontà dell’NFC come tecnologia di prossimità per i pagamenti. Contestualmente è stato lanciato Apple Pay, il servizio di Mobile Payment che sfrutta proprio la tecnologia Contactless e può essere utilizzato con tutti i nuovi device. Passbook, il Mobile Wallet dell’azienda di Cupertino a cui Apple Pay si appoggia, oltre al pagamento affianca anche altri servizi quali la possibilità di utilizzare buoni sconto, virtualizzare carte loyalty e raccogliere carte di imbarco o ticket per eventi di intrattenimento. Tra le innovazioni, anche la possibilità di completare acquisti all’interno delle app cliccando sul tasto “Buy with Apple Pay” e appoggiando il dito sul lettore di impronte.

Il servizio è stato ufficialmente lanciato in USA il 20 ottobre 2014 e al momento sono oltre cinquecento le banche che hanno aderito negli Stati Uniti e il numero di negozi abilitati supera i 700.000. Circolano ancora pochi numeri sui reali risultati raggiunti, tuttavia uno studio effettuato a luglio 2015 parlava già di circa tre milioni di utenti attivi in USA anche se ad aprile 2015 solo il 25% degli utenti iPhone 6 negli Stati Uniti aveva usato almeno una volta Apple Pay per pagare. Ma Apple non si è fermata agli USA e ha deciso di lanciare in Europa dopo pochi mesi: il 14 luglio 2015 è stato infatti dato il via anche in UK, con 13 banche subito aderenti.

Android Pay

Google è stata la prima delle cosiddette Over The Top a credere fermamente nell’NFC. Già nel 2011, infatti, Big G lanciava il Google Wallet accessibile e utilizzabile da cellulare, tablet o PC sia nel mondo fisico sia in quello virtuale. A maggio 2015 Dave Burk ha annunciato l’arrivo di Android Pay. La nuova soluzione di Google per i pagamenti mobile è nativa su Android 6.0 Marshmallow, ma è compatibile e utilizzabile (scaricando l’applicazione dallo store) anche su tutti gli Android 4.4 KitKat e successivi. Android Pay permette di salvare i buoni sconto e di virtualizzare anche le proprie carte fedeltà. Come Apple, anche Google ha scelto di integrare i pagamenti Proximity e Remote nello stesso Wallet: gli utenti potranno quindi utilizzare le stesse carte virtualizzate anche per gli acquisti in-app, cliccando sul tasto “Buy with Android Pay” e inserendo eventualmente il PIN, senza dover ogni volta inserire i dati della carta di pagamento.
Android Pay è già commerciale negli USA a partire dall’11 settembre 2015 con undici banche che hanno già aderito e dato la possibilità ai propri clienti di associare le loro carte di pagamento. Secondo il colosso americano, un milione di negozi sono già in grado di accettare pagamenti con Android Pay. A breve è previsto lo sbarco anche in UK.

Samsung Pay

Samsung, sicuramente la più grande rivale di Apple nel mercato degli smartphone, non ha fatto attendere troppo una risposta. Il produttore coreano ha dapprima acquisito LoopPay, startup di Mobile Payment che simula il campo magnetico generato dal tradizionale strisciamento della carta di pagamento attraverso la tecnologia MTS (Magnetic Secure Transfer), e ha poi – al Mobile World Congress di marzo 2015 – annunciato il lancio di Samsung Pay, che permette di pagare sia utilizzando la tecnologia NFC sia la MST attraverso i suoi nuovi quattro dispositivi (Samsung Galaxy S6, S6 Edge, S6 Edge+ e Note5). Samsung (come Apple) in quanto produttore di terminali ha scelto la via del Secure Element nel device (soluzione device-based), ossia l’archiviazione delle credenziali di pagamento all’interno del telefono.

Il produttore coreano ha deciso di testare e lanciare il proprio servizio nel proprio paese di origine: a luglio 2015 sono iniziati infatti i beta test in Corea del Sud, che sono poi culminati nel lancio commerciale avvenuto il 20 agosto (dove in un solo mese ha superato i 30 milioni di dollari transati). Dal 28 settembre Samsung Pay è attivo anche in USA e lo sbarco in Europa è previsto entro fine 2015 (UK e Spagna in primis).

Ora la sfida è aperta! È sicuramente prematuro parlare di vincitori, ma si accettano scommesse. Se Samsung Pay e Android Pay sono in aperta competizione perché insistono sugli stessi utenti, Apple Pay invece gioca una partita solitaria. Tuttavia i vincitori saranno coloro che sapranno convincere il maggior numero di utenti ad utilizzare questi sistemi in modo pervasivo, ossia consentendo ai consumatori di dimenticare a casa il portafoglio e usare il cellulare. Numero di utenti attivi e numero di transazioni (valore del transato) saranno i KPI da monitorare per capire chi vincerà la sfida. Come sempre, saranno gli utenti a decretare se ci sarà un vincitore; di sicuro le aspettative sono alte e vedremo se davvero i Big Player hanno configurato la squadra vincente. User experience, occasioni d’uso e facilità di integrazione con strumenti familiari all’utente potrebbero essere le armi per la vittoria. Samsung Pay ha dalla sua la tecnologia MST che apre al pagamento non solo nei punti vendita contactless, Apple Pay essendo partita prima degli altri ha un vantaggio forte nel numero di banche convenzionate, tutto da capire ancora l’asso nella manica di Android Pay. Fischio d’inizio quindi! Ci risentiamo tra qualche mese per capire come volge la partita.

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