L’eCommerce arriverà a quota 9,5 miliardi di euro nel 2012, più 19 per cento sul 2011. Gli utenti aumenteranno del 33% gli acquirenti online, 3 milioni in più rispetto al 2011 per un totale di 12 milioni, quasi il 40% dell’utenza totale internet.
E’ la fotografia scattata oggi da Netcomm e Osservatori Ict di School of Management-Politecnico di Milano,
Crescono tutti i principali comparti: +11% dell’Editoria, musica e audiovisivi; +27% Informatica ed elettronica di consumo; +33% Abbigliamento. Anche nel 2012 crescono a tassi più elevati i comparti di prodotto (+29%) rispetto ai servizi (+14%). In termini di valore prodotto i servizi pesano ancora per i due terzi dell’eCommerce B2c in Italia, sebbene siano passati dal 66% del 2011 al 63% facendo guadagnare quota ai prodotti (37%).
Il turismo mantiene la quota di mercato più ampia (46%), seguito da abbigliamento (11%), Informatica-Elettronica di consumo e Assicurazioni (10%), Editoria (3%) e Grocery (1%).
La crescita tuttavia non è generalizzata ma riguarda “solamente” 3 merchant su 4, in genere quelli più “aggressivi” in termini di prezzo o di comunicazione, come i siti di couponing, i club online e alcune Dot Com. Il ruolo complementare e non esclusivo del canale online nel caso della grande distribuzione e la limitata capacità di investimento per le Dot Com minori sono fattori che ne limitano in parte l’aggressività commerciale in un contesto in cui la battaglia per l’acquisizione del cliente è invece particolarmente agguerrita.
Gli italiani comprano però ancora di più su siti di negozi stranieri. Il saldo della bilancia commerciale (Export-Import) resta infatti negativa nel 2012 (-1,37 miliardi di euro) con tassi di crescita superiori per il primo (+29% contro +19%) ma con incrementi in valore assoluto favorevoli al secondo (+380 milioni contro +480 milioni). Gli utenti italiani acquistano per il 38% a valore da siti di eCommerce italiani, per il 19% da siti di filiali italiane di multinazionali, per il 15% da multinazionali senza base societaria in Italia e per il 28% da siti di imprese straniere “globali”.
Il mobile commerce cresce a tripla cifra portando il valore delle vendite via mobile site o App a oltre 170 milioni di euro, pari al 2% delle vendite eCommerce. Bene anche il social commerce: il 90 per cento dei primi 200 merchant è su social network.
“Questo balzo è da attribuire a tre ragioni principali”, dice Roberto Liscia, presidente di Netcomm, consorzio del commercio elettronico: “la crisi, che ha fatto rompere gli indugi agli internauti ancora incerti e insicuri; la forte diffusione degli smartphone, con 30 milioni di possessori, che ha reso più facile l’accesso a internet educando e creando il cosiddetto fenomeno me too che porta a modelli di consumo di massa; infine l’evoluzione dell’offerta delle vendite di abbigliamento sul modello delle Cash sales e l’offerta di coupon di servizi locali fortemente scontati che hanno dato una scossa al mercato. Dal lato dell’offerta oltre agli attori “discount” sono comparsi in forze i produttori del “Made in Italy” dalla moda e accessori al piccolo artigianato, cuore pulsante di una Italia dimenticata”.
“Se il 2011 era stato l’anno del boom dei siti di Couponing, dei club online e dell’ingresso di Amazon, il 2012 è invece l’anno del consolidamento di questi fenomeni”, ha commentato Alessandro Perego, responsabile Scientifico Osservatorio B2c Netcomm-Politecnico di Milano. “La ricerca di quest’anno evidenzia il ruolo sempre più rilevante della multicanalità, soprattutto intesa come l’utilizzo congiunto e integrato di canale fisico e canale online. Molti i benefici: maggiore efficacia nel trasferimento delle informazioni grazie all’Infocommerce, incremento nell’efficienza dei processi di punto vendita mediante il Prenota online e ritira in negozio” e miglioramento del servizio al cliente con l’acquisto online e l’assistenza in-store”.
“Il confronto con i principali mercati occidentali evidenzia un buono stato di salute dell’eCommerce italiano, che cresce a ritmi superiori rispetto a UK (+11% nel 2012), Francia e Germania (+12%) e USA (+14%), anche se in valore assoluto le differenze sono ancora importanti”, commenta Riccardo Mangiaracina, responsabile della Ricerca Dell’Osservatorio B2C Netcomm-Politecnico di Milano. “Il mercato italiano è infatti un sesto di quello inglese (60 miliardi di euro), un quarto di quello tedesco (39 miliardi) e quasi la metà di quello francese (25 miliardi)”.