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Migrare un sito eCommerce senza sacrificare l’indicizzazione: come fare



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Migrare un sito eCommerce senza perdere l’indicizzazione richiede una pianificazione accurata. Dalla pianificazione al monitoraggio post-migrazione, una checklist delle cose da fare

Pubblicato il 23 mag 2024

Andrea Carboni

Ceo e co-founder eShoppingAdvisor

Carlo Milani

Marketing strategist eShoppingAdvisor



ecommerce

La migrazione di un sito eCommerce è un’operazione complessa che va gestita con estrema attenzione per evitare impatti negativi sull’indicizzazione e, di conseguenza, sulla visibilità del sito e del Brand.

Ogni URL che cambia senza le dovute precauzioni può sparire dai risultati di ricerca, eliminando pagine che magari avevano accumulato valore per anni. È un pessimo segnale di reputazione sia per l’utente sia per Google quando finiamo in una pagina 404, magari cui siamo arrivati da un link presente su un sito esterno che di raccomandava, o addirittura dai nostri social.


Abbiamo preparato un articolo contenente checklist utili, in quanto spesso in eShoppingAdvisor ci imbattiamo in casi in cui gli eCommerce Manager si lamentano per una perdita grave di posizionamento a seguito di un restyling del loro sito, o dell’affidamento della gestione web a una nuova agenzia.

Motivi comuni per la migrazione di un sito e-commerce

I motivi per migrare un sito eCommerce, infatti, possono variare da necessità tecniche a decisioni strategiche di business.
Un restyling, o la scelta di un nuovo CMS, ad esempio, può essere guidata dalla necessità di funzionalità avanzate, migliore supporto o maggiore scalabilità che la piattaforma precedente non può offrire.
L’espansione dell’attività porta all’aggiunta di nuove categorie di prodotti o a un aumento del volume di traffico che il vecchio server non riesce a gestire.
Un altro motivo molto frequente è la modifica del nome del dominio del proprio sito.

Pianificare la migrazione

La migrazione di un sito in genere si struttura in tre fasi: la preparazione, lo sviluppo e il monitoraggio.

Preparazione

La preparazione è la fase più critica del processo di migrazione. In questa fase, è vitale comprendere la struttura del sito attuale, includendo una mappatura dettagliata di tutte le URL, la valutazione della qualità dei contenuti, l’analisi dei backlink esistenti e l’identificazione delle parole chiave più performanti.

Ecco una checklist che include i diversi passaggi tecnici e operativi:

  • Mappatura degli URL esistenti: il passaggio fondamentale. Utilizzare strumenti come Screaming Frog per effettuare una scansione completa del sito esistente e raccogliere un elenco di tutte le URL. Lo scopo della mappatura è quello di determinare quali URL verranno mantenute, modificate, o eliminate.
    Attenzione: non basta la sitemap attuale. Nel corso del tempo posso essersi sovrapposti molti link che sono stati ripresi da più fonti online (backlink), di cui dovremmo tenere traccia.
  • Mappatura dei Backlink: identificare i backlink che puntano al tuo sito utilizzando strumenti come Ahrefs, Semrush, Seozoom, Sistrix etc. La conoscenza dei backlink è vitale per assicurarsi che i link che contribuiscono al ranking del tuo sito non si perdano durante la migrazione.
  • Mappatura delle immagini: anche le immagini possono accumulare backlink. Assicurarsi di mappare anche le immagini, controllando che le loro URL rimangano consistenti o siano correttamente reindirizzate nel nuovo sito.
  • Creazione delle regole di redirect: è indispensabile creare regole di Redirect 301 per collegare ogni vecchia URL alla sua nuova corrispondente. Questo è cruciale per mantenere il valore SEO e garantire una transizione fluida per gli utenti e i motori di ricerca. Il metodo più braisco è un foglio excel con due colonne: vecchia url e nuova url cui deve puntare.
  • Mappatura dei posizionamenti e delle keyword: documentare la posizione attuale del sito per varie keyword chiave per monitorare come cambiano nel tempo dopo la migrazione. Questo aiuterà a valutare l’impatto della migrazione sulle performance del sito.

Durante lo sviluppo del nuovo sito

Durante lo sviluppo del nuovo sito è essenziale:

  • Sviluppo su ambiente di Staging. Per evitare l’indicizzazione prematura delle pagine durante la fase di sviluppo e test, è fondamentale utilizzare un ambiente di sviluppo. Gli ambienti di staging permettono di costruire e modificare il sito in un contesto sicuro che non è visibile ai motori di ricerca o al pubblico.
  • Configurazione del file Robots.txt. Assicurarsi che il file robots.txt nell’ambiente di staging blocchi i motori di ricerca dall’indicizzare il sito. Durante lo sviluppo, devono essere implementate tutte le configurazioni tecniche pianificate nella fase di preparazione, inclusi i reindirizzamenti 301, la struttura delle URL, l’ottimizzazione dei meta tag e dei contenuti, e la configurazione del file robots.txt e della sitemap.xml.
  • Ottimizzazione Mobile-First: data l’importanza dell’indicizzazione mobile-first di Google, è necessario che il nuovo sito sia completamente ottimizzato per dispositivi mobili in termini di design responsive e velocità di caricamento. Il tool per misurare le PageSpeed Insights https://pagespeed.web.dev/ è gratuito.
  • Impostazione della Pagina 404. Fare in modo che il nuovo sito abbia una pagina 404 efficace e personalizzata che aiuti gli utenti a navigare il sito anche quando incontrano un link rotto.
  • Trasferimento dei meta tags. I meta tag, inclusi i titoli delle pagine, le URL canoniche e le descrizioni, giocano un ruolo cruciale nel comunicare ai motori di ricerca il contenuto delle pagine. Durante la migrazione, è essenziale trasferire questi elementi senza alterazioni per mantenere la visibilità nei risultati di ricerca. Ogni pagina del nuovo sito deve mantenere i meta tag ottimizzati del sito originale per evitare una perdita di ranking per le pagine già posizionate bene, e modificare i meta tag per quelle che si intende portare in alto. Nel caso di siti multilingua, è fondamentale verificare che ogni pagina tradotta abbia la corretta struttura dei canonical e i rimandi incrociati tra le diverse lingue.
  • Conservazione della struttura dei link interni. La struttura dei link interni aiuta a stabilire l’architettura del sito e a distribuire l’autorità di pagina in tutto il sito. Mantenere questa struttura è vitale durante una migrazione. Assicurarsi che i link interni siano aggiornati per riflettere le nuove URL senza rompere la mappa del sito esistente. L’uso coerente di breadcrumb e di una navigazione ben strutturata aiuta a mantenere questa continuità.

Go-live del nuovo sito

Ecco invece le tre cose da fare, lato SEO, il “minuto zero” dopo la pubblicazione del sito:

  • Robots.txt. È importante verificare il file robots.txt, che adesso dovrà comunicare ai motori di ricerca quali pagine del sito devono essere accessibili e quali ignorate dal bot. Questo passaggio è cruciale per gestire anche il cosiddetto “crawl budget”, ossia evitare che il bot perda tempo e risorse su pagine e risorse inutilmente. Per gli e-commerce, ad esempio, è fondamentale gestire in questo modo i filtri onde evitare pagine duplicate.
  • Redirect 301. Utilizzare strumenti come Screaming Frog per eseguire test SEO e assicurarti che tutte le pagine siano accessibili e correttamente configurate con i reindirizzamenti 301 funzionanti, e che non ci siano errori di crawling o contenuto duplicato.
  • Nuova sitemap. Inviare la nuova sitemap a Google e Bing. Cancellare tutte le sitemap pre-esistenti.

Monitoraggio Post-Migrazione

Dopo il lancio del nuovo sito e-commerce, il processo di monitoraggio post-migrazione diventa essenziale per garantire che il sito funzioni come previsto e che mantenga o migliori le sue performance SEO pre-esistenti. Oltre al già citato Screaming Frog, notissimo tra gli addetti ai lavori, Google Search Console e Google Analytics sono altri due strumenti essenziali anche per questo tipo di attività.

Google Search Console

Strumento indispensabile per monitorare come Google vede il sito. Utilizzalo per verificare la presenza di errori di crawling, visualizzare le statistiche di indicizzazione e controllare le pagine che Google ha effettivamente indicizzato dopo la migrazione. È anche utile per monitorare i reindirizzamenti 301 e identificare URL che generano errori 404. Monitorare anche chiaramente le impressions per valutare un calo della visibilità del sito.
La velocità di caricamento del sito è un fattore chiave per l’usabilità e il SEO. Utilizzando i report di Search Console e Google PageSpeed Insights si possono identificare e correggere problemi che potrebbero rallentare il sito.

Google Analytics

Utilizzare Google Analytics per monitorare il traffico del sito prima e dopo la migrazione. Prestare particolare attenzione alle metriche di comportamento degli utenti come il tasso di rimbalzo, le pagine per sessione e la durata media delle sessioni. Un cambio significativo in queste metriche può indicare problemi nella migrazione che necessitano di ulteriori indagini.

Contenuto duplicato

Il contenuto duplicato può confondere i motori di ricerca e diluire il ranking del sito. Scansionare e identificare in modo costante il contenuto duplicato, ad esempio con Screaming Frog, è un’altra attività essenziale per assicurarsi che ogni pagina abbia contenuto unico e che le versioni duplicate siano corrette con reindirizzamenti appropriati o tramite l’uso del tag canonical.

Il monitoraggio post-migrazione, come è noto a tutti i SEO specialist, è un processo continuo, che non si risolve solo qualche giorno la pubblicazione del nuovo sito. Richiede attenzione costante per massimizzare la performance. Risolvere rapidamente i problemi emergenti e ottimizzare il sito in base ai dati raccolti può migliorare la visibilità del sito, la user experience e, da ultima, la conversione e la fidelizzazione degli utenti.

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