Agenda 2013

Tripoli (Mise): “Parte la nostra strategia per l’eCommerce”

Iniziative di formazione alle piccole imprese, con le associazioni imprenditoriali, le camere di commercio, le Regioni. Abbattere le barriere all’ingresso per le Pmi. Subito le misure per la moneta elettronica, mentre l’Europa affronterà il problema dell’Iva e-book. Ecco i piani 2013 di Sviluppo economico per l’eCommerce

Pubblicato il 14 Gen 2013

Giuseppe Tripoli

segretario generale di Unioncamere

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Il 2012 è stato un anno importante per lo sviluppo dell’economia digitale in Italia: il Governo ha lavorato intensamente e ha completato entro l’anno un programma, l’agenda digitale, di grandi “passi avanti” verso l’era della digitalizzazione. Siamo consapevoli che tale lavoro non si esaurisca nelle norme dei decreti. Ancor più per l’e-commerce, su cui gli spazi di recupero rispetto agli altri paesi sono amplissimi. Si tratta di un fenomeno in rapidissima e profonda evoluzione, legato alla nascita di nuove tecnologie e di nuove prassi da parte degli operatori di mercato. Basti pensare che nelle scorse settimane sono state lanciate le offerte dai maggiori operatori di telefonia mobile delle connessioni ultraveloci. O ancora allo sviluppo dei pagamenti in mobile, come il QRcode o con tecnologie NFC e la rapidissima diffusione dei nuovi tablet e smartphone. Nei mesi scorsi è stato aperto un importante solco attraverso un serrato confronto con le categorie interessate e i soggetti protagonisti in questo ambito.

Su questo solco vogliamo seminare in questo anno.

Le misure contenute nel Decreto-legge Crescita II, sia quelle trasversali – in particolare l’eliminazione del digital divide dall’intero territorio nazionale e la diffusione delle reti a banda ultra-larga, la digitalizzazione dei rapporti tra cittadini e PA – sia quelle più direttamente connesse con l’e-commerce – quali l’estensione della PEC e la creazione dell’indice nazionale delle imprese e i professionisti, il credito d’imposta per la promozione delle opere di ingegno online e l’obbligo per diversi soggetti, a cominciare dalla PA, di accettazione delle carte elettroniche di pagamento – modificano il contesto e fungono così da volano allo sviluppo dell’e-commerce.

Inoltre, ciò che più conta è il livello di attenzione che esso ha suscitato nell’opinione pubblica, nel sistema produttivo, nel mondo dei consumatori e nei media. I riflettori sono puntati sul digitale, sulla crescita economica che ne può derivare, sulla necessità di colmare il gap con il resto d’Europa, di poter competere su scala internazionale e rilanciare così l’economia. È importante che nei prossimi mesi l’attenzione politica al tema rimanga alta.

Quali sono le linee su cui lavorare questo anno?

Innanzitutto l’agenda prevede la rapida attuazione delle misure contenute nel decreto, con la delicata predisposizione, in particolare, delle misure attuative dell’estensione dell’obbligo di utilizzo della moneta elettronica.

Poi, in una prospettiva di diffusione della cultura digitale, essenziale per coinvolgere la platea ampia delle imprese e dei cittadini, va realizzata una strategia diretta alla informazione diffusa e alla education, in modo particolare con iniziative di formazione rivolte alle piccole imprese, coinvolgendo le associazioni imprenditoriali, le camere di commercio, le Regioni. Una linea di azione questa già avviata e che ha visto in questi giorni ad esempio il lancio da parte di Unioncamere e Google del progetto “Distretti sul web” che coinvolge alcuni tra i distretti del Made in Italy.

Centrale inoltre sarà la promozione di iniziative per facilitare l’accesso all’e-commerce per le PMI, favorendo la costituzione o l’utilizzo di piattaforme telematiche di vendita. Il canale online è spesso la via più facile per allargare il proprio mercato anche all’estero.

Lo scorso anno abbiamo lavorato insieme alle principali associazioni di categoria e degli esercenti, agli operatori e-commerce, alla progettazione di misure di aiuto per il lancio di piattaforme di vendita online.

Al netto degli incentivi, oggi non previsti, l’obiettivo rimane strategico: basti pensare che nel 2016 si prevede siano 3 miliardi gli utenti internet nel mondo e che l’economia digitale raggiunga 4.200 miliardi di dollari nelle nazioni del G20 (dati Boston Consulting Group)

Il vantaggio per le imprese che si affacciano sul web può essere enorme in termini di crescita del fatturato, dell’occupazione, di competitività, di espansione verso nuovi mercati.

Il digitale è poi fattore di miglioramento dell’efficienza dei processi aziendali e delle relazioni tra imprese lungo la supply chain. L’implementazione del B2B, la digitalizzazione del ciclo ordine, consegna, fatturazione e pagamento, consentono significative riduzioni di costo e recuperi di efficienza. Interlocutori fondamentali sono la grande distribuzione, le realtà delle medie imprese, con i “grappoli” di imprese loro fornitrici, le aggregazioni informali di imprese, le (oltre 500) reti e i distretti. Così pure riveste importanza strategica il progetto, recentemente finanziato, di un sistema informativo che colleghi le piastre logistiche e i nodi delle reti di collegamento per la movimentazione delle merci (Uirnet).

L’internazionalizzazione è l’altra priorità. In questo senso vanno, tra l’altro, il progetto finalizzato a realizzare presso l’Agenzia Ice un servizio di supporto per le attività di e-commerce e l’iniziativa dell’International Trade Hub, per favorire l’espletamento, tramite l’accesso ad un’unica piattaforma, delle pratiche burocratiche per l’avvio di attività di commercio estero delle imprese italiane.

Altro fronte, quello della sicurezza delle transazioni on line e della trasparenza delle informazioni. Le soluzioni per irrobustire la fiducia possono essere molteplici (ad esempio quella delle certificazioni di trust per i siti e-Commerce) e vanno esplorate coinvolgendo gli attori interessati. Capitolo importante è quello del contrasto alla contraffazione, in forte sviluppo attraverso le vendite online, con rischi e danni sia per i consumatori sia per le aziende.

A livello europeo, grande attenzione richiama la proposta di riforma della Direttiva sull’Iva che la Commissione europea presenterà entro la fine del 2013 per la questione dell’equiparazione dei regimi IVA sull’editoria digitale e cartacea la cui disparità causa oggi distorsioni di mercato e difficoltà per lo sviluppo dell’editoria digitale e degli e-book.

Quanto al metodo, credo che possa essere utile mantenere in attività presso il Ministero dello sviluppo economico, quale punto di riferimento sul tema, un tavolo di monitoraggio del commercio elettronico al quale partecipino, secondo le tematiche di volta in volta trattate, gli operatori, i rappresentanti istituzionali, le associazioni, gli enti di promozione, i consumatori, le istituzioni finanziare e di pagamento, oltre alle Regioni, così da proseguire il fine tuning delle iniziative e il lavoro di confronto e di approfondimento di nuove proposte.

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