Con l’entrata in vigore ufficiale della nuova regolamentazione europea sull’equity crowdfunding nota come Regolamento (UE) 2020/1503 – ECSP, nel novembre 2023, il panorama italiano di questo settore ha subito trasformazioni significative.
A sette mesi dall’implementazione operativa di queste norme, possiamo già iniziare a delineare gli impatti e le tendenze emergenti nel mercato italiano dell’equity crowdfunding.
Tra operazioni di aggregazione tra piattaforme, avvio di portali verticali sui settori real estate e green energy e i primi lanci di raccolte italiane su piattaforme internazionali, i primi mesi sono stati indicativi di quello che succederà in futuro. Iniziali segnali di ripartenza del mercato e nuovi trend: meno operazioni ma di valore più alto.
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Impatti del Regolamento ECSP sul mercato italiano
Nel 2024, il mercato italiano dell’equity crowdfunding ha mostrato segnali di crescita e maturazione, nonostante le difficoltà incontrate durante il processo di adeguamento alla nuova normativa. Secondo i dati di CrowdfundingBuzz, la raccolta media per singola campagna nel 2024 è stata di 593 mila euro, un aumento rispetto ai 444 mila euro del 2023. Questo indica un numero inferiore di campagne, ma con una raccolta complessiva in linea con l’anno precedente.
L’ultimo trimestre del 2023 e il primo trimestre del 2024 hanno mostrato segnali molto positivi di ripartenza del mercato, con raccolte rispettivamente di 22,5 milioni e 21,8 milioni, cifre che non si vedevano dal quarto trimestre del 2021, ultimo periodo aureo del mercato, quando il mercato italiano raggiunse il suo picco massimo con oltre 30 milioni raccolti. Questi successi sono in parte dovuti ad alcuni mega round fatti su Mamacrowd: nel Q4 2023 la campagna di Out Of 2 che ha raggiunto il record di 7 milioni di euro, limite massimo del vecchio regolamento, e il community funding di Birra Baladin nel Q1 2024, che ha permesso all’azienda piemontese di raccogliere 5 milioni di euro da oltre 2.000 piccoli investitori della sua community.
Tuttavia, il secondo trimestre del 2024 non ha confermato questo trend di crescita, riportando le statistiche ai livelli del terzo trimestre del 2023, con una raccolta di soli 7 milioni di euro. Rispetto ai dati è atteso che il professor Giancarlo Giudici fornisca maggiori dettagli nel consueto appuntamento di presentazione del 9° Report sul Crowdinvesting del Politecnico di Milano a luglio, offrendo un quadro più completo della situazione attuale alla luce dei dati registrati negli ultimi 12 mesi.
L’acquisizione di BacktoWork da parte di Opstart
Un ulteriore aspetto interessante dell’attuale andamento del mercato italiano riguarda la recente acquisizione di BacktoWork da parte di Opstart, due delle 4 più importanti piattaforme italiane generaliste che si contendono il mercato da circa un decennio. Opstart ha infatti rilevato il 60% di BacktoWork, portale partecipato da Banca Intesa Sanpaolo, acquisendo di fatto una partnership strategica con la banca oltre alla base di utenti investitori del portale precedentemente guidato da Alberto Bassi. Questa operazione ha segnato una tappa importante nel processo di consolidamento del settore, portando alla formazione di un nuovo player di spessore rafforzando ulteriormente la solidità finanziaria e la capacità di attrarre investitori istituzionali.
Le tre piattaforme generaliste attive
Grazie anche a questo consolidamento, l’attuale situazione di mercato, sempre secondo i dati di CrowdfundingBuzz vede solo tre piattaforme generaliste attive: Mamacrowd, Crowdfundme e Opstart appunto. Mamacrowd, con oltre 20 milioni di euro raccolti nei primi sei mesi del 2024, si è affermata come piattaforma leader del mercato per le raccolte di startup e PMI (e seconda dietro a Yeldo Crowd, per le raccolte in equity Real Estate), grazie anche al supporto del fondo Alicrowd del gruppo Azimut, che partecipa in alcune delle operazioni proposte dal portale del gruppo. Dall’altra parte, Crowdfundme e Opstart hanno registrato volumi di raccolta più bassi, ma hanno compensato i propri risultati grazie ad altre tipologie di servizi offerti agli imprenditori. Crowdfundme continua a macinare numeri importanti grazie al portale di lending real estate Trusters, di cui è capogruppo, mentre Opstart, divenuta un vero e proprio fintech hub per startup ma soprattutto PMI, si è concentrata sulle raccolte lending e i mini-bond.
Guardando alle altre piattaforme in attività da notare l’operato di Ener2Crowd, che ha raccolto poche centinaia di migliaia di euro su progetti di green energy, e Wearestarting, che ha lanciato tre campagne dopo aver ottenuto la licenza europea a fine febbraio, e di fatto restando ferma in attesa per alcuni mesi.
Il crescente utilizzo dell’equity crowdfunding da parte delle PMI
Secondo i dati di CrowdfundingBuzz, un dato che sta configurando questa nuova era è il crescente utilizzo dell’equity crowdfunding da parte delle PMI per raccogliere capitali, mentre le startup ricorrono sempre meno a questo strumento. Questo cambiamento è dovuto in parte alle preferenze dei piccoli investitori, che sono sempre meno propensi a rischiare sulle startup e credono maggiormente in business più consolidati, di fatto portando i portali a selezionare sempre più aziende di questo tipo, che offrono maggiore solidità, minore rischio ma anche possibilità di exit meno esponenziali. Un’ulteriore motivazione però sta nel fatto che attualmente le startup più innovative e disruptive hanno maggiore accesso al dry powder dei fondi VC e dei numerosi sindycate e club deal che stanno consolidandosi lungo tutta la penisola, e per questo fanno meno affidamento al crowdfunding come strumento di raccolta.
Le piattaforme di equity real estate
Facendo un rapido excursus sulle piattaforme di equity real estate, queste ultime hanno subito un arresto nella raccolta rispetto al 2022 e 2023, con Yeldo Crowd e Mamacrowd a fare da capofila a fine 2023 e nei primi mesi del 2024, in termini di operazioni e maggior capitale raccolto. Interessante osservare come la raccolta media in questo segmento sia di oltre 1,5 milioni di euro, con un numero medio di investitori per campagna superiore a 500, quasi tre volte di più rispetto a quello delle campagne per startup e PMI. Segno distintivo che i piccoli investitori crowd hanno voglia di investire tramite lo strumento, ma lo fanno su operazioni e business che capiscono meglio e soprattutto a rischio più basso.
Il mercato europeo
Rispetto al mercato europeo e alle piattaforme leader Crowdcube e Seedrs, il 2024 ha già regalato le prime campagne per alcune startup italiane. Su Seedrs sono state lanciate le campagne della romana Starcks e della milanese Academia.tv, una startup edtech nel settore food. Su Crowdcube, invece, è partita la campagna di Contents, una scaleup di intelligenza artificiale generativa già finanziata da Alkemia Capital e Thomson Reuters Ventures. Questa campagna, mirata a chiudere il round Series B da 18 milioni di dollari, è stata lanciata all’interno di una strategia più ampia di marketing a livello europeo, per acquisire nuovi utenti e fare brand awareness, proprio grazie al community funding.
Tutte e tre le campagne sono accomunate da alcune caratteristiche peculiari che delineano cosa cercano questi portali: sono realizzate da startup in fase avanzata, seppur non tutte allo stesso stadio di maturità; sono business con importanti community di utenti; e hanno scelto le piattaforme internazionali non solo per raccogliere capitali ma anche per espandere il proprio bacino di utenza e il proprio business in tutta Europa. Dunque non vogliono solo raccogliere capitali, vogliono farsi notare da un pubblico più ampio e variegato.
Cosa aspettarci nei prossimi mesi
Cosa accadrà nei prossimi mesi? Sempre più portali piccoli potrebbero chiudere o unirsi a quelli più grandi per cercare di competere in un mercato dove sarà sempre più importante differenziare l’offerta o specializzarsi in una verticale (green, deeptech, fintech, etc.). Se da un lato le startup e le società community-based con posizionamento o intenzioni espansive a livello internazionale potrebbero provare sempre di più la strada delle piattaforme estere, le PMI, i progetti di real estate o di efficientamento energetico, nonché le startup più early stage torneranno ad adottare lo strumento del crowdfunding sia per accelerare il processo di raccolta che per comunicare al meglio i propri deal a un pubblico più ampio.
Questo perché il 2024, per chi deve fare fundraising, è un anno non semplice, come d’altronde lo era già stato il 2023 e per chi ha bisogno di capitali in tempi ristretti lo strumento è game changer.