Un’economia sostenibile non può non passare da una finanza sostenibile: per assicurare una transizione rapida e ordinata verso la sostenibilità, è fondamentale raccogliere e mobilitare capitali ingenti.
Per rispondere alle sfide della sostenibilità, i player del settore finanziario devono dotarsi delle risorse e delle competenze per raccogliere, elaborare e analizzare dati e informazioni la cui natura e fonte appare ancora inedita e complessa per il settore.
Ma è uno sforzo necessario per allinearsi ai requisiti normativi sempre più esigenti e soprattutto per integrare la sostenibilità nel proprio business, assicurandosi un posizionamento competitivo nel lungo periodo.
Quanto è di moda l’ESG: perché la sostenibilità è diventata un valore aggiunto per le aziende
Finanza sostenibile: le normative europee del triennio 2020-2022
L’Unione Europea, come parte della propria strategia per la sostenibilità, rilanciata recentemente attraverso il Green Deal, si è posta come capofila nella promozione della finanza sostenibile, attraverso una serie di ambiziose iniziative normative, lanciate in risposta alle priorità definite dall’Action Plan per la finanza sostenibile del 2018.
Il triennio 2020-2022 vede la prima implementazione delle ambizioni dell’Action Plan, attraverso l’adozione di normative chiave. Normative che riguardano: la trasparenza sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari, come la SFDR – Sustainable Finance Disclosure Regulation; la definizione delle attività economiche green, come la tassonomia delle attività ecosostenibili; l’aggiornamento dei requisiti di rendicontazione in tema di sostenibilità, come la CSRD – Corporate Sustainability Reporting Directive.
Accanto alla crescente attenzione del regolatore europeo, la sostenibilità è entrata nell’agenda di risparmiatori e investitori, sempre più consapevoli dell’importanza della tematica e del suo impatto sulla strutturazione e sulla performance dei prodotti e dei servizi finanziari.
Queste evoluzioni segnano il passaggio alla fase “finanza sostenibile 2.0”, caratterizzata dal superamento dell’approccio alla Sostenibilità in chiave di reporting a favore della fattiva integrazione dei fattori ESG all’interno degli aspetti del business finanziario “convenzionale”, inclusi il risk management, lo sviluppo di prodotti, l’offerta commerciale e la definizione di obiettivi e strategie aziendali.
I primi passi nell’ambito della finanza sostenibile, anche attraverso la strategia europea, sono infatti stati mossi sul fronte della disclosure, con l’obiettivo di aumentare la trasparenza e l’accountability ma anche, indirettamente, di promuovere l’adozione di pratiche di sostenibilità sempre più ambiziose, trainate da standard internazionali e dall’esempio dei leader di settore.
Finanza sostenibile: l’importanza dell’ESG data management
Ora il mercato si avvia allo step successivo: l’entrata della sostenibilità nelle strategie e nel modello commerciale. Ciascuna area di business ha quindi bisogno di dati e informazioni eterogenei, provenienti da fonti diverse, che non rientrano nell’operatività convenzionale.
Le banche commerciali devono, ad esempio, includere nelle valutazioni sul “loan to value” la classe energetica degli immobili a garanzia dei propri mutui, gli attuari assicurativi necessitano di tenere in considerazione i diversi scenari climatici per comprendere le proprie esposizioni a driver di rischio fisici e di transizione, gli asset manager vogliono conoscere e misurare il gender gap delle aziende in portafoglio per attuare le loro strategie di investimento responsabile.
In prospettiva, è ragionevole attendersi che il crescente ruolo della sostenibilità nel settore finanziario porterà alla definizione di specifici target per gli operatori, quali la progressiva decarbonizzazione dei portafogli in linea con gli Accordi di Parigi o il perseguimento di obiettivi sociali attraverso il business del credito.
Per poter realizzare questa transizione è necessario adottare strumenti robusti e verificabili per raccogliere ed elaborare dati ESG investment-grade, che possano cioè vantare un livello di completezza ed accuratezza comparabile alle informazioni finanziarie “convenzionali”, ad oggi mai gestiti e compresi dalle organizzazioni.
È in quest’ottica che le principali associazioni di categoria europee del settore finanziario hanno sottoscritto, a giugno 2020, una “call to action” per richiedere all’Unione Europea la creazione di una ESG data repository centralizzata.
L’iniziativa è stata tradotta in una prima proposta per la creazione di un ESAP – European Single Access Point, un punto unico di accesso europeo alle informazioni non finanziarie, e ha acceso i riflettori su un ampio gap relativo alla disponibilità di dati affidabili e comparabili, rispetto al quale i data provider hanno, fino ad oggi, fornito soluzioni eterogenee riconducibili ad approcci metodologici diversi.
Come applicare le tecnologie per la sostenibilità
Un valido alleato nella raccolta e gestione dei dati ESG è rappresentato dalle soluzioni e tecnologie digitali sia emergenti che consolidate messe al servizio della sostenibilità.
Per citare alcuni esempi: tecnologie OCR possono filtrare l’informativa precontrattuale per individuare i prodotti finanziari etichettati come sostenibili ai sensi della normativa SFDR; Structured Query Language possono essere utilizzati per consolidare e reperire informazioni sulla performance ambientale di un portafoglio di mutui residenziali, mettendo in contatto i diversi applicativi gestionali degli istituti di credito; la trasformazione della reportistica in formato xhtml, prevista peraltro dalla proposta di CSRD, permetterà la migliore reperibilità e indicizzazione delle informazioni sulla sostenibilità delle organizzazioni; il cloud storage è sempre più utilizzato per creare database centralizzati per le informazioni di sostenibilità, che possono essere reperite da più aree di business a seconda delle esigenze, dalle quelle commerciali e di compliance alla disclosure richiesta dagli standard internazionali.
Per banche, assicurazioni e asset manager è quindi necessario dotarsi di competenze tecniche sia sul fronte digital che sulle tematiche di sostenibilità, costruendo processi appropriati per implementare e sfruttare al massimo queste tecnologie e per valorizzare con successo i dati così raccolti e gestiti.