È ormai noto: l’umanità punta ad una permanenza stabile sul suolo lunare, per sfruttare le risorse lunari come terre rare, elio3 e per poter utilizzare la Luna come avamposto per un’esplorazione più profonda dello Spazio. Come avverrà, quando e perché?
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Perché la Luna è tornata in voga
Sono interrogativi per cui formulare una risposta non è trattazione semplice. Da questioni geopolitiche a questioni tecnologiche fino ad arrivare a tendenze commerciali, la Luna è tornata in voga, con una nuova spinta e un nuovo approccio che non è più solo ambizione della specie umana. Sono infatti numerosissimi i progetti e programmi di esplorazione lunare che sono già in corso o che vedranno futuro nei prossimi anni. Non si tratta più di soli programmi governativi come agli albori dell’esplorazione spaziale, ma di un coinvolgimento molto più ampio, grazie a privati che non solo commercializzano i servizi derivanti dallo Spazio ma si pongono in prima linea negli investimenti e nella progettazione di attività private sulla luna, volte sia ad esplorare sia a commercializzare potenziali servizi o scoperte. Si prevedono perciò anni ricchi di innovazioni e programmi verso il nostro satellite e si sta formando un vero e proprio mercato di attività lunari. Sebbene però ci sia un mercato popolato di aziende, centri di ricerca e istituzioni non sappiamo quando esattamente riusciremo ad assistere ad un vero e proprio “lift off”, con la partecipazione di aziende ed altri enti non propri dell’industria spaziale.
Progetti e programmi che spingono al limite ricerca e tecnologie
Possiamo individuare e descrivere alcuni progetti e programmi che stanno spingendo al limite la ricerca e le tecnologie per l’esplorazione, nonché lo sfruttamento delle risorse del nostro satellite naturale.
La missione Artemis I
Partiamo, descrivendo brevemente la missione che ha forse riscosso più interesse mediatico finora: Artemis I. la prima missione del programma Artemis ha visto il lancio della capsula Orion, di costruzione NASA, la stessa che porterà in orbita lunare gli astronauti: la missione è stata utilizzata come test di lancio, per valutare le performance in orbita lunare e per capire il rientro in atmosfera. Nelle prossime missioni L’ESA fornirà moduli di servizio che forniranno propulsione, supporto vitale, energia, acqua e controllo della temperatura in modo che l’abitacolo del modulo sia il più possibile vivibile per l’equipaggio.
La prima polizza assicurativa lunare
Un esempio virtuoso che sta vedendo la collaborazione di diverse realtà riguarda la prima polizza assicurativa lunare: è stata siglata da due aziende giapponesi, ispace e Mitsui Sumitomo Insurance. l’oggetto della polizza prevede la copertura dei rischi della missione M1, operata da ispace e che prevede un lander commerciale sulla superficie lunare. Al momento è stato firmato un protocollo d’intesa tra le due realtà giapponesi per la nuova assicurazione che è stata denominata “Lunar Insurance Plan”. Questa collaborazione ha posto un precedente importante per la creazione di accordi cross-settoriali in vista di progetti di esplorazione lunare. ispace intanto ha già in programma per il 2024 il proseguo del proprio programma spaziale con la missione M2.
Il ruolo dell’agenzia spaziale europea
La nuova corsa vede un numero cospicuo di missioni e collaborazioni verso e sulla Luna durante l’arco del prossimo decennio: anche il continente europeo con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), che si posiziona nella schiera degli enti che stanno operando verso il satellite, contribuirà infatti alla costruzione della stazione spaziale Lunar Gateway che orbiterà intorno al satellite (parte del programma Artemis). Inoltre, ESA sta sviluppando un proprio lander lunare dal nome Argonaut. Ma, come pubblicato sui canali dell’Agenzia, oltre alle evoluzioni e al know-how tecnologico, è stato organizzato un incontro, ospitato dal centro tecnologico ESA – ESTEC, con il fine di concordare un’architettura comune detta “LunaNet” che copra i servizi di comunicazione e navigazione lunare. L’intenzione è creare uno standard comprensivo di protocolli e requisiti di interfaccia che, si auspica, consentiranno alle future missioni lunari di operare in modo coordinato.
Tra le altre missioni previste da ESA possiamo annoverare ISRU che mira a estrarre e trasformare le risorse presenti sulla Luna in prodotti e servizi utili, cercando di utilizzare le risorse “in situ”. L’obiettivo dichiarato da ESA è produrre acqua potabile o ossigeno respirabile sulla Luna.
Il programma Moonlight
Altro programma degno di nota è Moonlight, dell’Agenzia Spaziale Europea, un servizio di comunicazione e navigazione lunare, con lo scopo di mantenere i collegamenti con la Terra. Al programma partecipano diverse aziende tra cui Telespazio, che è capofila di un consorzio di eccellenze italiane tra cui Thales Alenia space, Argotec e centri di ricerca quali SEE Lab Bocconi e il Politecnico di Milano. Moonlight sarà affiancato in orbita lunare da un ulteriore servizio sponsorizzato dalla NASA: il Lunar Communications Relay and Navigation System, che punta al massimizzare l’interoperabilità. I due sistemi utilizzeranno la stessa scala temporale in modo da collegare le missioni e facilitare le correzioni di posizione.
Anche Cina e Corea del Sud guardano alla Luna
Non potrebbe mancare all’appello la superpotenza cinese: con la continuazione del programma Chang’e l’obiettivo è portare entro il 2026 un nuovo rover lunare, con atterraggio previsto al Polo Sud della Luna. Il rover sarà dotato di una telecamera e di un radar per l’analisi del terreno, ma sarà equipaggiato anche con un magnetometro e uno spettrometro Raman, per uno studio più approfondito dell’ecosistema lunare. Ulteriore obiettivo sarà raccogliere campioni dal lato più lontano della Luna, all’interno del bacino Polo Sud-Aitken, missione prevista già con Chang’e 6 entro la fine del 2024. L’ ambizioso programma cinese si spingerà fino a testare tecnologie per la stampa 3D direttamente sul suolo lunare. Purtroppo, non si sa molto delle specifiche dei programmi spaziali cinesi e del budget impiegato, considerato che i dati non vengono condivisi con il resto della comunità internazionale.
Anche altri Paesi hanno avviato missioni verso il nostro satellite negli ultimi mesi e anni: la missione KPLO (Korea’s Pathfinder Lunar Orbiter) lanciata dalla Corea del Sud nel 2022 per dimostrare le capacità tecnologiche, oppure il velivolo indiano Chandrayaan-2 che studia la composizione della superficie lunare alla ricerca di tracce d’acqua o di ghiaccio.
CAPSTONE (Cislunar Autonomous Positioning System Technology Operations and Navigation Experiment), lanciato a giugno dell’anno scorso, si tratta di un orbiter lunare che ha lo scopo di verificare i parametri dell’orbita in cui si posizionerà il Lunar Gateway (la stazione spaziale orbitante intorno alla Luna). L’orbiter è di fatto un Cubesat operato da Advanced Space e supportato da NASA e altre aziende come Terran Orbital Corporation, Stellar Project, Rocket Lab, Space Dynamics Lab, Orion Space Solutions, Tethers Ulimited Inc, Morehead State University (MSU). La missione è un ulteriore esempio di come l’esplorazione spaziale stia diventando dominio di attori più disparati, non più solo enti governativi.
Conclusioni
L’interesse verso la Luna si sta evolvendo in modo massiccio tramite la partecipazione di diversi Paesi all’esplorazione spaziale, non solo le ormai ben note superpotenze, ma anche diversi stati che si sono appena affacciati al contesto spaziale. Insieme a questa pletora, sono fondamentali le realtà private che nella commercializzazione della loro tecnologia e delle loro innovazioni contribuiscono a progetti e missioni ambiziose. La spinta che si sta creando sembra tutt’altro che solo un’intenzione di alcuni governi, bensì uno sforzo di ampio respiro in una competizione che si prospetta generatrice di diverse possibilità.