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IA generativa: la vera vittoria è uno sviluppo globale coordinato



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La sfida tra Stati Uniti, Unione Europea e Cina per il dominio dell’Intelligenza Artificiale generativa è un argomento complesso che coinvolge molteplici dimensioni economiche, sociali e politiche. Ma la tecnologia ha un impatto globale che coinvolge l’intera umanità e richiede una cooperazione internazionale

Pubblicato il 20 set 2023

Gianluca Maruzzella

CEO e Co-Founder di indigo.ai



L’intelligenza artificiale ci deve una spiegazione

Nel corso della guerra fredda, ci si interrogava spesso su quale delle fazioni, il blocco sovietico o il blocco occidentale, possedesse maggiori risorse in tutti i campi. Con l’emergere delle scoperte nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale generativa, ha fatto la sua ricomparsa una narrazione simile a quella predominante fino alla fine degli anni ’80, che divideva l’Oriente e l’Occidente del mondo.

La competizione tra Usa, Ue e Cina nel settore dell’IA generativa

La sfida posta dall’AI generativa viene percepita come la corsa che vide contrapposti Stati Uniti e Unione Sovietica per raggiungere la Luna per primi. Per alcuni aspetti, come quello delle informazioni a disposizione, è addirittura diventata una vera e propria forma di conflitto, noto come “guerra dei dati”. Se vogliamo realmente vincere questa sfida, però, è necessario abbandonare la retorica bellica e di scontro, aprendo invece la strada alla collaborazione tra le nazioni.

La competizione tra Stati Uniti, Unione Europea e Cina nel settore dell’Intelligenza Artificiale generativa va ben oltre la semplice questione della predominanza nell’AI. Si tratta di un tema complesso che si interseca con questioni economiche, sociali e politiche. Per capirne la complessità, è necessario considerare diversi fattori e tensioni in gioco.

Partiamo dalla situazione attuale dei 3 paesi in ambito Intelligenza Artificiale generativa.

AI generativa, strategie a confronto

Gli Stati Uniti hanno a lungo dominato il settore e continuano a mantenere una posizione di leadership. Il paese è sede di alcune delle più grandi aziende tecnologiche al mondo, che investono ingenti risorse nella ricerca e nello sviluppo dell’AI generativa. Università e istituti di ricerca americani sono riconosciuti per l’eccellenza accademica nel campo. Inoltre, la dimensione del mercato interno degli Stati Uniti offre un vantaggio significativo in termini di acquisizione di dati e sperimentazione delle soluzioni di AI. La concorrenza globale, tuttavia, è in costante crescita, e gli Stati Uniti dovranno continuare a investire e innovare per mantenere la loro posizione di leadership nel settore dell’AI generativa.

L’Unione Europea si sta impegnando attivamente per diventare un attore di rilievo nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale generativa. La Commissione Europea ha adottato una strategia specifica sull’AI. Ha presentato un piano d’azione per promuovere l’innovazione e l’adozione dell’AI nei paesi membri e, contestualmente, si sta focalizzando sulla creazione di un ambiente normativo e regolamentare che garantisca l’uso etico e responsabile dell’AI. L’UE ha una solida base accademica e di ricerca nell’AI generativa e mira a colmare il divario con gli Stati Uniti in termini di talento e sviluppo. L’accesso ai dati e la competizione per attrarre e trattenere talenti rimangono le sfide cruciali per l’UE nel prossimo futuro.

La Cina sta emergendo anch’essa come un attore di rilievo nell’AI generativa. Il governo cinese ha dimostrato un forte impegno nel promuovere lo sviluppo e l’adozione dell’AI a livello nazionale. Le grandi aziende tecnologiche cinesi, come Baidu, Alibaba e Tencent, hanno investito considerevolmente nella ricerca e nello sviluppo dell’AI generativa e collaborano attivamente con istituti di ricerca internazionali. La Cina dispone anche di un vasto mercato interno che fornisce una quantità considerevole di dati per l’allenamento dei modelli di AI. La Cina, peró, deve affrontare sfide come la qualità delle ricerche e la protezione della proprietà intellettuale per consolidare la sua posizione nel settore.


Da un rapporto del Center For Data Innovation, che confronta Cina, Unione Europea e Stati Uniti nel settore dell’AI, in termini di posizionamento relativo nell’economia dell’AI, emergono interessanti considerazioni.

Nel report vengono esaminate sei categorie di metriche: talento, ricerca, sviluppo, adozione, dati e hardware. Si evince che, attualmente, gli Stati Uniti si trovano in testa, seguiti dalla Cina, mentre l’Unione Europea occupa la terza posizione. Se si prende, ad esempio, in considerazione la dimensione della forza lavoro nelle tre regioni, il vantaggio attuale degli Stati Uniti diventa ancora più evidente, con la Cina che scende al terzo posto, dietro l’Unione Europea. Tuttavia, la Cina sta facendo progressi rapidi e potrebbe potenzialmente stravolgere questa classifica in breve tempo.

AI, regolamentazioni a confronto

Un’altra valutazione importante nell’analisi della sfida dell’Intelligenza Artificiale generativa tra Stati Uniti, Unione Europea e Cina riguarda le regolamentazioni sulla gestione dei dati. I diversi approcci normativi, infatti, hanno un impatto significativo sullo sviluppo e sull’adozione dell’AI generativa in ciascuna regione.

Negli Stati Uniti, l’assenza di un sistema di regolamentazione consente alle aziende di utilizzare quantità immense di dati per addestrare i propri modelli di AI. Questo ambiente meno regolamentato ha favorito lo sviluppo di intelligenze artificiali generative avanzate, come GPT-4 e simili. Tuttavia, questo metodo solleva questioni legate alla privacy e alla sicurezza dei dati personali.

L’Unione Europea ha adottato un approccio differente, enfatizzando lo sviluppo dell’AI in conformità a standard etici e normativi. Regolamentazioni come il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) e l’AI Act sono Stati introdotti per garantire una gestione responsabile dei dati e una protezione dei diritti fondamentali dei cittadini. Queste regole richiedono alle aziende di sviluppare sistemi di AI conformi, ma limitano anche l’accesso a grandi quantità di dati, creando una sfida nel processo di addestramento e di sviluppo di modelli più avanzati.

Per quanto riguarda la Cina, la situazione è più complessa a causa della pesante censura governativa che riguarda internet, i motori di ricerca e l’apprendimento automatico. Sebbene l’accesso a piattaforme come ChatGPT non sia ufficialmente vietato, il governo cinese impone restrizioni e controlli sui contenuti digitali. Le aziende tecnologiche cinesi, come Alibaba e NetEase, devono navigare su un crinale stretto, cercando di sviluppare prodotti applicabili a settori specifici e evitando di essere percepiti come sviluppatori di soluzioni potenzialmente pericolose per il regime comunista.

Le regole di censura introdotte dal governo cinese, insieme ai regolamenti sull’Intelligenza Artificiale e sui contenuti generati sinteticamente, rendono difficile alle aziende cinesi ridurre il divario con le controparti americane ed Europee senza incorrere in problemi con la censura. Ciò rappresenta una sfida notevole per l’industria tecnologica cinese.


Per riassumere, la sfida tra Stati Uniti, Unione Europea e Cina per il dominio dell’Intelligenza Artificiale generativa è un argomento complesso che coinvolge molteplici dimensioni economiche, sociali e politiche. Mentre gli Stati Uniti attualmente sono in testa nell’economia dell’AI, la Cina sta facendo rapidi progressi e potrebbe cambiare l’equilibrio in futuro, mentre l’Unione Europea si concentra su normative etiche e regolamentazioni rigide per garantire una gestione responsabile dei dati.

Tuttavia, è importante sottolineare che la vera sfida non risiede nella vittoria di una singola nazione, ma nell’avanzare l’Intelligenza Artificiale come uno sforzo collettivo.

L’Intelligenza Artificiale come sforzo collettivo

Un classico esempio di come la mancanza di collaborazione tra Stati nella regolamentazione dell’AI è rappresentato dall’utilizzo irresponsabile dell’AI per scopi di sorveglianza di massa da parte di alcuni governi.

Senza una cooperazione e un dialogo adeguati tra paesi e organizzazioni internazionali, non sono stati stabiliti standard comuni o linee guida etiche per l’uso dell’AI nella sorveglianza. Di conseguenza, alcuni governi hanno implementato sistemi di sorveglianza di massa basati sull’AI senza un adeguato rispetto dei diritti umani e delle libertà civili.

Questo ha portato a violazioni della privacy, discriminazione e abusi dei diritti umani. Ad esempio, alcuni governi hanno utilizzato l’AI per monitorare e controllare le attività dei propri cittadini, limitando la libertà di espressione e di associazione. L’uso indiscriminato dell’AI per la sorveglianza ha alimentato preoccupazioni sul profiling dei cittadini e sulla manipolazione delle informazioni a fini politici o di controllo sociale.

L’equilibrio tra collaborazione internazionale e definizione di regole internazionali che garantiscano l’equilibrio tra l’uso dell’AI per la sicurezza e la protezione dei diritti fondamentali delle persone è al momento completamente inesistente. In UE però vi è stato un primo passo con l’AI Act, che in uno dei suoi punti principali ha proprio quello della limitazione della sorveglianza massiva e biometrica, e di tutte le pratiche che usano sistemi AI per “polizia predittiva“ (predicting policing).

Conclusioni

L’AI, in conclusione, ha un impatto globale che coinvolge l’intera umanità e richiede una cooperazione internazionale per promuovere normative univoche e standard etici. Come dimostra l’incontro di Sam Atman in Cina, è essenziale che gli Stati lavorino insieme, condividendo conoscenze e competenze, per affrontare le sfide e sfruttare appieno il potenziale dell’IA. In un mondo sempre più interconnesso, l’Intelligenza Artificiale non può essere un campo di battaglia tra nazioni, ma piuttosto un terreno fertile per la collaborazione. Solo attraverso la cooperazione internazionale e la condivisione di migliori pratiche sarà possibile garantire uno sviluppo sostenibile e responsabile dell’AI. La sfida non è, quindi, relativa al primato nell’AI generativa, ma al modo in cui tutti insieme possiamo guidare il progresso e plasmare un futuro basato sull’Intelligenza Artificiale che sia sicuro, etico ed equo per tutti.

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