i dati

Come l’intelligenza artificiale procede in Italia: i diversi settori

L’Artificial Intelligence, nelle organizzazioni più avanzate sul tema, inizia a rappresentare una vera e propria trasformazione pervasiva. Ma non tutte le industry si muovono di pari passo e percepiscono allo stesso modo l’urgenza di questa trasformazione. Una panoramica sui trend i n corso

Pubblicato il 15 Mar 2023

Irene Di Deo

Ricercatrice Senior Osservatorio Artificial Intelligence, Politecnico di Milano

intelligenza artificiale ai act

Il mercato dell’AI in Italia, secondo le stime dell’Osservatorio Artificial Intelligence, ha raggiunto nel 2022 il valore di 500 milioni di euro, frutto di una crescita del 32%, il valore più alto riscontrato dal 2018 ad oggi. Abbiamo visto inoltre che tra le grandi aziende, il 61% ha almeno portato avanti una sperimentazione. Tra le piccole e medie imprese, la percentuale scende invece al 15%.

La via italiana per l’IA è B2B e industriale: le startup che guidano la crescita

L’Artificial Intelligence, nelle organizzazioni più avanzate sul tema, inizia a rappresentare una vera e propria trasformazione pervasiva. Non si tratta di sviluppare una singola progettualità di Natural Language Processing o di Computer Vision, né tantomeno seguire l’hype del momento provando ad introdurre ChatGPT in una soluzione. Si tratta di costruire un’organizzazione in cui l’intelligenza e le capacità umane siano costantemente supportate, nel lavoro quotidiano, dalle capabilities dell’intelligenza artificiale, in cui vi è una corretta distribuzione dei compiti: umani e computer si occupano di ciò che a ciascuno riesce meglio e in cui i prodotti/servizi dell’azienda possano beneficiare dell’innovazione dell’AI.

L’adozione dell’AI nei principali settori

Nel mercato italiano, così come a livello globale, non tutte le industry si muovono di pari passo e percepiscono allo stesso modo l’urgenza di questa trasformazione. Guardando alle dinamiche di crescite degli investimenti, i settori che registrano valori più alti della media di mercato sono: il settore assicurativo, il comparto bancario/finanzario, il mondo utility/multi-utility e l’ambito telco e media.

Il mondo assicurativo

Per ciò che riguarda il mondo assicurativo, in Italia abbiamo grandissime realtà di eccellenza, che hanno ormai una lunga lista di progettualità abilitate dall’AI. Alcuni esempi sono le attività computer vision per l’analisi delle frodi o le smart e instant policy. Inoltre, queste realtà stanno mostrando grandissimo interesse per le opportunità offerte dall’Intelligent Process Automation, per efficientare enormemente, ad esempio, il classico workflow di una pratica assicurativa.

Il settore bancario

Il quadro è molto simile anche nel mondo bancario, che ad oggi cuba la quota più alta di investimenti in AI nel mercato italiano (18%). Qui possiamo identificare tre principali attori:

  • i grandi gruppi bancari che si muovono nel contesto internazionale e che hanno lavorato negli anni alla costruzione di team ben strutturati specializzati su Dati e AI;
  • gli istituti nativamente digitali che sfruttano il legame tra Fintech e Intelligenza Artificiale e sperimentano alla frontiera dell’innovazione;
  • gli istituti caratterizzati da un’offerta più tradizionale e, spesso, da un perimetro d’azione locale, in cui l’AI è ancora poco presente.

Alcuni esempi di applicazioni tipiche del mondo bancario sono: nel front office assistenti vocali e tecniche di riconoscimento evolute del cliente, nel middle office il monitoraggio del rischio antifrode e le attività di cross/up-selling, nel back office soluzioni di sottoscrizione crediti con l’infrastruttura degli smart contract.

Il settore energetico/utility

In gran fermento, non solo in ambito strettamente AI ma più in generale sul mondo dati, troviamo il settore energetico/utility. Le incertezze che hanno caratterizzato e stanno caratterizzando questi ultimi anni rendono necessario proseguire e accelerare i lavori già iniziati in termini di monitoraggio e ottimizzazione degli impianti produttivi e delle reti, oltre al potenziamento di algoritmi previsionali e decisionali per il trading energetico. Da non sottovalutare inoltre, le sfide imposte dalle energie rinnovabili che, pensando ad esempio all’installazione di sistemi fotovoltaici di taglia residenziale e commerciale, vedono le utility relazionarsi con una nuova tipologia di consumatori, i prosumer, ossia consumatori che da un lato consumano energia e dall’altro ne producono. Ciò implica dei cambiamenti in termini di ottimizzazione del customer journey e rende sempre più necessari i tool di previsione della domanda e capacità di reagire ai picchi di richiesta.

Le aziende Telco

Discorso similare, se si pensa all’ottimizzazione intelligente delle reti, per ciò che riguarda le aziende Telco. Anche questo settore registra una crescita negli investimenti leggermente superiore alla media di mercato per il 2022 e ciò non stupisce. Oltre ad applicazioni più consolidate – relative, ad esempio, alla relazione con il cliente (cross/up-selling, previsione del tasso di churn, calcolo del customer lifetime value), vale la pena sottolineare come il comparto delle telecomunicazioni disponga di un asset di grande valore: i dati relativi agli spostamenti dei consumatori/cittadini. Alcune grandi realtà hanno ben compreso le potenzialità di questo asset e iniziano a sfruttare l’AI per valorizzarlo al meglio, non più e non solo per un utilizzo interno ma per la realizzazione dei nuovi tool da proporre al mercato.

Il comparto manifatturiero

Guardando agli altri settori, una buona dinamica viene registrata dal comparto manifatturiero, in cui si confermano d’interesse i progetti per l’efficientamento della produzione, una maggiore precisione nei controlli qualità e la riduzione di potenziali tempi morti grazie a tool di manutenzione predittiva. Tuttavia, nonostante i diversi progetti pilota attivi, i campi di opportunità inesplorata nel mondo industriale sono enormi – soprattutto se si guarda alle piccole e medie imprese, così numerose e così rilevanti per il nostro Paese –e la quota di investimento in AI non rispecchia di certo il valore di questo settore nell’economia italiana.

Il comparto GDO/Retail e il mondo Healthcare

Seguono, con dinamiche inferiori alla media, il comparto GDO/Retail e il mondo Healthcare. Nel primo caso, questo settore si è mosso con ritardo negli investimenti in ambito Dati (a partire dagli investimenti tecnologici per innovare l’architettura), ma ci aspettiamo che recupererà velocemente il gap e questo si rifletterà anche sulle dinamiche d’investimento in Intelligenza Artificiale. Nell’ambito Healthcare, invece, vi è sicuramente attenzione da parte delle grandi case farmaceutiche internazionali alle opportunità dell’AI per finalità di Ricerca & Sviluppo, ma questo difficilmente si rispecchia nel valore di mercato nel perimetro italiano. L’utilizzo dell’AI per finalità commerciali, invece, risulta meno maturo, probabilmente a causa delle limitazioni normative e di una catena di fornitura particolare, in cui l’azienda farmaceutica non raggiunge direttamente il consumatore finale.

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