Indagine fapav

La pirateria audiovisiva cambia pelle: cosa fare per difendere un settore strategico

Cresce l’incidenza complessiva della pirateria tra la popolazione adulta e gli adolescenti, sebbene si registri un calo nella frequenza degli atti. In aumento i danni economici. Fondamentale proseguire il lavoro di questi anni per tutelare la filiera economica

Pubblicato il 29 Giu 2022

Federico Bagnoli Rossi

Segretario Generale FAPAV

piracy shield

La pirateria audiovisiva è un fenomeno in continua trasformazione e che è necessario approfondire nelle sue evoluzioni al fine di elaborare le migliori strategie di contrasto sia dal punto di vista dell’enforcement che della comunicazione, fondamentali soprattutto in questa fase di ripartenza del settore dopo l’emergenza pandemica.

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L’indagine Fapav

L’indagine periodica realizzata da Ipsos per FAPAV e presentata quest’anno in occasione degli “Stati generali della lotta alla pirateria tra legalità e sicurezza”, rivela un aumento dell’incidenza complessiva della pirateria tra la popolazione adulta, che ora si attesta al 43% rispetto al 37% della precedente rilevazione.

Contestualmente viene però registrato un importante calo nel numero di contenuti audiovisivi piratati, ossia 315 milioni nel 2021, ben il 24% in meno rispetto al 2019. Sostanzialmente la pirateria avanza in termini di audience ma decresce sotto il profilo della frequenza.

Anche tra gli adolescenti si conferma la medesima tendenza, con l’incidenza, tra i 10-14enni, che sale al 51% mentre risulta in calo la frequenza degli atti di pirateria (-20%).

Una connotazione giovanile continua a caratterizzare il profilo sociodemografico dei pirati in Italia: il 37% dei pirati ha fino a 35 anni, a fronte del 27% sul totale popolazione 15+.

La tipologia dei contenuti piratati e i danni economici

A livello di tipologia di contenuti, i film restano il contenuto più visto illecitamente, seguiti dalle serie. Desta forte preoccupazione la crescita della fruizione del contenuto sportivo live, che sale al 15% rispetto al 10% del 2019.

Tra le modalità di fruizione illecita, risulta ancora in crescita il numero di chi ha fruito almeno una volta delle IPTV illecite, più che raddoppiato in due anni (23% del 2021 vs 10% del 2019). Come rivelato anche dalle più recenti operazioni condotte dalle Forze dell’Ordine si tratta di una tipologia di pirateria dietro la quale si nascondono vere e proprie realtà criminali e un giro d’affari imponente. Seppur generalmente consapevole dei danni che il ricorso alle IPTV illegali può generare su economia e società (76%), una metà di coloro che piratano tramite IPTV non appare cosciente dell’illiceità di tale pratica (48%).

Allarmanti i dati sul fronte economico: il danno potenziale della pirateria è pari a 673 milioni di euro per l’industria audiovisiva mentre a livello di Sistema Paese la cifra sale a 1.7 miliardi di euro. I posti di lavoro a rischio sono 9400.

Per la prima volta, l’indagine FAPAV/Ipsos ha stimato anche i danni causati dalla pirateria degli eventi sportivi live che ammontano a 267 milioni di euro.

La consapevolezza dell’illegalità del fenomeno

A livello di percezione, si conferma la diffusa consapevolezza dell’illegalità del fenomeno tra i pirati: più del 75% dichiara di esserlo e oltre la metà ritiene probabile essere scoperto e punito (52% tra gli adulti e 57% tra gli adolescenti). Un dato in crescita anche tra gli adolescenti, dopo che nel 2019 si era evidenziata una crescita sul segmento adulto.

Oltre alle necessarie azioni di enforcement, è pertanto fondamentale che vengano attuate iniziative sinergiche di comunicazione come, ad esempio, la recente campagna “We Are Stories”, promossa da FAPAV a tutela e sostegno dell’intera industria audiovisiva, insieme a ANEC, ANICA, APA, MPA e UNIVIDEO.

Rispetto alle forme di deterrenza si registra che il 36% dei pirati si è trovato nell’ultimo anno davanti a siti web illegali oscurati e di questi il 43% ha scelto di ricorrere ad un’alternativa lecita (pay-tv e streaming legale in primis).

Aumenta anche la consapevolezza dei rischi derivanti dalla pirateria: il 70% dei pirati (sia adulti che adolescenti) è a conoscenza che attraverso il download e lo streaming vi è la possibilità di infettare il proprio computer e di compromettere la propria sicurezza informatica. Le conseguenze allarmanti della pirateria non riguardano infatti solo il fronte economico e industriale ma anche la sicurezza stessa degli utenti.

Le priorità istituzionali

Sul fronte delle priorità istituzionali c’è grande interesse e attenzione nei confronti del testo unificato sui Disegni di Legge in tema di contrasto alla pirateria e l’auspicio è che l’iter possa proseguire speditamente portando ad un necessario adeguamento degli strumenti a disposizione.

Massima è l’attenzione anche sul fronte istituzionale europeo per quanto riguarda nello specifico il Digital Services Act e le novità che dovrebbero esserci nei prossimi mesi.

Il nostro Paese è quello in Europa con il maggior numero di strumenti d’azione ma è necessario non restare indietro e aggiornare continuamente le metodologie e il know how tecnologico per garantire una solida base di regole certe a sostegno dell’intera filiera.

Conclusioni

La filiera industriale audiovisiva, che va dal settore cinematografico a quello televisivo, passando per l’esercizio, l’home entertainment e le piattaforme digitali rappresenta un tassello importante dell’economia del nostro Paese, proprio perché dietro un contenuto audiovisivo esiste un apparato industriale che investe, innova, include e occupa migliaia di professionisti e, come tale, deve essere tutelato nel modo migliore.

È fondamentale, pertanto, proseguire il lavoro di questi anni e introdurre tutte quelle azioni necessarie per consentire alle industrie audiovisive di continuare a crescere contribuendo così ad innalzare il valore e il prestigio creativo ed economico della cultura italiana nel mondo.

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